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Siti web low cost: quali sono i pericoli che nascondono?

E’ difficile resistere alla tentazione di risparmiare, soprattutto quando stiamo acquistando un prodotto di cui non conosciamo davvero le caratteristiche tecniche e quanto lavoro sia necessario per svilupparlo al meglio: nel mondo competitivo del web design e dello sviluppo software sta accadendo infatti, che sul mercato vengono proposti (e acquistati) molti siti web a basso e bassissimo costo. Con questo articolo vi spieghiamo perché questi prodotti possono costare molto più di quanto si pensi.

Perché si, è vero che è possibile configurare rapidamente siti web usando modelli economici, ma sappi che con un sito così la tua azienda potrebbe entrare presto in cono d’ombra e diventare quasi invisibile. Template a basso costo possono lasciarti a bocca asciutta, con molti problemi e poche soluzioni.

Anche se è difficile vedere i pericoli nascosti del basso costo e riuscire ad immaginare i sacrifici che farai in futuro per il vantaggio sul prezzo acquisito oggi, con un po’ di riflessione e informandoti sulle esperienze di altri acquirenti potrai capire più di quanto immagini.

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Quali sono le possibili problematiche di in sito web Low cost?

1 In basso sui motori di ricerca

Il fattore di gran lunga più importante del marketing online è la capacità di un sito Web di classificarsi in alto nelle serp dei motori di ricerca e di essere trovato online, attirando così nuovi clienti verso l’attività di cui è la vetrina virtuale. Se non si è posizionati molto in alto nei motori di ricerca, è infatti molto improbabile che si possa esser trovati online da potenziali clienti. I modelli di siti web economici mancano di molti elementi fondamentali del SEO e in generale prestano poca attenzione ai requisiti di base di ciò che in sostanza è il ‘design del sito web per i motori di ricerca’. I siti che non sono conformi alle indicazioni di base standard del SEO non verranno mai visualizzati nella prima pagina di Google e i tuoi clienti verranno indirizzati alle armi della concorrenza.

2 Lento, gonfio e non protetto

Un template di un sito web è stato progettato tenendo conto di molti tipi di business diversi, e quindi sono modelli molto ricchi di funzionalità come tools per l’e-commerce, forum, blog e molto altro ancora. Tutto questo potrebbe colpirti, dandoti l’impressione che dietro vi sia molto lavoro accurato. In realtà non è così: la maggior parte di quelle funzionalità per la tua azienda potrebbero essere inutili, e quindi rimanere nel tuo sito come aree ferme e morte.

Non solo: quando si usa un template preordinato si carica tantissimo codice che non serve. E’ un enorme svantaggio per quanto riguarda la velocità: questi template sono dotati di centinaia di font e opzioni di stile che non ti serviranno mai, eppure i siti sviluppati male li caricheranno lo stesso anche se non potrai vederli. Di conseguenza, il tuo nuovo sito web sarà dolorosamente lento, difficile per chi si collega da mobile e sicuramente non sarà un favorito dai motori di ricerca.

Infine c’è il fattore sicurezza e protezione. Forse non sai che uno di questi modelli, uno tra i più usati per i siti internet, è stato installato su oltre 430.000 diversi siti web. Se anche volessimo trascurare il fatto che tutti questi siti hanno lo stesso design non possiamo trascurare invece che gli hacker attaccano questi siti proprio perché possono essere un obiettivo facile. Gli hacker cercano falle nella sicurezza dentro la grande quantità di codice che contengono: non è difficile perché possono scaricare il modello e apprendere quali allarmi disabilitare, semplicemente leggendo il codice come fosse una mappa che indichi dove si trova la cassaforte di una banca. Una volta scoperta la falla, l’hacker proverà a distribuire malware e virus, cercando di infettare tutti i siti che utilizzano quel template.
E’ questa la ragione per cui gli sviluppatori di template producono continuamente aggiornamenti di sicurezza e riscrivono quasi ogni settimana il codice esistente consigliandoti di installare sul tuo server quello nuovo.

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3 Design scadente

Solitamente chi ti offre un sito low cost non ti offre molte alternative sul design: le società di progettazione a basso costo propongono l’utilizzo di un template, che non trasmetterà adeguatamente le potenzialità del tuo marchio e del tuo brand.

Tutto questo si trasformerà in una posizione debole sui motori di ricerca e in un marketing debole: la tua azienda potrebbe avere un’immagine generica, senza carattere e personalizzazione, soltanto una vaga dichiarazione d’intenti.

I siti web low cost sono progettati male, il che significa che probabilmente funzioneranno male e non saranno in grado di convertire i visitatori in preziosi lead o acquisti. Con meno pagine interattive per i clienti e a causa della lentezza sui dispositivi mobili, il tuo sito web verrà seminato dai tuoi competitors che hanno investito saggiamente nel loro marketing digitale.

4 Hosting a basso costo

L’hosting non è solo un server web, e dietro c’è molto di più. E’ saggio assicurarsi che il proprio provider di hosting esegua backup regolari e disponga di un team di supporto che possa aiutarti a modificare il tuo sito web quando avrai bisogno di aiuto. Non è detto che questo servizio debba essere costoso, l’importante è che sia di qualità e devi accertarti che chi sviluppa il tuo sito internet cerchi un hosting di qualità.

La qualità prima di tutto

Noi di Mg Group Italia siamo convinti che dobbiamo dare un servizio di qualità ai nostri clienti, che sia necessario supportali nel loro business con tutti gli strumenti migliori che possiamo offrire, e infine che non dobbiamo dimenticare l’estetica e la qualità del design, perché come tutti sanno è anche il vestito che fa il monaco. Inoltre i professionisti di Mg Group comprendono perfettamente l’importanza dell’ottimizzazione SEO, la nostra manutenzione è efficiente, e garantiamo che non avrai problemi in futuro.

Creiamo ottimi siti web, sempre di qualità, per tutte le fasce di budget.

I nostri Siti Web Firenze, realizzati nella web Agency da professionisti del settore, è la soluzione alle esigenze tue e del tuo business.

Se desideri saperne di più sulle nostre offerte, sui nostri pacchetti e su come da tanti anni riusciamo a soddisfare i nostri clienti, richiedici subito una consulenza gratuita e senza impegno.

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Come migliorare la Reputazione dell’Immagine Online

Difendere la propria immagine online nella società contemporanea, quella dove sempre e comunque ‘the show must go on’, è diventato un obiettivo imprescindibile per chi vuole avere un business di successo, qualsiasi esso sia.
‘Non ti curar di loro e passa’, il vecchio adagio popolare italiano che invitata a ignorare le malelingue, non è più del nostro tempo e va ribaltato: oggi l’imperativo è ‘curati di chiunque parla male di te e fermati subito per convincerlo del contrario’. Perché? Il motivo è semplice: da quando esistono il web e i social media tutto ciò che viene detto resta, a futura memoria, scritto su pagine virtuali consultabili da chiunque in qualsiasi momento.
Per questo la reputazione online della tua azienda e dei tuoi prodotti è fondamentale se vuoi vendere online, convincere i clienti, generare un passaparola positivo.

Non trascurare la tua Immagine Online

Agire per avere un’immagine curata (andresti mai ad incontrare un cliente con i vestiti completamente sporchi di fango?) e puntare a conquistare quante più recensioni positive ai tuoi prodotti è possibile conquistare.

Cosa succede però se iniziano ad aumentare drasticamente le recensioni negative?

O se peggio ancora il nome della tua azienda viene associato a parole come “delusione” o “fregatura”? Succederebbe che il danno d’immagine sarebbe enorme, con colpi quasi mortali alla tua brand reputation e quindi alla futura curva del tuo fatturato.

