Direttiva Europea sul Copyright: cosa cambia adesso?
Lo scorso 26 marzo il Parlamento Europeo ha approvato la riforma sul Copyright, la discussa regolamentazione sul diritto d’autore nell’Unione Europea. La direttiva è passata con 348 voti a favore, 274 contrari e 36 astenuti.
Non sono bastati dunque il parere contrario di molti esperti, la rinnovata protesta di Wikipedia e una petizione su Change.org che ha raggiunto un numero record di adesioni (più di 5 milioni) per fermarla.
Scopriamo insieme cosa cambierà in concreto, in particolar modo in riferimento ai tanto discussi articoli 11 e 13 della direttiva originale.
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Direttiva Europea sul Copyright: Cosa cambierà adesso in Italia?
Nel concreto, non cambierà nulla nell’immediato. Infatti, trattandosi di una direttiva, i vari Paesi Europei hanno due anni per recepire la normativa e farla entrare in vigore nel proprio territorio di competenza, anche con delle modifiche. L’Ente europeo dà dunque le linee guida, ma sarà poi a discrezione dei singoli Paesi definire la regolamentazione definitiva.
Questo, dunque, dipenderà molto dal Governo in carica nel momento dell’effettiva discussione e entrata in vigore del testo. Si pensi infatti che l’attuale formazione alla guida dell’Italia, composta da Lega e Movimento 5 Stelle, ha votato contro la direttiva in sede Europarlamentare; al contrario, i deputati del PD sono sempre stati a favore. Questo indica che in base a chi metterà mano a questo nuovo regolamento in fase di attuazione, le cose potrebbero andare in modi molto diversi. Staremo a vedere.
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Cosa dice l’articolo 15 (ex art. 11)
L’articolo 15 è la nuova versione del controverso ex art. 11. In poche parole, stabilisce che anche i giornali godano dei diritti di sfruttamento riconosciuti già a film e musica per l’uso che viene fatto online dagli information society service providers, ovvero gli aggregatori di news come Google News, ma anche Feedly, Flipboard e tanti altri.
Viene in pratica richiesto l’acquisto di una licenza d’uso per pubblicare estratti di articoli di giornale. Nella nuova versione del testo (al contrario dell’originale in cui non c’era alcun chiarimento al riguardo) viene specificato che fanno eccezione hyperlink, singole parole o brevi estratti: in teoria, tutto lo snippet. In pratica, non si è sicuri di cosa si intenda per per “breve”. Questa patata bollente dovrà essere poi affrontata dai singoli Stati nel momento in cui la direttiva diventerà legge nazionale.
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Cosa tratta l’articolo 17 (ex art. 13)
Il nuovo articolo 17 è la revisione del problematico articolo 13. Esso prevede che le piattaforme online esercitino una sorta di controllo su ciò che viene caricato dai loro utenti, in modo da impedire la pubblicazione di contenuti protetti dal diritto d’autore e sul quale gli utenti non detengono diritti. Le piattaforme dovranno quindi impegnarsi a rimuovere tutti i contenuti illeciti e prevenirne la loro futura pubblicazione con un meccanismo di “filtro”.
In pratica, anche in questo caso le varie piattaforme dovranno acquistare una licenza d’uso dai detentori dei diritti di contenuti come musica, video, etc. Da quel momento, saranno responsabili legalmente delle eventuali infrazioni dei propri utenti: questo forse sarà un deterrente e soprattutto un incentivo a sviluppare filtri sempre più efficaci. Certo, questo non garantisce che essi riescano nell’intento.
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