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La vendita cambia vestito: nuove opportunità di Business

Qualche giorno fa, durante un paio d’ore al parco, ho conosciuto un simpatico settantenne dall’aria distinta e soddisfatta; parlando, mi ha detto che ha fatto l’agente di commercio per tutta la vita, fino alla pensione, e di quanto oggi ormai questo lavoro non sia più quello di una volta, fatto di visite a freddo, di innumerevoli tentativi di incontro prima di vedere il titolare di un’azienda, o di parecchi campanelli suonati prima di riuscire a spiegare a qualcuno la validità del prodotto che vendevi.

In realtà la vendita è sempre vendita, ma di fatto è cambiato il modo con il quale un commerciale può prendere contatto con un’azienda (in caso di B2B) e costruire una valida rete di relazioni.

PERCHE’ I SOCIAL NETWORK PER LA VENDITA?

I social network ormai sono piattaforme che ‘ospitano’ sia consumatori che aziende; non essere presente sui social equivale a limitare considerevolmente la propria rete relazionale, non più coltivata da un incontro diretto o al massimo telefonico, ma da post, like e foto.

I social sono sfruttabili da un venditore per vari motivi:

  1. Grazie ai social è possibile sapere i gusti e le preferenze dell’ipotetico cliente; sapere anche cose più o meno personali, utilizzabili per avvicinarsi a lui una volta che ci sarà l’incontro, in modo da generare feeling ed empatia.
  2. E’ possibile raccogliere svariate informazioni sul cliente, e in questo modo ottimizzare e catalogare i dati raccolti
  3. Intercettare ‘chi è legato a chi’ e allargare in questo modo la propria rete di conoscenze, riuscendo così a raggiungere la persona di interesse e con la quale è difficile parlare
  4. Se il tipo di vendita è un B2B e siamo connessi con uno dei protagonisti della trattativa commerciale, vedendo chi fa parte della sua rete possiamo intercettare chi potrebbero essere gli altri coinvolti nell’incontro.

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I PRINCIPALI CANALI SOCIAL PER LA VENDITA

Esistono più piattaforme social ed ognuna di esse ha delle caratteristiche ben precise. Vediamo nel dettaglio quelle maggiormente usate:

  1. Facebook: E’ la piattaforma con il numero più elevato di iscrizioni e 1.860 milioni di utenti attivi mensilmente; le aziende sono presenti e attive, e risulta utile per capire cosa il cliente desidera e ottimo per lead generation
  2. Instagram: E’ la piattaforma nata per condividere foto, che nel tempo si sono arricchite di didascalie sempre più determinanti e di Stories, cioè la possibilità di realizzare video dalla durata variabile e visibili da chiunque. E’ molto utile per capire bene passioni, gusti e vita di chi è l’interfaccia del commerciale dentro all’azienda.
  3. Linkedin: E’ la piattaforma destinata al lato ‘professionale’ degli utenti: è una vetrina gigante di curriculum vitae e competenze, oltre allo spazio destinato alla condivisione di notizie. Essendo nata per uno scopo lavorativo, per le aziende è basilare esserci e nel modo giusto; LinkedIn permette infatti di mostrare struttura, grandezza, numero di dipendenti e tanti altri dati ancora su una qualsiasi impresa, sviluppando una vera e propria strategia di employer branding. E’ molto utile per il B2B e consente di poter stringere una relazione con qualsiasi membro dell’azienda.

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Grandi novità: Facebook come Tinder

All’annuale conferenza F8, il CEO Mark Zuckerberg presenta il nuovo sistema di controllo della privacy e annuncia un nuovo servizio di incontri sentimentali implementato direttamente sul social.

In questi giorni in California si è svolto il consueto keynote F8 di Facebook, evento dedicato agli sviluppatori per presentare le novità e le evoluzioni che la piattaforma implementerà nei prossimi mesi. Quest’anno l’evento F8 ha assunto particolare importanza per due questioni in particolare.

Clear History: come proteggere i dati

Dato scandalo di Cambridge Analytica, che l’ha visto testimoniare al Congresso americano, Zuckerberg ha raccontato del suo impegno in favore di una sempre maggiore protezione dei dati degli utenti. Il CEO ha annunciato l’elaborazione di un sistema, la Clear History, attraverso il quale gli utenti potranno visualizzare i dati raccolti durante la navigazione sul social o su siti ed app ad esso collegate e cancellare la cronologia di navigazione o disabilitare del tutto la raccolta di tali dati.

«Permetterà di vedere i siti e le applicazioni che inviano informazioni mentre voi li utilizzate, di cancellare le informazioni dal vostro account e di disattivare la nostra capacità di immagazzinarli in futuro».

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La grande novità: Facebook come Tinder

Per risollevare l’animo degli users, poi, Mark Zuckerberg ha pensato al lancio un nuovo servizio dedicato appositamente agli incontri sentimentali, una nuova funzione di dating «destinata a costruire relazioni autentiche e durevoli, non solo di una serata».

Esattamente come il grande social di incontri online Tinder, i due miliardi e mezzo di utenti attivi su Facebook avranno la possibilità di accedere ad una nuova piattaforma di incontri, raggiungibile direttamente dalla normale applicazione. Si tratterà, però, di un servizio totalmente opzionale e aggiuntivo, una sezione a parte, utilizzabile solo da chi avrà intenzione di farlo; non interagirà in alcun modo con il profilo pubblico: l’area dating di Facebook avrà un canale parallelo e separato da quello che conosciamo fino a oggi per garantire agli utenti la massima privacy; chi vorrà accedere al tool, dovrà attivare una funzione e creare un profilo che sarà visibile solamente agli utenti che hanno attivato la funzione.