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Web Reputation: é sempre meglio prevenire che curare

Meglio – ed è sempre bene ricordarsene – prevenire che curare: investire per monitorare la propria Reputation, ad esempio con il social listening o la sentiment analysis, e per migliorarla con scelte che puntano ad affermare la propria influenza su un territorio e a comunicare positività, impegno sociale, attenzione all’ambiente.

In ogni caso è possibile anche intervenire in seguito, quando il danno di immagine si è già prodotto, utilizzando strategie SEO e Web Marketing professionali orientate a rendere sempre meno visibili le notizie e i commenti negativi, e a migliorare la brand reputation del tuo marchio.

E’ giusto rispondere ai commenti negativi?

Facciamo degli esempi: quello perfetto è quello che conoscono tutti i ristoratori, i negozianti, gli organizzatori di eventi che ricevono recensioni negative da un cliente su piattaforme come TripAdvisor o su forum diversi. In questo caso si tratta di un problema di reputazione e di immagini di piccole proporzioni, da risolvere con tecniche semplici scegliendo una tra le strade diverse disponibili. Ciò che suggeriamo di fare ovviamente è di rispondere con un linguaggio semplice e chiaro, possibilmente gentile, perché una mancata risposta significa automaticamente ammissione di colpa.

Ricordatevi sempre di fare prima un’analisi dei motivi che possono aver spinto quel cliente a scrivere la recensione negativa: ha una qualche fondata ragione? Se pensate di si, e dovete essere onesti con voi stessi, allora intervenire subito per rimuovere o correggere il problema generato nella vostra azienda. E se è possibile spiegate nella risposta al cliente in che modo siete intervenuti per evitare che i disagi si ripetano.

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E’ possibile eliminare i lunghi post negativi?

In caso di post più lunghi contenenti giudizi negativi, ben indicizzati e in prima pagina sui motori di ricerca, la situazione è più complessa ma non sarà lo stesso impossibile intervenire. Si tratta in sostanza di produrre ulteriori nuove notizie, attraverso comunicati stampa, annunci, racconti o compagne di comunicazione, che possano far scendere in secondo piano quello negative che ora sono in cima alle SERP dei motori di ricerca.

Social network, siti internet, stampa amica: vanno utilizzati tutti i canali possibili per diffondere le nuove notizie. E’ fondamentale inoltre assumere un consulente SEO capace di creare una strategia per far in modo di occupare le prime pagine dei risultati di Google con articoli che parlano positivamente dei prodotti è una scelta saggia che consigliamo.

Cronaca negativa? La situazione è molto difficile ma va saputa affrontare in modo efficace

L’ultimo caso di cui vogliamo parlarvi è quello che vede le aziende coinvolte in qualche scandalo negativo, in qualche incidente in cui si siano feriti degli esseri umani o in qualche vicenda giudiziaria.

In casi come questi i commenti sui social o nei forum sono l’ultimo dei problemi perché a diffondere le notizie negative capaci di azzoppare definitivamente la brand reputation di un’azienda saranno direttamente le agenzie di stampa, le televisioni, più in generale gli organi di stampa. In casi come questi può essere d’aiuto aver predisposto prima un piano per la comunicazione di crisi e quindi affrontare le ore più difficili in maniera efficace.

Se invece la situazione diventa velocemente irrecuperabile allora poi non resta che tentare le strade più impervie:

  • In primis contattare il proprio team legale, o semplicemente il vostro legale: se siete convinti di essere finiti in una gogna mediatica, di essere innocenti e accusati ingiustamente, allora dovete querelare chi lo fa e intimargli di cancellare (o rettificare) i contenuti accusatori.
  • Come secondo passaggio cercate di fare appello al diritto all’oblio: anche se non è possibile far cancellare tutto a causa della tutela legittima del diritto di cronaca probabilmente potreste riuscire ad ottenere qualche miglioramento.
  • Infine inventate una nuova iniziativa, meglio se benefica, grande e molto visibile, che possa riabilitare l’immagine della vostra azienda e darvi una posizione migliore da cui ripartire.

Fate in fretta, chiedete subito una consulenza di web marketing per difendere la vostra Immagine Online!

Mg Group Italia, che ha tante sedi tra cui la migliore web agency a Macerata, è una società specializzata nel web marketing, che ha compreso già da molti anni che la comunicazione tradizionale, quella del cartaceo per intendersi, non è più assolutamente sufficiente e deve essere accompagnata, in alcuni casi persino sostituita, da nuove strategie basate sull’online.

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Russiagate: tra fake e troll dei social di Russia e Iran

L’appuntamento più ravvicinato è quello con le elezioni di midterm in Usa e l’attenzione sulla possibilità che la Russia tenti di influenzarne il risultato si fa con il passare dei giorni sempre più alta. Solo qualche giorno fa il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, John Bolton, ha dichiarato alle agenzie di stampa di aver messo in guardia la controparte russa contro eventuali interferenze nelle elezioni a novembre, dopo aver incontrato a Ginevra Nikolai Patrushev, direttore del consiglio per la sicurezza nazionale russa. Ha detto: “Ho chiarito che non tollereremo interferenze nelle elezioni del 2018 e che siamo pronti a prendere le misure necessarie per impedire che ciò avvenga”.
Nel frattempo Facebook e Microsoft qualche misura hanno già da tempo cominciato a prenderla, dopo che sono emersi numerosi casi in cui è stata riscontrata una propaganda coordinata di disinformazione da parte di potenze straniere negli Stati Uniti e in alcuni paesi Europei. In questo articolo vi spieghiamo come Facebook ha scoperto i finti profili coinvolti nel Russiagate.

Ancora 652 pagine fake legate al Russiagate rimosse da Facebook

Il 21 agosto 2018 la compagnia fondata da Mark Zuckerberg ha rilasciato un comunicato in cui spiega di aver individuato una campagna di disinformazione partita da Russia e Iran:

“Oggi abbiamo rimosso numerose pagine, gruppi e account per comportamento inautentico coordinato su Facebook e Instagram. Alcune di queste attività hanno avuto origine in Iran, e alcune hanno avuto origine in Russia. Si trattava di campagne distinte e non abbiamo identificato alcun collegamento o coordinamento tra loro. Tuttavia, hanno usato tattiche simili creando reti di account per ingannare gli altri su chi erano e cosa stavano facendo.

Mettiamo al bando questo tipo di comportamento perché vogliamo che le persone siano in grado di fidarsi delle connessioni che effettuano su Facebook. Stiamo facendo progressi sul contrasto a questo tipo di questo abuso, ma come abbiamo detto prima dobbiamo sapere che si tratta di una sfida continua, perché i responsabili sono determinati e ben finanziati. Dobbiamo costantemente migliorare per rimanere all’altezza. Ciò significa costruire una tecnologia migliore, assumere più persone e lavorare più a stretto contatto con le forze dell’ordine, gli esperti di sicurezza e altre società. La loro collaborazione è stata fondamentale per le nostre indagini, dal momento che nessuna azienda può combattere da sola.”

Si tratta in sostanza della rimozione in 4 continenti di 652 fra pagine, gruppi e profili rimossi che condividevano in maniera coordinata materiale a sfondo politico. Facebook stavolta si è mossa con tempestività, probabilmente per il timore di incappare di nuovo in casi come quello di Cambridge Analytica, altri scandali sul tema della privacy e in quello sui sospetti di interferenze sulle presidenziali Usa del 2016. Per questo Facebook ha preferito non aspettare che le indagini, le analisi e le verifiche del materiale considerato sospetto si concludano e ha bloccato le pagine e la diffusione dei messaggi.

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Lo schema delle connessioni sospette dall’Iran

Ad aver messo in allerta Facebook rispetto a quanto stava accadendo è stata la società di cyber security FireEye, che nelle sue attività di monitoraggio della rete ha riscontrato movimenti anomali. La società afferma di poter indicare con moderata fiducia in attori iraniani i responsabili di questa campagna di disinformazione e ha pubblicato lo schema delle connessioni sospette analizzate e rilevate.

