Come essere al primo posto nella SERP di Google
Essere in cima alla SERP di Google significa essere trovato per primo e guadagnare la maggior parte dei click da parte degli utenti che hanno cercato la parola chiave per cui ti sei indicizzato; secondo recenti statistiche, infatti, la prima voce nella lista viene scelta dal 31,7% delle persone.
Per te imprenditore che usi il web per promuovere i tuoi prodotti/servizi, avere una buona posizione nella ricerca organica significa soprattutto più potenziali clienti in entrata, crescita delle conversioni e, di conseguenza, aumento importante delle vendite.
Scopriamo dunque i segreti dell’ottimizzazione SEO riportando i dati di una ricerca svolta da Backlinko. L’agenzia statunitense ha condotto un’analisi su 1 milione di risultati di ricerca Google per stabilire quali sono i criteri con cui questo motore di ricerca classifica i siti.
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12 tattiche per essere al primo posto nella SERP di Google
#1 Usa strategicamente i Backlinks
Per prima cosa, Backlinko ha confermato una delle regole d’oro della SEO: i backlink sono ancora molto importanti per Google. Avere tanti collegamenti verso altre pagine web di qualità (ovvero, considerate autorevoli dal motore di ricerca) è giudicato positivamente e aiuta a scalare il ranking. Allo stesso modo, se la propria pagina viene linkata da tanti e vari domini web, essa aumenterà la sua popolarità guadagnandosi le attenzioni di Google.
Ottenere collegamenti ipertestuali è fondamentale e primario per ogni strategia SEO, ma si ricordi una regola fondamentale: prediligi la qualità alla quantità. Un solo link alla tua pagina fatto da un sito autorevole vale più di 10 collegamenti impopolari.
#2 Il tuo sito deve essere autorevole
Grazie allo strumento Domain Rating di Ahrefs, Backlinko ha scoperto che è molto importante anche l’autorevolezza complessiva dei link valutata sul tuo sito.
C’è un diretto collegamento tra autorevolezza complessiva del sito e posizionamento. Perciò, migliorando la qualità dei link verso una tua singola pagina, migliorerai l’autorevolezza complessiva e dunque anche la visibilità delle altre pagine.
#3 Scrivi contenuti di valore
Grazie a MarketMuse, una piattaforma che aiuta ad ottimizzare i contenuti per il web, la ricerca ha scoperto che un contenuto di valore, qualitativamente buono e molto dettagliato, viene giudicato meglio da Google e dunque posizionato più in alto nella SERP.
L’algoritmodi Google attivo dal 2013, infatti, non si limita più a “leggere” solo le parole chiave nelle pagine, ma fa uno scraping complessivo del contenuto, comprendendo sinonimi e parafrasi, nell’ottica di una “ricerca semantica” più che puramente linguistica. In sintesi, il motore di ricerca comprende l’intenzione di ricerca dell’utente, suggerendo nella SERP anche le pagine che pur non contenendo nella query le parole chiave precise, si accostano per argomento. Per questo, fare lunghi e articolati contenuti gioverà al posizionamento del vostro sito: Google vi riterrà esperti di quell’argomento e vi posizionerà più in alto nella SERP.
#4 Prediligi contenuti lunghi
Con la collaborazione di SEMRush, Backlinko ha scoperto che i contenuti lunghi hanno più probabilità di finire tra le prime posizioni della SERP. Si pensi che è stato calcolato che, in media, la pagina che si posiziona per prima ha 1890 parole.
Questo si ricollega al punto precedente, ovvero: se scrivi molto e in modo approfondito, Google ti giudicherà più esperto in quell’argomento, dandoti più autorevolezza. I contenuti lunghi sembrano inoltre più graditi per la condivisione sui Social Media.
#5 Adotta il protocollo HTTPS
Non tutti i siti sono aggiornati al protocollo di sicurezza standard HTTPS. Eppure, questo è uno dei fattori che Google giudica per primo.
Dal gennaio 2017 sono entrati in atto penalizzazioni per i siti con protocollo HTTP, ritenuti meno sicuri (avete presente quando cercando un sito vi compare la schermata del browser che vi avvisa che quel dominio non è sicuro?). Google adesso classifica meglio i siti che entro il 2017 hanno effettuato la conversione al nuovo protocollo, al contrario spinge in fondo alla lista quelli obsoleti.
#6 Non ti affannare ad usare il linguaggio di markup Schema
Qualche anno fa, si diceva che dotare il primo sito di questo linguaggio fosse fondamentale per migliorare il proprio posizionamento, in quanto avrebbe aiutato l’algoritmo di Google a comprendere il contenuto della pagina. Tuttavia, negli anni non è stata riscontrata una particolare correlazione tra i codici di Schema.org e il ranking.
Leggi anche: 10 errori da evitare con le Parole Chiave
#7 Abbrevia i tuoi URL
Google predilige gli URL brevi. Infatti, sembra che il motore di ricerca fermi la sua attenzione alle prime cinque parole, “tagliando” quelle successive. Gli URL lunghi, poi, sono sinonimo di pagine annidiate molto distanti dalla home page alle quali Google attribuisce meno autorevolezza.
#8 Usa (bene) le immagini
I contenuti con almeno un’immagine sembrano posizionarsi meglio nelle SERP di Google. Non è stato stabilito se il numero di immagini sia importante, una potrebbe anche bastare, a patto che rispetti alcuni criteri: deve essere di alta qualità, di dimensioni adeguate a non rallentare il caricamento del contenuto e possedere il Tag Title contenente le parole chiave.
#9 Parole chiave nel titolo: sì, ma non è tutto
A quanto pare, a causa del nuovo metodo di scraping di natura semantica che fa Google, non risulta più fondamentale inserire le parole chiave anche nel titolo della pagina. Per quanto male non faccia (ricordiamo che per la SEO questo è un pilastro), sembra che per il motore di ricerca questo abbia perso progressivamente importanza.
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#10 Fai in modo che il tuo sito sia veloce
È stato rilevato che anche la velocità di caricamento delle pagine web viene presa in considerazione da Google. Il motore ritiene talmente importante questo fattore che ha sviluppato uno strumento per misurare la velocità di un dominio: il PageSpeed Insight per gli sviluppatori. Se il tuo sito è rapido nel caricamento, scalerà più facilmente la SERP.
#11 Non usare testi di ancoraggio che contengano le parole chiave
Secondo Backlinko è meglio evitare backlink che usano un testo di ancoraggio contenente le parole chiave. Questo perché Google Penguin, l’algoritmo sviluppato dal colosso di Mountain View per scovare quei siti che ricorrono alla SEO spam (uso eccessivo e ingannevole delle tecniche SEO), potrebbe dare un voto negativo al vostro sito.
#12 Evita che gli utenti scappino dal tuo sito
Un’alta frequenza di rimbalzo (o bounce rate) è giudicata negativamente da Google. Non solo CTR (click-torough-rate) dunque, ma viene preso in considerazione anche il tempo di permanenza dell’utente sul tuo sito. Garantisci un’esperienza piacevole al visitatore così che sosti sul tuo sito il più a lungo possibile: volerai ai primi posti della classifica!
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