Leggi Come aumentare i “Mi Piace” su Facebook

I profili potranno anche in questo caso connettersi e conoscersi attraverso una chat dedicata che esiste separatamente da Messenger. Qui però sarà possibile soltanto dialogare. Niente immagini o videochat. Zuckerberg ha annunciato che le prime attivazione sono previste già nel corso di quest’anno, ma non ha specificato se si tratterà di un’opzione a pagamento.

Facebook è nato, come recita il suo stesso slogan, per mettere in contatto (o tenere in contatto) persone che si conoscono e poi, quasi subito, è diventato molto di più e molto più grande di quanto chiunque potesse prevedere. Con le acquisizioni di WhatsApp e Instagram Zuckerberg ha ucciso (quasi) nella culla i principali competitor (solo Snapchat ha resistito all’acquisizione) e adesso prova a entrare nel settore del dating on-line, continuando quel percorso preconizzato già nel 2014, per il quale l’obiettivo è sostituire internet con Facebook stesso, facendo in modo che qualsiasi contenuto e servizio sia veicolato direttamente nel social blu.

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Google My Business, cos’è e come funziona

Gratuito e facile da usare, Google My Business è lo strumento dedicato alle aziende per gestire la loro presenza online. Dal motore di ricerca a Google Maps, permette di mostrare agli utenti i dettagli della propria attività.

Google My Business non costa nulla, basta un account Gmail

Contribuisce a rafforzare il brand della tua azienda. Chi cercherà su Google la tua attività, tra i risultati di ricerca, oltre al sito web, comparirà anche la tua scheda Google My Business.

Nella scheda ci saranno il logo, le indicazioni sulla mappa per raggiungere la tua azienda, il numero di telefono, il sito internet ed eventuali orari di apertura. Tutte informazioni che rassicurano il cliente e gli trasmettono una sensazione di affidabilità verso quella che è la tua attività.

In oltre le informazioni Google My Business sono responsive, così da poter essere visualizzate correttamente anche da dispositivo mobile, facendo così evitare all’utente di zoomare il testo per leggere.

Nella scheda è possibile vedere immagini e tour virtuali nonché trovare le indicazioni topografiche per raggiungere la tua azienda.

Con Google My Business puoi interagire con gli utenti

Oltre ad una vera e propria scheda associata all’azienda, con immagini, descrizione dell’attività e contatti, con Google My Business, c’è anche la possibilità di interagire con gli utenti grazie alle loro recensioni e commenti.

Se le recensioni sono positive migliorano la reputazione dell’azienda facendo guadagnare fiducia nel brand.

Naturalmente, è buona norma replicare alle recensioni, anche in caso siano negative, per guadagnare la fiducia e rafforzare la propria presenza nei confronti dei clienti. Ricorda che chiunque abbia un account Gmail potrà scrivere una recensione ed esprimere il suo parere sulla tua attività.

Interagire con i propri potenziali clienti vuol dire poter fornire loro informazioni utili nel momento in cui gli stessi effettuano ricerche.

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La tua attività verrà verificata da Google: un’ulteriore referenza per i tuoi clienti

Google dovrà accertarsi che le informazioni inserite in una scheda Google My Business siano veritiere e corrispondano ad un’azienda esistente. Normalmente questo avviene attraverso il canale telefonico oppure tramite l’invio di un coupon con un codice.

La garanzia della veridicità dei dati inseriti nella scheda, è una referenza di affidabilità per chi è interessato alla tua azienda.

Google My Business va incontro alla SEO

Compilare correttamente e interamente la scheda di Google My Business, inserire immagini, richiami ai Social e il link al sito web, aiuta a posizionare meglio la tua attività nella Serp di Google.

Le recensioni lasciate dagli utenti e le tue interazioni contribuiscono ad accelerare la tua visibilità online. Vedi Essere competitivi sul web con una strategia SEO efficace

Monitorare l’andamento della tua scheda nelle ricerche Google

Dovrai essere sempre in grado di conoscere l’andamento della la tua scheda nelle ricerche Google.

E’ importante sapere quale tipologia di utenti visita la scheda della tua azienda. Potrai infatti avere accesso a dati statistici sull’andamento delle visite, la tipologia degli utenti e altre informazioni.

Tali dati sono relativi al numero di utenti che hanno visto il sito, a quelli che hanno richiesto informazioni per raggiungere la sede, oppure permettono di sapere quanti hanno telefonato.

I post di Google si possono utilizzare per pubblicare offerte di prodotti e servizi che verranno visualizzati sulla ricerca di Google e Maps. Attenzione, perché è importante pubblicare sempre contenuti pertinenti l’attività della tua azienda.

Sebbene Google My Business sia una piattaforma facile da utilizzare, per ottenere i risultati migliori, le informazioni della scheda andranno inserite in modo esaustivo e originale, così da fare la differenza e da attirare gli utenti verso la tua azienda tenendoli lontano dai competitors.

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Come compilare la scheda Google My Business in modo che sia efficace

Il detto, vale più un’immagine di mille parole, si applica anche in questo caso. Inserire tra i contenuti immagini di qualità è la regola per colpire l’attenzione. Non accontentarti di foto scattate con lo smartphone ma rivolgiti a dei professionisti e noi di MG Group Italia sapremo valorizzare al meglio i contenuti che vuoi rappresentare.

La prima immagine che deve rimanere in mente è quella del profilo. Dovrà essere il logo della società o qualcosa di inerente l’attività svolta.

Seguirà un’immagine di copertina di risoluzione maggiore, come per esempio una fotografia dell’azienda ripresa dall’esterno.