Facebook dal canto suo ha indicato che il gruppo denominato Liberty Front Press cui fanno capo diversi account su Facebook e Instagram con circa 155mila follower, stando alle registrazioni del sito e agli indirizzi IP e degli amministratori risultava legato a media di Stato iraniani, con i primi account creati nel 2013 e con contenuti su Medio Oriente, Regno Unito e Usa. Dalle prime ricerche in effetti non si segnala tra gli obiettivi di questo gruppo quello di influenzare le elezioni di midterm, sebbene non si escluda “che tentativi in questo senso possano essere stati fatti”. Altri due gruppi sono stati segnalati con legami all’Iran.

Come funzionano le attività legate all’intelligence russa

La società di Mark Zuckerberg  ha rilevato anche un quarto gruppo, il cui obiettivo è diffondere notizie false su Siria e Ucraina, legato a fonti che secondo Facebook gli Usa considerano relazionate con l’intelligence militare russa.

Una delle piattaforme rimosse dal social network pare sia stata già al centro di precedenti ricerche: il gruppo  “Inside Syria Media Center diffondeva infatti ricostruzioni pro-Cremlino e pro-Assad raramente supportate da prove”.

Secondo Facebook “la terza parte dell’indagine ha portato alla luce un’altra serie di conti e pagine, la prima delle quali è stata creata nel 2011, che ha ampiamente condiviso contenuti sulla politica mediorientale in arabo e farsi. Hanno anche condiviso contenuti sulla politica nel Regno Unito e negli Stati Uniti in inglese. Abbiamo scoperto questo set per la prima volta nell’agosto 2017 e abbiamo ampliato le nostre indagini nel luglio 2018.”

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Si parla sostanzialmente dei seguenti dati:

Presenza su Facebook e Instagram: 168 pagine e 140 account su Facebook, oltre a 31 account su Instagram.

Followers: circa 813.000 account hanno seguito almeno una di queste pagine e più di 10.000 hanno seguito almeno uno di questi account Instagram.

Pubblicità: oltre $ 6.000 di spesa per annunci su Facebook e Instagram, pagati in dollari USA, lire turche e rupie indiane. Il primo annuncio è stato pubblicato a luglio 2012 e l’ultimo è stato pubblicato nell’aprile 2018. Non abbiamo completato la nostra revisione dei contenuti organici provenienti da questi account.

Anche in questo spesso accade che il contenuto non veritiero nato su questa o altre pagine viene poi ripreso da media legittimi e filogovernativi come Sputnik e RT (oltre che da un certo numero di portali cospirazionisti), per poi essere rilanciato su social network da troll (anche reti di bot, come quelle operanti dalla nota Ira di San Pietroburgo), influencer e utenti comuni.

Anche Microsoft e Twitter rimuovono account

In questi giorni in cui la guardia continua ad essere sempre più alta sui troll e i profili fake costruiti ad arte per diffondere falsi contenuti politici, anche Microsoft e Twitter hanno annunciato di aver bloccato e/o rimosso delle pagine. Microsoft ha rivelato l’esistenza di una nuova campagna di phishing – condotte negli Stati Uniti ai danni di organismi vicini ai repubblicani – che porterebbe la firma di Apt28, un famigerato gruppo informatico che molti addetti ai lavori collegano all’intelligence militare di Mosca. E Twitter ha comunicato di aver fermato ben 284 account (in questo caso ritenuti collegati a Teheran) coinvolti in operazioni di manipolazione dell’opinione pubblica.

Difendersi dalle fake news per difendere la democrazia

Questi e altri casi che stanno emergendo negli ultimi anni dimostrano quanto sia importante difendersi dalle fake news e quanto impedire gli abusi sui social network sia fondamentale per difendere la pienezza del funzionamento democratico delle nostre istituzioni. Non dimenticare mai di usare il web con consapevolezza, controllare le fonti, affidarti a testate affidabili. Il futuro dipende da tutti noi: usiamo la nostra intelligenza per migliorarlo.

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Un sito web performante punto per punto

Il sito web non è un semplice tool messo a caso come corredo al proprio business. Una volta online è necessario che disponga di elementi performanti per poter comunicare il vostro messaggio aziendale al meglio, rendervi visibili e professionalmente adeguati ai tempi attuali.

Un sito web ben strutturato e organizzato non solo è facile da navigare ma anche veloce, altra caratteristica che ben lo fa amare da Google. La funzionalità è la caratteristica fondamentale di un sito web: pur linkando pagina dopo pagina, le persone devono sempre poter tornare indietro, andare avanti nella pagina successiva o decidere di linkare la home per tornare al punto di partenza. Il sito web deve poi essere completo: non devono mancare pagine come quella dei servizi o l’elenco dei prodotti dell’azienda perché contenuti imprescindibili di cui nessuno può fare a meno.

Vediamo insieme come costruire lo scheletro di un sito web.

Le pagine da inserire nel menù del sito web

L’homepage è la pagina di apertura del sito, la pagina che dovrebbe contenere il cosiddetto “effetto wow!” e far venir voglia quindi di esplorare il sito e continuare la navigazione.

La homepage può essere statica o dinamica: la prima appare sempre nello stesso modo, mentre l’altra cambia a seconda ad esempio dell’ultimo articolo del blog che è stato pubblicato.

Non esiste sito web senza la famosa pagina chi Siamo. Lo sbaglio da non commettere è quello di parlare di sé o della propria azienda in maniera meramente descrittiva o auto-referenziale. Le pagine about di maggior successo rispondono alle domande dei visitatori: Chi sei? Chi sono i tuoi collaboratori? Le tue partnership? Quali clienti hai? Ma soprattutto quale problema risolvi? È la pagina ideale per proporre la newsletter, ad esempio.

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Altro ingrediente fondamentale è la pagina dedicata ai servizi: servizi o prodotti che siano, infatti, il sito web necessita di una pagina sempre aggiornata da dedicarvi.

Da dove cominciare per una descrizione efficace? Il primo stratagemma è quello di annotare tutte le domande poste dai clienti al momento della richiesta del preventivo al fine di capire cosa vogliono sapere, quali informazioni ricercano maggiormente e soprattutto quali sono i dubbi al riguardo. Maggiori dettagli si riescono a fornire e maggiori obiezioni alla vendita si riesce a superare, maggiore sarà l’efficacia della pagina: in questo modo la conversione delle visite in contatti e in potenziali clienti sarà quasi automatica.

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sito web

Vitale è, poi, la pagina contatti: nonostante la si dia per scontata, esiste un numero sconfinato di siti che non provvedono alla creazione e per cui è necessario navigare altrove per la ricerca contatti.  Questa preziosa pagina va posizionata nel menù di navigazione, al termine, dopo tutte le altre. Consigliabile peraltro linkarla in una call to action (CTA), il pulsante che invita le persone a compiere un’azione. In questo caso specifico è utile chiedere di essere contattati per un preventivo o una richiesta informazioni. La pagina contatti deve poi contenere un modulo per l’invio di una richiesta immediata, un contact form: è necessario che indirizzo, numero di telefono, icone social collegate ai vari network e indirizzi mail siano in evidenza.

Per concludere, il cuore pulsante dell’attività: il blog. Si tratta della pagina cardine del sito e per questo necessita di un aggiornamento frequente, è interattivo e dinamico. A differenza delle altre pagine statiche, infatti, il blog ha bisogno di un lavoro continuo di creazione dei contenuti, pubblicazione e diffusione sui social per cui è necessario un preventivo piano editoriale.

Per avere qualche dritta in più, rivedi Come e perché creare un blog di successo

A questo punto è pronta la sitemap (base per la mappa) del sito web. Come detto in precedenza, è necessaria l’ideazione di una strategia preventiva, oltre ad evitare pagine poco utili e poco coerenti con il lavoro SEO alla base dell’attività.

