Google Shopping Insights: cosa si vende di più?
Google è il primo posto al mondo dove oggi andiamo, quando non sappiamo la risposta, per chiedere qualsiasi cosa. E, qualche volta, addirittura, ci orientiamo in base a quanto Mr. Google consiglia di fare e dire. Soprattutto quando vogliamo comprare qualcosa, Google è il primo posto dove andiamo a cercare una foto o semplicemente, la descrizione e recensione del Prodotto che ci interessa. Insomma, Mr. Google la sa lunga, di più di quanto noi possiamo a volte immaginare.
Infatti, Google Shopping Insights, è uno dei più recenti prodotti della casa, non ancora disponibile in Italia ma solo, per ora, negli Stati Uniti, che mette in campo una serie di strumenti innovativi molto utili per commercianti e venditori.
Cosa compreremo domani? Ce lo dice Google Shopping Insights
Incrociando l’enorme mole di dati proveniente da Google Shopping e da Google Search, Google Shopping Insights ci permette di avere una panoramica dell’andamento del nostro business e nello specifico la “popolarità” di un determinato prodotto, brand o categoria monitorando la propensione all’acquisto degli utenti. Il sistema è fatto in modo tale da tralasciare ricerche che possono sembrare casuali e di concentrarsi su quelle che effettivamente, in base al contesto e al numero di volte in cui vengono ripetute, possono fornire una certa intenzione dell’utente di acquistare un prodotto.
Il tutto è arricchito da una significativa componente di personalizzazione: la ricerca, infatti, può esser tarata in base a keyword che ci consentono di identificare un prodotto, brand o categoria, e anche con riferimento a un periodo specifico di nostro interesse e, addirittura, rispetto a una specifica area geografica, regione o città per vedere dove quel determinato prodotto viene maggiormente acquistato.
Negli Stati Uniti, ad esempio, Google Shopping Insights sviluppa una profilatura di circa 55.000 prodotti, 45.000 brand suddivisi in circa 5000 categorie con un campo di indagine che spazia su circa 210 aree designate di mercato (Designated Market Areas).
Come incrementare le vendite della mia azienda?
Entriamo nel vivo: proviamo a cercare un prodotto specifico, es. cravatte (“neckties”). La query, all’istante, genera un grafico che mette in luce l’evoluzione del trend di popolarità del prodotto nel periodo predefinito dell’ultimo mese. Il trend è ricavato dalla mole di ricerche, ripetute e quindi propedeutiche all’acquisto, eseguite dagli utenti. A tutela della privacy, i dati delle singole preferenze espresse vengono presentati come aggregato e quindi non risulta possibile risalire al dettaglio individuale.
Automaticamente, Google Shopping Insights propone una lista dei brand maggiormente “popolari”, sempre in base alle ricerche, sul nostro prodotto “neckties”
Il valore di popolarità va da 0, nulla o scarsa in base alle ricerche, a 100, volume massimo di “queries” per quel periodo, quella categoria, quell’area geografica.
Se vogliamo, poi, possiamo anche personalizzare l’area di ricerca su una regione (anzi stato visto che parliamo degli Stati Uniti) o una città specifica: strumento utilissimo per un venditore che intende espandere la propria attività in territori limitrofi o semplicemente rafforzarsi sul proprio contesto.
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Ma Google Shopping Insights non si ferma qui, anzi.
Il prodotto fornisce, inoltre, uno strumento chiave di business intelligence: l’analisi dei potenziali competitor. La ricerca, infatti, può esser associata a un brand specifico e, in questo modo, con una comparazione possiamo avere una panoramica generale su quale brand sia maggiormente “desiderabile”, in base ai dati raccolti. E di conseguenza possiamo esultare, se siamo primi, o rimboccarci le maniche per invertire il trend e dirigerci verso attività di business più redditizie.
In sostanza, per il vantaggio competitivo, unico, rappresentato da Google in termini di flusso di utenti e per gli strumenti messi a disposizione, Google Shopping Insights può aprire una nuova frontiera del commercio elettronico e, al contempo, nuovi scenari per le strategie di business intelligence.
Se da un lato il boom del commercio elettronico verificatosi negli ultimi tempi ha dato il via a una progressiva “estinzione” di piccoli commercianti e venditori al dettaglio, dall’altro Google Shopping Insights può dare il via a un interessante rovesciamento della medaglia.
Grazie agli strumenti di analisi dei trend sulla popolarità di alcuni prodotti, il piccolo commerciante e il venditore al dettaglio possono avere l’opportunità di comprendere, in breve tempo, l’andamento di vendita, ipotetico, di prodotti e servizi, rapportarlo a quello dei propri competitor, riuscendo, se possibile, a riprogrammare le proprie attività verso settori di maggiore profitto. Si tratta di una sfida interessante soprattutto per il nostro “made in Italy” i cui protagonisti sono anche i piccoli imprenditori artigiani presenti sul territorio nazionale che molte volte fanno fatica a competere con i big player. Non si tratta semplicemente e soltanto di strumenti con cui salvare le piccole dimensioni commerciali ma di aprire nuove frontiere di sviluppo del business e job creation attraverso il mix, sapiente, tra la creatività artigiana e le opportunità emergenti dai big data e promosse, in questo caso, da Mr. Google.
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