Potranno essere aggiunte immagini degli spazi interni, l’esposizione dei prodotti e magari anche del personale.

Nella descrizione dell’attività non potranno mancare, oltre ad una chiara descrizione dei servizi offerti, gli orari di apertura e i contatti.

Se la tua azienda ha più sedi, Google My Business ne consente una gestione unica, attraverso un solo account.

Per ognuna delle sedi si possono inserire informazioni e immagini differenti.

Alcune astuzie per gestire al meglio Google My Business

E’ molto consigliabile attivare le notifiche via mail, in modo che quando un utente inserisce un commento e una recensione potrai interagire con lui in tempo quasi reale. Leggere i commenti ti servirà per capire se qualcosa deve essere migliorato.

Come sempre, cerca di sfruttare i canali Social. Non è necessario essere attivo su tutti, ma cerca di individuare quali sono quelli più pertinenti alla tua attività.

 

In breve i vantaggi di Google My Business

  • Non costa nulla, è facile da usare e Google mette a disposizione questo strumento a chiunque abbia un’azienda e sia in cerca di visibilità in rete.
  • Aumenta la Brand Awareness. Far capire a Google che ci sei contribuisce ad una maggiore presenza in Internet, mettendo a disposizione degli utenti la scheda della tua azienda.
  • La scheda è responsive e quindi mobile friendly
  • Se la tua azienda ha più sedi puoi tenerle sotto controllo con un unico account.
  • Tutte le informazioni degli utenti che interagiscono con il tuo profilo Google My Business sono statisticabili attraverso report semplici e precisi.

Se hai deciso di dare ancora più visibilità alla tua azienda, rivolgiti a MG Group Italia per la creazione del tuo profilo Google My Business.

I nostri professionisti di Web Marketing sono a disposizione per creare la soluzione che fa al caso tuo.

 

 

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Facebook e Cambridge Analytica: cosa è successo

I retroscena di un caso che sta scuotendo l’opinione pubblica, e l’importanza dei dati al tempo del web

Facebook è di nuovo in prima pagina, da quando è stato scoperto che Cambridge Analytica, una compagnia di consulenza politica con sede a Londra, è stata capace di raccogliere milioni di dati personali dagli utenti del social network più utilizzato al mondo e venderli ai propri clienti, con l’intento di dargli una mano nelle loro campagne politiche. Tra le altre cose, Cambridge Analytica si è mossa per aiutare i propri clienti a identificare i comportamenti dei votanti, in modo che questi potessero influire sul comportamento di voto. In poche parole, attraverso questo meccanismo è stato possibile targettizzare gli utenti per avere la possibilità di ricavare profili psicologici molto precisi degli iscritti a Facebook, e poi di fornire a ciascuno di loro un contenuto costruito su misura.

BROGLI MADE IN USA?

Ad alzare ancora di più il polverone, il fato che Cambridge Analytica avesse collaborato alla campagna presidenziale di Donald Trump; ciò significa che i dati raccolti sarebbero stati utilizzati impropriamente per far sì che le persone fossero spinte a votare l’attuale presidente USA. Uno scandalo non da poco, che sta accendendo il dibattito pubblico e politico di questi ultimi giorni in tutto il mondo.

I numeri sono impressionanti: si parla di circa 50 milioni di persone cui è stata violata la privacy; ciò in se stesso non sarebbe poi così clamoroso. Infatti dobbiamo tenere conto che Facebook registra tutti i dettagli della nostra attività sulla piattaforma: quello che facciamo, ma anche quello che non facciamo, dove siamo e con chi siamo. Il social network è costruito così: il loro modello di business è vendere informazioni agli inserzionisti, e più queste informazioni sono precise più valgono. Il problema sta nel fatto che i dati sono stati poi utilizzati per fini propagandistici, cercando di influire sulle scelte delle persone: questo non è legale.

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COME FUNZIONAVA IL MECCANISMO

La strategia era semplice, e consisteva nel far apparire nelle bacheche “giuste” i post “giusti”, non solo prettamente slogan elettorali o manifesti legati alla campagna di Trump, ma anche articoli, video, altri tipi di contenuti. Ognuno di questi era creato per rispondere esattamente alle aspirazioni e soprattutto alle paure degli individui.

In secondo luogo poi, gli esperti di Cambridge Analytica, sapevano esattamente chi raggiungere; in base al sistema elettorale americano, per vincere bastano pochi voti di differenza in alcuni stati chiave. Per questo motivo CA ha focalizzato i suoi sforzi su Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, dove era cruciale convincere gli elettori a non votare per Hillary Clinton ma per Trump. Più che far cambiare opinione, era necessario convincere gli indecisi; Trump alla fine ha avuto meno voti della sua sfidante, ma ha vinto grazie a questo meccanismo.

Ma non soltanto l’elezione del Presidente USA sarebbe stata influenzata dalle manovre di Cambridge Analytica; secondo Christopher Wylie, autore della soffiata che ha scatenato la tempesta mediatica, anche il referendum per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sarebbe stato macchiato da scorrettezze simili.

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LE SCUSE E IL BOICOTTAGGIO

Sono stati fatti degli errori. Volevamo dare agli utenti la possibilità di costruire una rete basata sui loro bisogni e gusti”, ha ammesso Mark Zuckerberg, fondatore del social più usato al mondo; ma le scuse probabilmente non basteranno a chiudere lo scandalo Cambridge Analytica. I malumori e i timori degli investitori, si sommano a quelli degli utenti che hanno già imbastito una class action contro le due società. In particolare in molti hanno cominciato a chiudere i propri profili, guidati dallo slogan (o meglio dall’hashtag) #deletefacebook. A mettere benzina sul fuoco anche Brian Acton, uno dei due co-fondatori dell’app di messaggistica WhatsApp, che si è servito del suo profilo Twitter per invitare gli utenti ad una scelta drastica: cancellare il loro profilo Facebook, perché “è giunto il momento”, ha sentenziato.