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Il GDPR: tutto quello che è utile sapere

Il GDPR è il Regolamento Generale sulla protezione dei dati (GDPR – General Data Protection Regulation) che entrerà in vigore il 25 maggio 2018 in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, dopo quattro anni di dibattiti e trattative.

Si tratta di una piccola rivoluzione nel mondo della privacy, attesa ormai da diversi anni e il cui percorso è stato in continua salita, essendoci in gioco milioni di euro legati soprattutto alle attività di marketing e di profilazione oltre che i rapporti tra Europa e resto del mondo. Con tale regolamento la Commissione Europea intende rafforzare e unificare la protezione dei dati personali per cui tutti i regolamenti dei 28 Stati sono stati armonizzati con una serie di leggi. In quest’anno le organizzazioni devono informarsi sulle azioni da implementare e pianificare le attività, in vista delle conseguenti modifiche organizzative.

Quali cambiamenti comporta il GDPR?

  1. DPO: Obbligatorietà della figura del Data Protection Officer in ogni sede dell’azienda/ente pubblico.
  2. Sicurezza dei Dati – [Privacy By Design] : fin dalla progettazione delle attività di trattamento dovranno essere valutate le necessarie garanzie al fine di soddisfare i requisiti del Regolamento e tutelare i diritti degli interessati, anche adottando misure specifiche come la minimizzazione e la pseudonimizzazione, a garanzia della protezione dei dati personali.
  3. Diritto alla Portabilità dei dati: consente all’interessato di ricevere i dati precedentemente forniti ad un titolare del trattamento, oltre che di richiedere che gli stessi vengano trasmessi ad un latro titolare.

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  1. Registri delle attività di trattamento: sono tenuti dal Titolare e dal Responsabile del trattamento in relazione alle operazioni di trattamento effettuate sopra la propria responsabilità, contengono informazioni che riguardano le finalità del trattamento, le categorie di dati personali, i soggetti interessati e le misure tecniche e organizzative adottate.
  2. Segnalazioni delle violazioni: i responsabili dei dati devono informare entro 72 ore le autorità di protezione dei dati (Garante della Privacy) riguardo ogni violazione che metta a rischio i diritti degli individui e nel più breve tempo possibile tutti gli individui affetti in caso di violazione ad alto rischio.
  3. Valutazione dei rischi: obbligo in capo al Titolare che, a fronte di trattamenti che presentino rischi elevati, deve effettuare una valutazione dell’impatto del trattamento sulla protezione dei dati. Ovvero una valutazione preliminare delle conseguenze a cui un processo andrebbe incontro nel caso in cui venissero violate le misure di protezione dei dati. Se il rischio risulta elevato, occorre consultare il Garante della Privacy.
  4. Diritto alla cancellazione: la possibilità di ottenere la cancellazione dei propri dati personali.
  5. Sanzioni: Violare il GDPR comporta pene severe, con multe fino a 20 milioni di euro o del quattro per cento del fatturato globale, se superiore.

Leggi anche Usare i social network in modo consapevole e sicuro: gli errori da non fare!

Tutte queste novità impongono una serie di valutazioni da parte delle organizzazioni, rispetto alla Protezione dei Dati e comportano un necessario adeguamento alle nuove disposizioni.

La scadenza per il GDPR: il 24 maggio 2018

Il periodo utile per le aziende europee per adeguarsi alla nuova normativa privacy è di due anni e venti giorni a partire dal momento in cui il regolamento è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, ovvero il 4 maggio 2016. Pertanto, le imprese – così come le pubbliche amministrazioni – avranno tempo fino al 24 maggio 2018 per ripensare i processi di trattamento dei dati adattandosi a novità come le valutazioni di impatto e i sistemi di certificazione e di notificazione delle violazioni. Nei casi in cui sarà necessario, le aziende dovranno anche dotarsi di un privacy officer.

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Diventa quindi imprescindibile una giusta pianificazione, la formazione delle differenti figure aziendali interessate dal trattamento e un buon coordinamento, cosicché le aziende possano farsi trovare pronte al momento dell’entrata in vigore del trattamento e gestire in modo ottimale questo importante adeguamento.

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Scarica l’intero Regolamento Generale sulla protezione dei dati

MG Group Italia, web agency a Padova.

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Il web Marketing per alberghi, attività ricettive e turistiche.

La comunicazione è un fattore fondamentale per il marketing territoriale: alberghi, bed and breakfast, hotel, agriturismi e strutture ricettive in genere, hanno l’obiettivo prioritario di coinvolgere il turista. A tal fine un sito web di qualità in grado di promuovere la meta turistica ancor prima della sistemazione nella struttura è uno strumento che consente di fare la differenza.

Le caratteristiche di un sito web per il turismo

Quali sono gli elementi di cui occorre tenere conto nella creazione di un sito web per un hotel, un bed and breakfast o un agriturismo?

1. Gli esperti del settore

Innanzitutto è indispensabile rivolgersi ad un team di professionisti, esperti nella realizzazione di prodotti digitali. Esistono infatti sul web diverse offerte relative alla creazione gratuita e fai-da-te di siti web, i cui risultati, però, sono ben lontani da quelli che un’agenzia di marketing o un professionista nel settore possono raggiungere.

2. Marketing esperienziale

Oggigiorno avere un sito web non è sufficiente: è necessario, infatti, che il sito conti alcune imprescindibili caratteristiche quali la visibilità sui motori di ricerca, la chiarezza e la buona organizzazione delle informazioni, una grande quantità di immagini e la navigabilità fruibile da ogni dispositivo.  Un buon sito web di una struttura ricettiva dovrebbe essere in grado di offre un’esperienza, di riprodurre la possibilità di far visitare la zona e di soggiornare nella struttura oltre a rendersi utile nella possibilità di controllare la disponibilità delle camere e prenotare direttamente online. L’interfaccia deve essere intuitiva e semplice.

3. Una racconto ricco di immagini e dettagli

Al fine di ottenere un certo tipo di engagement (coinvolgimento) immagini, informazioni e dettagli faciliteranno il racconto della struttura ricettiva.

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4. Un dominio geolocalizzato

Come si è detto, una buona comunicazione ha anzitutto l’obiettivo di promuovere la zona in cui la struttura si colloca e le possibilità che offre. La scelta di un dominio geolocalizzato consente di registrare un notevole successo grazie all’ottimizzazione SEO sui motori di ricerca e vari altri servizi come l’app, la landing page o la newsletter; questo tipo di dominio, infatti, contiene al suo interno sia il tipo di attività che viene promossa, sia il nome della città o provincia di riferimento.

7. Un sito fruibile e responsive

Altro fattore non trascurabile nella creazione di un sito web è la fruizione mobile di Internet per cui un sito web deve necessariamente essere anche responsive, ovvero facilmente visualizzabile e navigabile da ogni tipo di dispositivo (computer, tablet o smartphone).

Leggi Come realizzare un sito web ottimizzato per la tua azienda 

Questa presentata è una breve panoramica delle caratteristiche fondamentali di un sito web per le strutture ricettive turistiche, ma la pianificazione e la realizzazione di un sito web comporta poi ovviamente molte altre considerazioni, nonché la creazione di una vera e propria strategia di lancio e di comunicazione. Ecco perché, come anticipato, è necessario rivolgersi a dei professionisti che siano degli esperti nel settore e nelle strategie opportune per una comunicazione efficace, specialmente in un campo delicato come la promozione turistica delle strutture private che si incrocia con la promozione pubblica e del territorio, in un continuum di grande valore.

Affidati a MG Group Italia , disponiamo inoltre di una sede a Pavia. Scopri la migliore web agency a Pavia!