SERVONO CHIARIMENTI

Intanto la Commissione Europea chiede chiarimenti sul caso; in particolare a Bruxelles vogliono sapere se sono stati utilizzati i dati personali dei cittadini europei e soprattutto “capire in che modo i dati degli utenti di Facebook sono caduti nelle mani di terzi senza il loro consenso”. L’esecutivo Ue pretende anche che il social network adotti misure in grado di evitare che uno scandalo di questo tipo si ripeta. Infine la Commissione si chiede se siano necessarie regole più severe per le piattaforme di social media e se debba cambiare l’approccio alla trasparenza nei confronti degli utenti e delle autorità di regolamentazione.

Per il momento Mark Zuckerberg ha deciso di testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti e, secondo fonti consultate dalla Cnn, dovrebbe comparire a Washington entro qualche settimana. Il CEO di Facebook si è invece rifiutato di presentarsi di fronte ai deputati britannici della commissione cultura, digitale e media che l’avevano convocato per rispondere sullo scandalo dei dati di 50 milioni di utenti usati a scopo di propaganda politica anche in Gran Bretagna.

Lo scandalo c’è stato, ed è stato enorme, probabilmente abbiamo bisogno di più sicurezza riguardo i nostri dati sensibili e i social network hanno bisogno di regole più severe ma soprattutto chiare e trasparenti, quando si parla di informazioni private. Tuttavia da questa storia abbiamo capito una volta di più quanto siano cruciali i dati delle persone, che se usati nella maniera corretta e legale, possono davvero fare la differenza in una campagna di marketing. Affidati alla nostra web agency a Prato!

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Un nuovo modo di fare Shopping, su Instagram

Instagram, il social più in voga del momento ha da qualche giorno una nuova funzionalità, scopriamone insieme tutti i segreti

Come abbiamo ormai imparato negli ultimi tempi, gli e-commerce sono strumenti web sempre più utilizzati dai consumatori. Lo abbiamo già sottolineato in altri articoli, ma è importante ribadirlo: nel nostro Paese, in soli 10 anni, si è passati da 1,6 miliardi a 24,2 miliardi di fatturato complessivo per gli e-commerce. Nel 2015 si è registrato un incremento record: l’utilizzo degli smartphone per gli acquisti online è cresciuto del 71%. E i numeri sono in netta crescita, di anno in anno. La notizia è duplice quindi: non soltanto gli acquisti online crescono, ma le persone acquistano sempre di più direttamente da dispositivi mobile.

Secondo una ricerca di Facebook, negli ultimi 3 mesi il 39% delle persone ha comprato qualcosa semplicemente cliccando sul proprio smartphone o tablet.

Ecco perché Instagram, uno dei social network più in crescita tra gli utenti, permette ai marchi di inserire nei post i tag che rimandano al loro e-commerce.

UN’ESPERIENZA SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ

Ma le novità non finiscono qui; infatti, i 25 milioni di profili business Instagram in tutto il mondo, da qualche giorno in Italia possono utilizzare una funzionalità davvero interessante. Si tratta di “Shopping”, una funzionalità nuovissima che consente alle aziende di inserire speciali tag nei propri post attraverso i quali gli utenti possono fare acquisti in modo diretto. Già attivo da circa un anno negli USA, lo strumento rivoluzione (di nuovo) a il modo di comprare e vendere online. Le aziende non possono farsi sfuggire questa opportunità, i consumatori non possono lasciare andare questa novità.

Se si pensa che l’80% degli utenti segue almeno un’azienda, e oltre 200 milioni di persone visitano un profilo business ogni giorno (lo scorso mese, sono state più di 180 milioni le interazioni tra profili business e persone), l’occasione è davvero ghiotta. Non solo, circa un terzo delle stories più visualizzate, sono proprio di brand; da poco tempo questi ultimi possono sfruttare la modalità Carosello.

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Per gli utenti invece, basterà seguire l’icona con la borsa della spesa: una volta cliccato, si otterranno informazioni e foto di un determinato prodotto potendolo comprare sul sito web del marchio, senza doverlo cercare online. Una vetrina della vetrina insomma, dove le persone potranno avere prodotti a disponibile 24 ore su 24, con la possibilità di acquistare, in maniera facile, veloce e sicura.

Jim Squires, Head of Business di Instagram, afferma che il social network vuole “un’esperienza senza soluzione di continuità”, perché la relazione diretta con le persone è tutto.

UN’OCCASIONE DA NON PERDERE

Instagram Shopping è stato lanciato in altri sette paesi, tra cui il Regno Unito, Canada, Brasile, Germania, Francia, Spagna e Australia. I venditori possono taggare fino a cinque prodotti per post relativi a immagini singole o 20 prodotti per post di più immagini.

Proprio per questo motivo un’azienda ha bisogno di sfruttare un’occasione di questo tipo e può farlo  grazie ad un team di persone che sappiano gestire nella maniera più proficua possibile il social network dedicato alla fotografia (e non più solo a questa). Gli smartphone hanno cambiato il modo in cui acquistiamo e Instagram, che ha registrato 800 milioni di utenti mensili a settembre 2017, ha cambiato il modo in cui interagiamo con i marchi e scopriamo nuovi prodotti. Se siete un’azienda, questa è un’occasione da prendere al volo: MG Group Italia può darvi una mano a farlo. Il nostro numero è 0577 1516860.

Inoltre, disponiamo di varie sedi. Un esempio è la web agency a Prato, una delle migliori del territorio, secondo chi ci ha scelto.

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Storytelling: la sua importanza per un’azienda di successo

Come le storie possono rafforzare un brand

 Il termine storytelling può far pensare a qualcosa di nuovo e moderno, in realtà si tratta di un meccanismo antico, che da sempre ha un’importanza fondamentale per gli individui, in tutti gli ambiti. Dopotutto ci raccontiamo storie ogni giorno, non possiamo farne a meno e queste ultime non si limitano al campo della narrativa, ma si estendono a qualsiasi forma di contenuto.

Anche nel marketing le storie sono importantissime, molti marchi internazionali hanno sfruttato la narrazione per raccontarsi, per entrare in sintonia con il proprio pubblico. Non c’è nulla di meglio per un brand infatti, che entrare dentro la vita dei propri potenziali clienti e lasciare emozioni forti, che non facciano dimenticare molto facilmente un prodotto o un servizio.

I brand creano storie? Le storie creano marchi? Oppure il potere della narrazione dei brand è così pervasivo che non possiamo nemmeno capirne i confini?

STORYTELLING: UNA STRATEGIA CHE FA LA DIFFERENZA

Ovviamente ai tempi del web marketing e dei social network, lo storytelling trova il suo terreno fertile, si moltiplicano infatti gli strumenti e i modi in cui possono essere veicolate le storie. Dobbiamo pensare al fatto che raccontare e condividere storie è una attività fondamentale per ogni essere umano; ecco perché sfruttare questa caratteristica nel marketing online può essere davvero fondamentale per ogni tipo di business.

Insomma, in una strategia di content marketing, lo storytelling dovrebbe avere uno spazio non indifferente.

Tuttavia, indipendentemente da quanto efficace possa essere (e dovrebbe essere) lo storytelling, è spesso frainteso, sia dal punto di vista del content marketing che del branding.

Infatti in molti lo vedono come una semplice tecnica nella creazione di contenuti scritti e visivi. In realtà, oltre a questo aspetto, ce ne sono molti altri; inoltre, l’uso dello storytelling nel content marketing si è evoluto e continuerà sempre ad evolversi.

UN PROGETTO A LUNGO TERMINE 

Quindi, come creare contenuti interessanti e che colpiscano nel segno? Come fare in modo che le storie si attacchino alle persone per non staccarsi più? Ma soprattutto come inventarsi uno storytelling che non si limiti a una singola storia, ma che possa identificare un brand in maniera coerente e a lungo?

In questo senso mi vengono in mente gli spot pubblicitari di Ikea, sempre molto accattivanti e incisivi; oltre a questo però c’è una cosa che li distingue dagli altri: già nei primi secondi riconosci subito che si tratta proprio di uno spot di quel brand. La multinazionale svedese ha saputo adottare uno stile unico nel narrare le proprie storie, ciò rende i suoi spot vincenti.

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COSA VOGLIONO LE PERSONE

Senza andare a scomodare i colossi mondiali, ogni PMI deve saper fare un content marketing che spinga sui punti di forza della propria azienda. Tutto parte, come sempre dalle persone: sapere ciò che vogliono è fondamentale per costruire uno storytelling efficace. C’è da domandarsi cosa piace alla gente, cosa vogliono condividere, di cosa gli interessa parlare. Tutto ciò in concomitanza con azioni strategiche anche in altri ambiti; lo storytelling è solo una delle azioni di una corretta presenza online.

Come abbiamo detto, sono le persone a fare le storie, e il brand deve saper cogliere questa opportunità: che tipo di esperienze ha il cliente con il vostro marchio, che non può avere con nessun altro? Questo un buon punto di partenza.

SGUARDO AL RISULTATO

Lo storytelling non è un esercizio di stile, ma una questione di coerenza e adattamento ai bisogni umani in evoluzione. La coerenza deve risiedere nel fatto che i contenuti proposti devono servire a rafforzare lo status del tuo marchio e a veicolarlo nel modo migliore possibile. I bisogni umani sono fondamentali per dare uno sfondo alle tue storie.

Proprio come una fiaba, una storia di branding accattivante deve avere tre atti che creano la situazione, raccontano il conflitto e offrono una soluzione. Tuttavia, le storie di business sono uniche perché richiedono un quarto elemento: un invito all’azione, che è spesso indiretto.

L’obiettivo finale del content marketing è quello di ispirare, motivare al cambiamento e quindi incoraggiare all’acquisto di un prodotto o attrarre persone nel tuo negozio. È il risultato desiderato che indirizzerà la giusta storia da raccontare.

RIBALTARE LE PROSPETTIVE CON LO STORYTELLING

Le storie devono essere personali: pensa a come è nato il tuo marchio, cosa ti ha ispirato per creare l’azienda e qual è la tua mission. In particolare poi, bisogna pensare a alle esigenze del pubblico che potrebbe sceglierti. Le storie devono essere avvincenti e spesso emozionali, tuttavia, una tecnica molto efficace, consiste nel raccontarsi tramite le esperienze dei clienti. In questo caso viene ribaltata la prospettiva: l’azienda diventa la protagonista indiretta, mentre è il cliente a svolgere il ruolo principale. Infatti un cliente alle prese con i benefici che la tua impresa può apportargli, che viene mostrato o raccontato nel momento in cui trova le risposte alle sue domande, rappresenta il tuo asso nella manica. Le narrative dei clienti hanno il maggiore impatto a lungo termine sui marchi.