 

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Apple: storia della mela più famosa al mondo

In un mondo come quello odierno, caratterizzato da un’ottica di comunicazione coordinata ed integrata, in una prospettiva di comunicazione push in cui, a differenza del passato, è il cliente a dovere sentirsi spontaneamente attratto dal brand, è diventato ancor più fondamentale per le aziende contraddistinguersi dalle altre al fine di essere scelte. È necessario che un brand studi la sua posizione sullo scenario di mercato rispetto, soprattutto, al posto occupato dagli altri competitors da cui cercherà di differenziarsi.

Corporate Identity: cos’è e perché è importante?

La Corporate I’identity è l’identità dell’azienda o, meglio ancora, l’immagine dell’azienda così come viene percepita dal consumatore, alla base, quindi, di comunicazione e marketing. Componenti fondamentali – come nel caso delle persone fisiche – sono il nome e il logo: il nome ne permette l’esistenza e attraverso il logo passa la rappresentazione dei valori e della mission, tale come si intende venga percepita dai clienti. È evidente come avere un’identità ben definita e opportunamente confezionata significa avere un nome e un marchio rappresentativi della realtà in questione.

Apple: un esempio unico

Esempio per eccellenza di comunicazione pubblicitaria vincente è l’arcifamosa Apple fondata da Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne nell’aprile del 1976. Proprio attraverso un ingegnoso lavoro di comunicazione pubblicitaria, la Apple ha fatto della propria brand identity la forza della sua strategia di marketing, tanto da trasformare i suoi prodotti in uno status symbol e il proprio marchio in una vera e propria categoria sociale.

Dalla prima all’ultima mela: storia del logo

Il primo logo, disegnato nel 1976 da Ron Wayne, consiste in un semplice disegno in bianco e nero, simile ad una vecchia etichetta americana, in cui compare Newton intento a leggere sotto un albero da cui sta per cadere una mela. Il logo raccontava l’episodio leggendario che avrebbe preceduto di pochi istanti l’intuizione geniale del fisico inglese e, nonostante la creatività e i molteplici significati, si rivelò un vero e proprio disastro: la mela era difficile da notare in mezzo ad una quantità eccessiva di dettagli e il disegno non si prestava al cambio delle dimensioni.

Fu così che Jobs, dopo averlo scartato, si rivolse a Rob Janoy – disegnatore tra i più creativi del tempo e creatore del logo di IBM (unico competitor di Apple al tempo) – per l’ideazione di qualcosa di più semplice e d’impatto. Da qui la nascita della famosa mela, usabile, appetibile e affidabile, inizialmente monocromatica e poi a righe, con i colori dell’arcobaleno.

Nel corso della storia dell’azienda californiana si sono registrati tanti cambiamenti che hanno visto alti e bassi e il licenziamento dello stesso fondatore. Negli anni ’90, con il rientro di Steve Jobs, ci si trovava in mezzo ad un nuovo scenario di mercato che comportò, tra gli altri cambiamenti, una ri-ideazione del logo: IBM non era più un vero competitor, l’arcobaleno aveva perso il suo fascino e i pubblicitari di Apple erano arrivati alla conclusione che i clienti, in realtà, erano affezionati alla mela e non al modo in cui veniva personalizzata e ai suoi colori. Da qui l’idea della mela che gioca sui toni del bianco, del grigio e del nero, terzo e ultimo logo, utilizzato dal 1998 e che ancora oggi vanta le stesse caratteristiche.

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Le campagne pubblicitarie: ‘Think Different’

Se si analizzano, invece, brevemente, le principali campagne pubblicitarie Apple, si nota subito come l’accento venga sempre posto sul valore alternativo dei prodotti Mac, in perfetta coordinazione con il payoff del brand che è ‘Think Different’.

La prima campagna risale al 1997 e lascia spazio ai personaggi rivoluzionari del ‘900 con l’intento di suggerire l’associazione al carattere innovativo dei prodotti Apple. L’attenzione è focalizzata sul mondo di valori dietro al brand Apple, ragione per cui intenzionalmente non compare mai il computer pubblicizzato.  È un approccio fortemente originale che fa scuola tra i pubblicitari di tutto il mondo e che in un certo senso si riafferma con la più famosa campagna del 2005, con cui Apple sfida in modo esplicito Windows, il rivale di sempre. In questi spot, i due marchi si presentano nelle vesti di due personaggi in carne e ossa: due giovani uomini, uno infagottato in un brutto completo giacca e pantalone (Windows) e l’altro in un disinvolto look jeans e t-shirt (Mac), che si prestano ad una serie di simpatici scambi verbali in cui emergono tutte le qualità del Mac e, al contempo, l’inaffidabilità e la difficoltà dell’uso degli ordinari pc. Anche qui il confronto va ben oltre i due computer: vengono messi a confronto due diversi approcci all’informatica, due diverse filosofie di vita in cui lo stile Mac risulta inevitabilmente più attraente, informale e divertente.

Il primo spot ha dato il via ad una lunga serie che ha segnato la pubblicità degli ultimi anni e in cui si alternano campagne focalizzate sul prodotto e campagne dedicate al mondo dei valori legato al marchio. È indubbio che, attraverso i diversi canali coerentemente integrati tra loro, Apple rappresenta l’esempio per eccellenza di costruzione di una brand identity solida e immediatamente riconoscibile, fondata su creatività e coerenza stilistica.

Il segreto di Steve Jobs

Il successo dell’azienda rimane tuttora indiscusso, anche a distanza di anni, e smentisce il pensiero di alcuni secondo cui alla base dell’acquisto dei prodotti Apple vi è fondamentalmente l’idea di abbracciare una moda. Innovazione ed eccezionale design dei prodotti, strategie studiate di marketing e comunicazione sono in realtà il vero motivo del successo Apple.  Ogni nuovo modello e ogni nuovo prodotto sono in grado di suscitare un fortissimo coinvolgimento per i consumatori e la fidelizzazione è tale che gli amanti del brand sono disposti alla strenua difesa di errori tecnici o problemi, come è accaduto nel caso dell’Iphone 7.

Steve Jobs, riconosciuto e celebrato come il più grande visionario dei nostri tempi, ha svelato il suo segreto, la vision thing alla base dell’ineguagliabile abilità di portare sul mercato prodotti considerati irresistibili.

“Your time is limited, so don’t waste it living someone else’s life. Don’t let the noise of others’ opinions drown out your own inner voice. And most important, have the courage to follow your heart and intuition… Stay hungry. Stay foolish.” 

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Lead Generation: le fasi della trasformazione dei lead freddi in lead caldi

Parlando di lead generation, ci si riferisce ad un insieme di azioni di marketing, il cui scopo è quello di ottenere contatti qualificati e accuratamente profilati, chiamati per l’appunto lead.

E’ una tecnica di marketing che punta a raccogliere contatti che manifestano un interesse verso l’azienda e i servizi che essa offre. Il lead è il primo step di quell’evoluzione che può portare un semplice contatto a diventare un affezionato cliente.

Come si ottengono i lead e perché si parte dai lead freddi

Perché l’attività di Lead Generation venga svolta in modo efficace, è necessario saper sfruttare i canali migliori per promuovere il proprio business, se necessario affidando la mansione ad agenzie specializzate.

Riuscire ad ottenere contatti e convertirli in potenziali clienti è un’opportunità che riesce a dare ad un’azienda la possibilità di attirare a se, profili di utenti realmente interessati al proprio business.

La lead generation per essere efficace deve essere coadiuvata da tutta una serie di strumenti, anche complessi e di non facile utilizzo, ma è comunque una tecnica alla portata di qualsiasi tipo di azienda, qualunque sia il suo business.

Normalmente i lead si ottengono attraverso le tecniche basilari del web marketing:

  • SEO, per attirare visitatori nel sito o blog aziendale, lavorando su keywords strategiche e sulle query inserite nei motori di ricerca.
  • campagne pay per click, per posizionarsi nelle prime posizioni delle Serp e ottenere la massima visibilità.
  • campagne di email marketing.
  • attraverso call to action sul proprio sito che invitano il potenziale lead a compilare un form, lasciando dati personali.

Ora che abbiamo visto cosa sono i lead e come si ottengono è importante fare una differenza fra lead freddi e lead caldi.

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Cosa sono i lead freddi

Non sono altro che i contatti che si sono limitati a chiedere il prezzo del prodotto, oppure sono interessati a semplici informazioni generiche. Tali richieste fanno presupporre che si tratti di utenti che non hanno un reale interesse, oppure che non siano convinti che la nostra azienda faccia al caso loro.

Non ci conoscono ancora, non si fidano e stanno sondando il mercato alla ricerca della soddisfazione di un bisogno.

Il lead freddo, ci ha trovati per caso e non conosce il nostro brand

Lavorando un lead freddo, quasi sempre si arriverà alla richiesta di un preventivo, ma è improbabile che porti direttamente alla vendita.

Solo una piccola percentuale di lead freddi sono idonei a diventare caldi e quindi pronti per passare allo step successivo che è l’acquisto del servizio o prodotto che offriamo.

Fondamentalmente quello che il lead freddo vuole sapere è il prezzo.

Non ci conosce, non sa niente della nostra azienda, dei servizi e della qualità che gli potremo offrire rispetto alla concorrenza.

Per trattare correttamente un lead freddo è necessaria una  strategia che escluda il tentativo di vendita immediato.

Il lead appena acquisito dovrà essere “riscaldato” prima di passare alle fasi successive.

Bisognerà metterlo nella condizione di scoprire il valore della nostra Azienda e della qualità di prodotti e servizi offerti. Faremo in modo da rassicurarlo e far aumentare la sua fiducia verso il nostro brand.

Ancor prima che il contatto conosca il prezzo, se saremo persuasivi quanto basta, guadagneremo la sua fiducia e spianeremo la strada alla vendita.

La fase di riscaldamento del lead consiste quindi nel guadagnare la fiducia di chi si è avvicinato alla nostra azienda senza conoscerla, per poi successivamente portarlo ad acquistare il prodotto.

Riscaldare un lead vuol dire far conoscere meglio l’azienda e il prodotto, grazie ad una comunicazione efficace e persuasiva.

Il potenziale cliente deve essere convinto che la nostra azienda e quello che offre è esattamente quello che sta cercando. Se saremo bravi da arrivare a questa fase il prezzo sarà l’ultima delle attenzioni del cliente.

I lead caldi

Si tratta di persone che hanno già avuto modo di testare i nostri servizi o che hanno già acquistato qualche nostro prodotto. Ci conoscono bene e sanno che si possono fidare della nostra azienda.

Attività di marketing atte unicamente a generare lead freddi, quindi poco profilati e non veramente interessati a quello che offriamo porterà a risultati di vendita marginali.

I lead caldi invece sono contatti che hanno la possibilità di tastare con mano la qualità e i servizi offerti dall’azienda, riuscendo a recepirne il valore.

Per trasformare un lead da freddo a caldo è quasi sempre necessario un passaggio intermedio.

Riscaldare un lead vuol dire coinvolgerlo emotivamente e fargli capire la qualità dei servizi offerti.

Sono tante le aziende che cercando di cogliere l’attimo, tentano subito di concludere la vendita e non si curano di spianare la strada verso una trattativa che offra maggiori possibilità di successo.

Lead freddi non adeguatamente preparati porteranno a scarsi risultati.

Le azioni di marketing andranno interpretate come un modo per guadagnare la fiducia del cliente e di intrattenere con lui un rapporto sempre più confidenziale.

Molti pensano che un offerta dove si punta esclusivamente sul prezzo stracciato, possa dare buoni risultati ma non è così. Senza che il lead sia stato adeguatamente riscaldato anche un prezzo basso non è sufficiente a convincere il cliente che si porrà delle domande sulla serietà dell’azienda e sull’offerta, facendo inevitabili paragoni con ciò che il mercato offre.

Il lead freddo si trasformerà in lead caldo attraverso piccoli passi, come iscrizioni a newsletter oppure attraverso i canali social.

Il processo di “riscaldamento”, può essere una lunga fase dove il potenziale cliente viene costantemente informato e aggiornato sul prodotto offerto, con lo scopo di aumentare fiducia e autorevolezza nel brand così da riuscire a spingerlo verso la fase di acquisto.

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Solo una piccola percentuale di lead diventano caldi e quindi propensi ad acquistare

Uno degli strumenti utilizzati per pianificare la trasformazione dei lead freddi in caldi è il Funnel, ovvero l’imbuto

Come viene rappresentato il Lead Generation Funnel.

 Il lead generation funnel, viene rappresentato come uno schema ad imbuto diviso in tutte le fasi che precedono l’acquisto da parte di un potenziale cliente.

Il Funnel, attraverso una semplice rappresentazione grafica, spiega come avviene il naturale processo di acquisto di una persona.

Pensiamo a come è fatto un imbuto. La parte più larga dell’imbuto è il Il TOFU, ovvero Top of the Funnel, perché raffigura i visitatori che giungono sul sito web dell’azienda attraverso tutti i canali disponibili.

Per fare leads generation, non è un segreto, bisogna avere un elevato numero di visitatori. Questo si ottiene curando la SEO del blog e del sito aziendale, facendo campagne Pay per Click e aprendosi sui canali social.

Più visitatori arrivano e più lead si possono generare.

MOFU invece, è la parte intermedia dell’imbuto, il Middle of the Funnel. Rappresenta la fase più importante della lead generation. E’ il momento dove bisogna studiare una strategia per far si che il semplice visitatore diventi un lead. Dovremo persuaderlo a lasciare i propri dati in cambio di contenuti di valore che possano essere di utilità.

Questi possono essere infografiche ed ebooks o qualunque cosa che rappresenti per il cliente un valore aggiunto.

Per ultimo troviano il BOFU ovvero il Bottom of the Funnel. E’ lo step dove si creano lead caldi pronti per essere convertiti in clienti veri e propri.

Per far diventare caldo un lead, è importante riuscire a capire quali sono i suoi reali bisogni che lo hanno indotto a cercare la nostra azienda e prodotti.

Questa è una fase molto delicata, perché solo con l’offerta giusta, il lead concretizzerà l’acquisto, mentre con un’azione sbagliata si potrebbe ottenere l’effetto contrario, non solo il lead non comprerà ma potrebbe anche decidere di non voler avere più a che fare con la nostra azienda.

Trasformare i lead freddi in caldi è una fase delicata che se gestita senza le dovute accortezze ci farà inevitabilmente perdere delle vendite.

Se hai bisogno di aiuto per trasformare i tuoi contatti in lead caldi, scrivici subito. Mg Group, web agency a Prato, metterà a tua disposizione professionisti di web marketing in grado di valorizzare il tuo business.

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L’ebook: contenuto di valore per fidelizzare i propri clienti

Di qualunque settore si occupi, un’azienda che produce beni o servizi, avrà tra i principali obiettivi, quello di massimizzare il livello di fidelizzazione del cliente. Una strategia di fidelizzazione per funzionare efficacemente deve essere in grado di andare incontro alle esigenze del cliente, attraverso contenuti di qualità, che portino valore. Questo valore deve essere recepito dal cliente come la somma delle attenzioni e degli sforzi che vengono fatti per offrirgli un servizio migliore.

Il processo di fidelizzazione consiste in un insieme di azioni mirate al mantenimento del clienti

E’ un processo attraverso il quale viene venduto indirettamente un servizio che porterà ad una relazione stabile e duratura con il cliente.

Bisogna preparare un contenuto di valore che sia apprezzato ed efficace. Per i già clienti, verranno usate tutte le informazioni raccolte attraverso form e questionari, nonché un esame delle loro precedenti esperienze d’acquisto, così da creare un qualcosa di personalizzato e speciale che renda ancora più forte l’immagine del brand aziendale.