Leggi anche: Vendi di più usando i Casi di Studio

Tessere le lodi in maniera auto-celebrativa, spesso può essere controproducente: meglio che sia qualcuno che fa da testimone ed esalta i tuoi prodotti o servizi. Costruire il proprio storytelling basandosi sul come la vostra azienda può risolvere i problemi di chi la sceglie, è una tecnica sempre vincente.

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CONOSCI IL MEZZO

Qualsiasi mezzo può essere utilizzato per raccontare una storia: un blog, uno spot tv, un articolo di giornale, i canali social, un sito web, e chi più ne ha più ne metta. Non è da sottovalutare il fatto che ogni mezzo suscita una reazione diversa nel pubblico; così, le storie devono essere adatte al mezzo comunicativo che si sceglie. La chiave del successo è capire quale storia raccontare in uno specifico medium. Messaggi brevi e scattanti, di forte impatto visivo funzionano meglio su televisione e web; una narrazione più articolata può essere ottima quando si tratta di conferenze e seminari, solo per fare degli esempi.

In questi ultimi due casi, per essere un buon narratore, devi ascoltare il tuo pubblico in modo da poter davvero comprendere i loro desideri e preoccupazioni, le loro convinzioni e atteggiamenti. Devi continuare ad ascoltare mentre la tua storia si sviluppa così da valutare le reazioni del tuo pubblico in diretta.

Emozione, autenticità, connessioni personali e guida all’azione. Questo è tutto ciò che riguarda la narrazione. Le regole della narrazione rimangono sempre quelle, bisogna solo saperle adattare ai tempi, ai mezzi e ai pubblici che cambiano e si evolvono.

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Strutture ricettive: nuovi clienti con il web marketing

Tutto il necessario per impostare una perfetta strategia online per strutture ricettive

È sotto gli occhi di tutti, il settore turistico e ricettivo è uno dei settori che più di tutti ha beneficiato delle potenzialità di internet: negli ultimi anni sono esplosi i servizi di booking online e sia i proprietari di struttura che gli stessi clienti hanno scoperto un nuovo modo di viaggiare, molto apprezzato.

Se da un lato le piattaforme di prenotazione o di comparazione prezzi di alberghi, residence, villaggi turistici, campeggi, b&b hanno rivoluzionato un mondo, dall’altro, una volta che esiste una presenza online, bisogna gestirla e curarla nel migliore dei modi perché dia i risultati sperati. Il discorso vale per tutte le tipologie di strutture e per qualsiasi fascia di prezzo: dagli hotel di lusso ai bed & breakfast in centro città.

Per capire l’importanza del marketing online, possiamo pensare alle grandi catene alberghiere che, sfruttando proprio il fattore internet sono riuscite a rispondere alle richieste delle persone; una delle più importanti riguarda la personalizzazione del soggiorno: circa il 70% degli utenti si attende esperienze che siano su misura per le proprie esigenze.

Come creare una strategia sul web per far crescere il tuo brand e quindi la tua attività ricettiva?

Vediamo di fare una panoramica completa, focalizzandoci sul settore specifico.

L’unione fa la forza

Chiariamolo subito: fare marketing online è un argomento vasto e in costante evoluzione. Su questo articolo vogliamo individuare le strategie e gli strumenti più efficaci di una campagna di questo tipo, consapevoli che la sua riuscita dipenderà dal mix di azioni che si compiono.

Partiamo da un presupposto importante: il sito della tua azienda è già stato fatto e rispecchia gli standard attuali, che rendono le pagine web appetibili per il pubblico e per i motori di ricerca. Non soltanto un sito deve essere ben strutturato, chiaro e dare le informazioni giuste al punto giusto, ma deve anche poter essere trovato tra le migliaia di siti presenti sul web.

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Le parole chiave per un’attività ricettiva

Uno dei modi più classici e infallibili è l’ottimizzazione per i motori di ricerca, attraverso l’utilizzo delle tecniche SEO. Già in altri articoli del nostro blog abbiamo parlato di questa materia, ma in questo caso vogliamo soffermarci sulla ricerca e l’utilizzo delle parole chiave.

La posizione sui motori di ricerca dipende da diversi fattori, uno tra i più importanti è costituito dal corretto uso di keyword strategiche. Il termine utilizzato non è casuale: la scelta di due parole generiche da inserire nei proprio contenuti online è piuttosto inutile in quanto la concorrenza sarà spietata. Infatti pensiamo ad un eventuale ospite che vuole trascorrere le ferie in riva a un lago e portare il proprio cane: la sua ricerca sarà “hotel lago (nome località)”, ma non ometterà l’altra informazione cruciale “adatto agli animali”. Gli studi infatti confermano che gli utenti sono sempre più specifici quando effettuano una ricerca. Per questo motivo sarà importante inserire nel proprio sito o negli articoli del proprio blog, frasi come “hotel in riva al lago adatto agli animali”. Solo così la concorrenza sarà molto minore e il posizionamento Google molto migliore.

Il tipo di parole chiave che abbiamo appena visto sono chiamate long tail keyword (a coda lunga): si tratta appunto di frasi specifiche e che, sebbene abbiano un volume di ricerca più basso rispetto a quelle generiche, tuttavia hanno un livello di conversione più alto. In parole semplici: meno pubblico raggiunto ma potenzialmente molto più interessato al tuo albergo.

Content marketing trasversale

Abbiamo parlato di inserimento delle parole chiave, ma dove dobbiamo inserirle? Innanzi tutto nei contenuti cosiddetti statici del sito: descrizioni, servizi offerti, indicazioni stradali, offerte, articoli blog creati con un sapiente uso del copywriting. I secondi sono i contenuti generati dagli utenti (UGC), cioè le recensioni: altro tassello importantissimo per aumentare la vostra reputazione online e far venire molti più clienti nella vostra struttura. La combinazione di questi due tipi di contenuti, se utilizzata al meglio, può far volare in alto il tuo sito web.

Il marketing dei contenuti è un mondo redditizio se gestito bene e può generare nuove possibilità. Ma come attrarre i clienti attraverso ciò che pubblico e scrivo? Prima di tutto cominciamo con un’importante verità: quando si parla di contenuti non si deve pensare solo ai testi scritti su un blog, ma anche alle immagini, ai video, agli ebook informativi, alle infografiche. Alla base di tutto ci deve essere un’ottima qualità nella realizzazione e la capacità di dare informazioni importanti e molto utili per le persone che interagiscono con i contenuti stessi.

Nel caso di un albergo ad esempio, quali possono essere dei contenuti rilevanti? Innanzi tutto serve una perfetta conoscenza del pubblico e dei suoi desideri; solo così sarà possibile intercettare i loro bisogni latenti. Se ad esempio gestisci un albergo in montagna e vuoi avere un’ottima affluenza anche in estate, potresti creare delle guide turistiche online dove mostrare alle persone cosa possono fare durante la bella stagione, quali sono le attività più interessanti e le possibilità che offre la montagna anche quando non si è amanti della neve.

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La strategia di marketing sui social

Per completare una strategia di questo tipo non c’è modo migliore dell’utilizzo dei social network. La prima regola in questo caso da tenere a mente è che queste piattaforme non sono nate per vendere (anche se negli ultimi tempi si stanno facendo esperimenti anche in questa direzione) ma per semplificare le relazioni tra persone. Questo è esattamente l’obiettivo che devi perseguire tu, proprietario di una struttura ricettiva che hai appena aperto una pagina Facebook oppure non sai come gestirla. Creare legami per aumentare la consapevolezza del brand e la fiducia che le persone hanno riguardo ai tuoi servizi. Anche in questo caso è una questione di contenuti: freschi, giusti, innovativi e sempre al passo con i tempi.

In più c’è il fattore customer care, la gestione della relazione con gli utenti per mostrare a tutti la tua efficienza e tempestività nel risolvere i loro dubbi e le loro problematiche. Adesso possiamo scoprire tutti i passaggi da compiere per impostare una strategia di social media marketing a Siena, ovviamente sotto forma di pillole utili:

Quali sono i tuoi obiettivi? Come detto in precedenza non si può intraprendere una campagna online senza porsi delle domande: di cosa hai bisogno in questo momento per il tuo hotel? Vuoi concentrarti maggiormente sui social? Ti interessa la customer experience? Hai intenzione di aprire un altro canale?

Chi è il tuo cliente target? Prima di fare qualsiasi azione di marketing è indispensabile studiare bene le persone che ti interessa raggiungere; un giro del marketing americano avrebbe detto “scopri cosa li tiene svegli la notte”.

Cosa fanno i tuoi concorrenti? Per battere il “nemico” bisogna conoscerlo e studiare le sue mosse nei minimi particolari per anticiparle o adottare strategie completamente diverse.

Quali sono i tuoi punti forti e quali i tuoi punti deboli? Ma soprattutto cerca di capire in cosa sei diverso da tutti gli altri e perché su quella cosa non hai rivali.

Quali social network sono più adatti alla tua attività? Non scegliere a caso le piattaforme e nemmeno prova a essere presente su tutte quelle disponibili: è solo uno spreco di tempo e risorse. Molto meglio concentrarsi su pochi social ma che siano giusti per la tua strategia online.

Cosa pubblicare sui tuoi profili? Contenuti di vario genere, con costanza e con una linea editoriale pianificata. Attraverso i tuoi post le persone devono capire la filosofia della tua struttura ricettiva, devono sentirsi parte integrante del tuo mondo e capire di più di quello che vali attraverso le testimonianze altrui. Scegli immagini professionali, gira video ben fatti, non sottovalutare i dettagli perché faranno la differenza tra te e il resto dei competitor.

E per gli annunci a pagamento? Fissa sempre un budget da poter utilizzare per promuovere la tua attività sui social attraverso la creazione di banner pubblicitari a pagamento, questi potranno intercettare un pubblico profilato e potenzialmente molto interessato alla tua attività.

Gli smartphone sono importanti? Fondamentali oggi come oggi, per un’attività ricettiva significa che ottimizzare il proprio sito e i propri contenuti per la visualizzazione su tutti i dispositivi è una questione di vitale importanza.

E poi? L’ultimo consiglio è quello di analizzare i risultati della propria strategia e capire dove è possibile aggiustare il tiro e dove invece puntare con maggior forza.

L’esperienza della nostra agenzia di comunicazione nel settore alberghiero ci permette di elaborare piani di web marketing all’avanguardia per qualsiasi tipo di attività. Vuoi riempire le tue stanze disponibili? MG Group ha la chiave per aiutarti a farlo.

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Come puoi sfruttare il web marketing se sei un avvocato?

Non serve attendere il cliente, meglio andarlo a cercare: grazie a internet si può fare. Ecco i nostri consigli per gli avvocati

Si sa, in Italia di avvocati ce ne sono molti e anche se le procedure per praticare la professione sono diventate sempre più rigide, siamo ancora nelle prime posizioni al mondo per numero di legali; ce la battiamo con gli Stati Uniti che, come noi, hanno circa 40 professionisti ogni 100mila abitanti. Questo porta non solo ad un sovraffollamento ma anche ad una competizione molto più spietata rispetto ad altri Paesi; in un contesto come questo bisogna cercare di battere la concorrenza e i nostri avvocati non lo stanno facendo. Perché?