Un cliente soddisfatto è un cliente che ritorna. Chi cliente non lo è ancora, ma viene portato sul sito web dell’azienda, attraverso un contenuto di valore, diventerà facilmente un lead.

Mettere a disposizione del cliente contenuti atti alla sua soddisfazione è uno dei processi fondamentali del Content marketing

Strategie di Content Marketing, l’ebook come valore aggiunto

Il Content Marketing consiste in una serie di processi che portano alla produzione e ottimizzazione di contenuti in grado di offrire un valore aggiunto all’utente che ne beneficia e trae dei vantaggi. Tali contenuti dovranno comunicare informazioni utili e originali per coinvolgere gli utenti.

Una strategia di Content Marketing viene definita attraverso una serie di azioni consequenziali. Tra queste, ci sarà l’identificazione dell’obiettivo che si vorrà aggiungere. Stabilire il target verso il quale destinare i nostri sforzi. Definire quali contenuti sviluppare per produrre un’azione efficace e infine monitorarne l’andamento e i risultati.

Un cliente si aspetta di avere sempre e comunque soddisfazione nel rapporto con la nostra azienda.

Fare Content Marketing, vuol dire produrre contenuti di qualità in modo da attirare utenti verso il proprio brand.

La possibilità di accedere a contenuti di qualità personalizzati o anche solo coerenti con i prodotti e i servizi offerti, sorprende positivamente i clienti. Questo effetto non fa altro che veicolare il cliente verso il processo di acquisto, senza aver dovuto investire cifre importanti.

Naturalmente, tutto ciò non deve essere frutto di un lavoro improvvisato.  E’ necessaria una strategia e un impegno notevole, per una pianificazione coerente con le esigenze del mercato e dei clienti.

I contenuti e le informazioni devono portare utilità al potenziale cliente e al cliente già acquisito. Se l’azienda si rivolge ad un determinato target, i contenuti dovranno essere a loro attinenti.

Dovranno essere migliori di quelli della concorrenza e dovranno trasmettere al cliente quella sensazione di valore aggiunto che non troverebbe altrove.

Non solo contenuti, ma anche il momento e la frequenza di somministrazione devono essere parte della strategia.

I costi da affrontare saranno poco impegnativi. Non sarà necessario stampare cataloghi o brochures. Le azioni di Content Marketing per ottenere la fidelizzazione, avvengono creando contenuti personalizzati che il cliente potrà scaricare e conservare.

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Avere un database aggiornato dei potenziali clienti è molto importante per fare Content Marketing

Per convincere il visitatore a fornire i suoi dati, dovremo offrirgli un contenuto di valore. Questo potrebbe essere la possibilità di scaricare un manuale in pdf, un’infografica oppure un ebook.

Basta un semplice indirizzo email per poter raggiungere leads e clienti ed invitarli sul nostro sito, dove troveranno, in evidenza contenuti pronti da scaricare, formulati in base alle loro esigenze.

Mettere a disposizione contenuti gratuiti e di valore, come ebooks, è il modo migliore per valorizzare l’azienda e gratificare il cliente.

Questo materiale andrà reso il più visibile possibile, cercando di far capire che si tratta di prodotti di qualità e che è stato fatto uno sforzo importante per realizzarli e renderli disponibili.

Il concetto di Content Marketing si basa proprio sul mettere a disposizione contenuti di qualità che possano essere apprezzati come valore aggiunto.

Creare un ebook è una delle azioni più raccomandabili per sviluppare un’attività di Content Marketing.

Attraverso i contenuti scaricabili è ormai affermato che si riescono a raccogliere i favori degli utenti e si genera un passaparola che arricchisce il brand dell’azienda.

Creare un ebook può essere la soluzione ideale per raggiungere un obiettivo. Farsi conoscere ottenendo riscontri e condivisioni che si propagano sui vari canali digitali e che alla fine possono trasformarsi in vendite.

Creare contenuti di valore è uno dei migliori modi di attirare nuovi clienti e di generare leads

La forza esclusiva degli ebook è dovuta al fatto che sono scaricabili e rimangono all’utente.

Trasmettono una sensazione ben diversa da un articolo scritto sul sito web dell’azienda. Il poter scaricare l’ebook trasmette al cliente la sensazione di avere tra le mani un bene reale che trasmette valore.

Gli ebooks sono da considerare dei potenti strumenti per generare leads.

La creazione di un ebook è decisamente più impegnativa rispetto ad una brochure o una breve presentazione.

Un ebook per essere considerato tale deve essere composto da decine di pagine, meglio se sono più di cento.

Per supportarne la diffusione a volte non basta metterlo in bella mostra sulla landing page del sito o del blog.

Dovranno essere pianificate delle strategie appositamente studiate per pubblicizzarne il contenuto. Addirittura si potranno usare degli estratti dell’ebook per realizzare brevi presentazione o infografiche da pubblicare sul blog aziendale.

Non meno attenzione andrà dedicata alla copertina, che come quella di un libro cartaceo, dovrà essere visivamente attraente e suscitare curiosità.

L’ebook gioca un ruolo fondamentale nella strategia di Content Marketing

La creazione di ebooks da scaricare gratuitamente, porta anche vantaggi in termini SEO.

Per portare a termine questo progetto bisogna investire tempo e risorse.

La scrittura del contenuto dell’ebook e la sua pubblicazione sono efficaci se coordinati da una strategia.

Per portare a termine questo progetto bisogna investire tempo risorse e impegno, magari rivolgendosi a professionisti del web marketing.

Non basta scrivere e pubblicare. Per raggiungere un obiettivo ci vuole una strategia.

Ormai è un dato di fatto. Pubblicare un ebook contribuisce a fare lead generation e acquisire contatti utili per proporre prodotti e servizi.

Il cliente attirato dalla possibilità di scaricare un ebook di suo interesse lascerà volentieri in cambio il suo indirizzo email.

Un’azione di Content Marketing di questo tipo, deve essere legata ad un progetto più ampio. Dopo aver conosciuto a fondo le esigenze del target e stabilito un obiettivo si potrà cominciare a scrivere l’ebook.

Le attività di marketing e comunicazione cominciano da una storia, e la stessa azienda è il risultato di un processo carico di significati e valori, i quali non richiedono altro che essere trasformati in contenuti digitali per potersi diffondere.

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Usare un ebook per rendere più forte il tuo brand

Un ebook deve essere ben strutturato nei contenuti. Così facendo si potrà gestire nel modo migliore il suo sviluppo e la sua diffusione.

Bisogna documentarsi, non si scrive un ebook dalla mattina alla sera. un lavoro affrettato rischia di comprometterne il risultato. La stesura andrà fatta con calma e senza improvvisare.

Proporre un prodotto realizzato in modo affrettato e superficiale potrebbe farci perdere delle grosse opportunità.

Non solo, bisogna assicurarsi che i contenuti siano accessibili anche da mobile e dovranno essere pubblicati al momento giusto, così la diffusione del contenuto avrà la massima efficacia.

Una volta creato l’ebook, bisogna promuoverlo. Bisogna fare in modo che raggiunga il target per il quale è stato progettato.

Andranno innanzitutto stabiliti i canali di distribuzione.

I primi canali che oggi vengono in mente per la loro diffusione globale e massiva sono sicuramente i social network, che se ben sfruttati possono essere un ottimo mezzo di content distribution.

Contenuti di valore come un ebook mettono in relazione l’utente e l’azienda. Attraverso l’ebook l’azienda trasmette il proprio messaggio e il cliente ne trae un vantaggio.

Se vuoi fidelizzare i tuoi clienti, offrendo loro degli ebook da distribuire attraverso il tuo sito web, ma non sei sicuro della strategia da usare, non esitare a contattarci. I nostri specialisti di marketing sapranno individuare la giusta soluzione per mantenere la tua azienda competitiva e in linea con le tendenze di mercato.

Disponiamo di varie sedi, una di queste è la migliore web agency di Ravenna, composta da veri professionisti che, con le loro strategie, sapranno dare una spinta al tuo business.

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La psicologia del colore nel marketing e nel branding

Uno sguardo d’insieme sul ruolo che i colori giocano nelle scelte dei consumatori, e come possono essere utilizzati per aumentare le vendite

La psicologia del colore relativa alla persuasione, è uno degli aspetti più interessanti e più controversi del marketing. Accade spesso che la maggior parte dei dibattiti odierni su colori e persuasione si basino su intuizioni, prove aneddotiche o pareri di pseudo-esperti che promettono di svelare il giusto colore per colpire la mente delle persone.

Oggi vogliamo combattere questa tendenza e trattare l’argomento in maniera adeguata, data la sua importanza, in questo articolo ci affideremo a delle ricerche condotte dagli studiosi più importanti al mondo in materia.

L’atteggiamento umano nei confronti dei colori, ha sempre suscitato grandi controversie, soprattutto perché i dati che supportano le varie posizioni sono quasi sempre molto scarsi. Qui invece vogliamo fornire prove concrete al fatto che i colori influenzino il nostro comportamento e atteggiamento verso le cose con cui ci troviamo ad avere a che fare ogni giorno.

IL RUOLO DEL COLORE

Prima di tutto però, una precisazione: è necessario dire che elementi come preferenze personali, esperienze, educazione, differenze culturali, contesto, possano alterare il “potere” che i colori hanno su di noi. Per questo motivo è impossibile affermare con certezza che il rosso sia un colore eccitante per tutti; tuttavia ci sono degli schemi da considerare, che possono essere utili per il giusto utilizzo di uno o più colori.  Già, perché è universalmente accettato che i colori svolgano un ruolo piuttosto importante negli acquisti e nel branding.

In uno studio intitolato Impact of Colour in Marketing, i ricercatori hanno scoperto che fino al 90% dei giudizi istantanei che i consumatori hanno sui prodotti, possono basarsi sul colore di questi ultimi.

Insomma, il ruolo che il colore gioca nel branding non è da sottovalutare; altri studi dimostrano che la relazione tra marchi e colori dipende anche dall’appropriatezza percepita del colore utilizzato per il marchio, in altre parole, quanto il colore “si adatta” a ciò che viene venduto, nella percezione della gente.

Lo studio Exciting Red and Competent Blue, conferma inoltre che l’intenzione di acquisto è fortemente influenzata dai colori, a causa dell’impatto che hanno sul modo in cui un marchio viene percepito. Ciò significa che i colori influenzano la percezione che il cliente ha della “personalità” di un marchio.

E ancora, ulteriori studi hanno rivelato che il nostro cervello preferisce marchi riconoscibili, il che rende il colore incredibilmente importante quando si crea una brand identity. In queste ricerche è stato suggerito persino che è i nuovi marchi dovrebbero utilizzare colori differenti dai concorrenti già riconoscibili (se la concorrenza utilizza tutti il ​​blu, meglio distinguersi usando il viola).

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MA QUALE È IL COLORE GIUSTO?

Quando si tratta di scegliere il colore adeguato al proprio brand, non bisogna cadere nel tranello che ci sia un colore migliore di un altro in generale, ma che lo sia nel particolare: il consumatore è più colpito all’adeguatezza del colore in relazione al prodotto rispetto che dal colore in se stesso. Facciamo un esempio; chi compra Harley Davidson riconosce nel brand forza e robustezza, possiamo supporre che un logo rosa + glitter non venda molto bene, per il pubblico di riferimento.

Possiamo notare che la maggior parte degli studi accademici sul rapporto tra colori e branding, dicono che è molto più importante per i colori del tuo brand supportare la personalità che desideri ritrarre, invece di cercare di creare un logo partendo dagli stereotipi sul colore.

UNA QUESTIONE DI CONTESTO

Affermazioni come il “verde significa calma” possono portare fuori strada. Manca il contesto infatti; a volte il verde viene utilizzato per marcare temi ambientali, altre volte è destinato a fare da sfondo ad ambienti finanziari.

Il marrone può essere utile per un appeal robusto, ma quando utilizzato in un altro contesto, può essere usato per creare una sensazione calda e invitante, o per stuzzicare l’appetito (ogni pubblicità sul cioccolato che tu abbia mai visto).

Non esistono linee guida valide per tutti riguardo la scelta dei colori per il vostro marchio, di certo il contesto in cui lavorate è un punto di partenza per qualsiasi tipo di scelta; ad esempio, l’uso del bianco per comunicare l’amore di Apple per un design semplice e pulito.

Senza questo contesto, scegliere un colore piuttosto che un altro non ha molto senso, e ci sono poche prove per sostenere che l’arancio renderà le persone universalmente più propense ad acquistare un prodotto rispetto all’argento.

IL GENERE CONTA?

È importante notare che il proprio ambiente – e in particolare le percezioni culturali – giochino un ruolo importante nel dettare l’appropriatezza del colore, che a sua volta può influenzare le scelte individuali. Sono evidenti, ad esempio, le preferenze in base al genere a cui si appartiene. Il grande classico è rappresentato dalla divisione tra il blu per i ragazzi e il colore rosa per le ragazze.

In realtà però questa differenza non è mai così netta: anzi, molte donne preferiscono il blu al rosa, anche se poi danno un feedback positivo a colori come il viola, che agli uomini non piace affatto. Avete mai visto un trapano viola?

Quando si tratta di sfumature, tinte e tonalità gli uomini sembrano preferire colori audaci mentre le donne preferiscono colori più tenui. Inoltre, gli uomini sono più propensi alle sfumature scure di colori mentre le donne sono più ricettive alle tinte chiare (i colori con il bianco aggiunto).

Queste sono informazioni da tenere in considerazione quando si costruisce un logo: il tuo pubblico è più maschile o femminile?

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IL COLORE PERFETTO PER AUMENTARE LE CONVERSIONI

Uno degli argomenti più dibattuti ultimamente, riguarda il colore “migliore” per i tassi di conversione sui siti Web. Anche in questo caso non esiste un’unica risposta. Possiamo approfondire questo argomento guardando al principio psicologico noto come effetto di isolamento; quest’ultimo afferma che un oggetto che risalta in maniera netta, è più probabile che venga ricordato. Studi dimostrano chiaramente che le persone sono in grado di riconoscere e ricordare un oggetto molto meglio quando spunta in modo sfacciato da ciò che lo circonda. Ad esempio il pulsante di registrazione si distingue perché è un cerchio rossa che stacca nettamente dal colore di sfondo.

Per cui se si vuole mettere un tasto specifico, che possa richiamare una conversione o call to action, sempre meglio farlo di un colore che risalti rispetto allo sfondo (e che magari sia anche il suo complementare).

IL NOME È IMPORTANTE

È stato infine dimostrato che nomi di colori più insoliti e unici, possono aumentare l’intenzione di acquisto. Per esempio, le caramelle gommose con nomi esotici, avevano più probabilità di essere scelte rispetto alle stesse con nomi tradizionali come giallo limone. Questo effetto è stato riscontrato anche in articoli non alimentari, come le felpe o i cappelli.

Per quanto strano possa sembrare, la scelta di nomi creativi, iconici e memorabili per descrivere determinati colori può essere una parte importante per assicurarsi che un prodotto abbia un maggiore impatto.

Per una consulenza gratuita sul migliore stile, le caratteristiche e i colori perfetti per il tuo sito web, non esitare a contattarci al numero 0577 1516860. I nostri esperti di graphic design potranno trovare le tonalità migliori per un brand dalla grande personalità.

Abiti a Ravenna? La nostra web agency di Ravenna è la soluzione alle tue esigenze!

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