Basta una statistica a confermarlo: l’ 85% delle persone sceglie un avvocato grazia al passaparola: consiglio di amici, familiari, colleghi o altri avvocati. Negli USA il discorso è molto diverso: il 76% delle persone trova il suo avvocato sul web. I metodi di ricerca sono molti, ma il fattore comune è che il mezzo attraverso cui si informano gli americani è proprio internet.

Vi starete chiedendo come mai noi non lo facciamo; i motivi sono principalmente 2:

  • una prassi ormai consolidata per una professione molto radicata nel nostro Paese
  • la carenza di avvocati presenti online o comunque una presenza inefficace

Soltanto il 26% degli studi presenti su tutto il nostro territorio nazionale ha un sito internet e sfrutta il web marketing con risultati discreti; le relazioni con i clienti sono pressoché nulle quando sono il sale di una corretta attività online. Infine un ultimo dato: nel nostro Paese mancano i consulenti di marketing per questo settore, ne abbiamo sono 1 su 8-10mila professionisti. Negli Stati Uniti ce ne sono 1 ogni 270.

Se sei un avvocato, pensa a internet come il passaparola più grande del mondo: per questo è importante essere online e avere la giusta strategia per intercettare la propria clientela e non aspettarla passivamente.

Vediamo come muovere i primi passi o implementare le proprie strategie.

Social network e comunità

Le relazioni sono il pane quotidiano del marketing, e non c’è niente di meglio per creare relazioni se non creare una rete di contatti nella vostra comunità. Questa strategia può essere messa in piedi non soltanto presenziando ad eventi o cercando di essere attivi il più possibile nel luogo dove sorge il vostro studio; una comunità di persone interessate a quello che fate può essere costruita anche online. Il mondo miglior per farlo è attraverso il corretto utilizzo dei social media, strumenti potentissimi per relazionarsi con un pubblico anche molto specifico e interessato ai vostri servizi. All’interno dei vostri profili potete fornire informazioni utili per chi vi segue, risolvere i dubbi di chi è scettico in maniera rapida ed efficace. Il social media marketing è uno dei primi pezzi del puzzle per costruire la giusta presenza online.

La facilità di apertura di una pagina social è davvero alla portata di tutti; diverso il discorso quando si tratta di gestirla: in questo caso occorre pubblicare contenuti di un certo tipo e con una certa regolarità ed avere la massima attenzione alle richieste degli utenti.

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Un buon sito, con contenuti chiari

Non esiste attività online se non c’è un sito internet di riferimento: questo sarà il luogo dove mostrare in maniera precisa e dettagliata chi siete e cosa fate. Nel caso di uno studio legale sarà fondamentale sottolineare in quale ramo siete esperti, di cosa vi occupate e perché lo fate meglio della concorrenza. L’importanza di un sito strutturato, con contenuti utili per le persone farà la vostra fortuna.

A partire dal sito è possibile sviluppare anche strategie di content marketing, attraverso l’apertura di un blog dove scrivere articoli molto specifici sul vostro lavoro; immaginate di farlo con l’intento di rispondere alle richieste della gente.

Il content marketing non si ferma al solo blog, ma riguarda anche altri strumenti, ad esempio email e newsletter. Attraverso l’invio di posta elettronica sarà possibile non soltanto allargare la conoscenza della vostra attività, ma anche cercare contatti molto profilati, che abbiano davvero interesse nel cercare un avvocato.

In ogni caso l’importante è il non parlare in termini troppo tecnici, le persone hanno bisogno di contenuti chiari e diretti, facilmente comprensibili; gran parte degli utenti spesso dà un’occhiata rapida ad una pagina web ed è in quei pochi attimi che dovremmo essere in grado di colpire la loro attenzione. Niente termini tecnici dunque, ma cercare il più possibile di entrare nella teste delle persone potenzialmente interessate alla vostra attività.

Annunci mirati

Non tutti però avranno bisogno nell’immediato di una consulenza legale, c’è infatti chi potrebbe avere bisogno di voi in futuro. Come fare ad intercettare questo tipo di domanda? La risposta sta nella pubblicità sui social networks; è possibile infatti creare annunci targettizzti che appaiano sulle home page delle persone e che pubblicizzino il vostro studio legale. Facebook Ads e LinkedIn Ads sono gli strumenti più utilizzati in questo senso, e vanno a colpire i potenziali futuri clienti. Queste campagne sono a pagamento, quindi bisogna progettarle al meglio per non sprecare risorse, tuttavia danno risultati molto soddisfacenti e sempre misurabili.

Avere un piano

Alla base di tutto questo lavoro da fare per essere presenti online c’è la strutturazione di un piano marketing; sì perché anche se siete avvocati è importante pianificare la vostra strategia di comunicazione. Un piano ben strutturato e flessibile per essere adattato alle varie situazioni che vi possano capitare è un arma da non sottovalutare, grazie a questo infatti potrete svolgere tutte le attività che abbiamo appena descritto in maniera molto più efficace.

Se è vero che solo un avvocato sa quali sono le problematiche più frequenti che interessano il suo pubblico e per questo è in grado di rispondere in maniera adeguata, è anche vero che è importante tradurre queste risposte in strategie di web marketing vincenti. Questo lavoro, a partire dalle conoscenze e dalle caratteristiche specifiche del professionista legale, può essere svolto in maniera perfetta da esperti in marketing e comunicazione sul web; solo questi ultimi sono in grado di comporre una strategia efficace a partire dai punti di forza di un avvocato, dalle sue esigenze e dai suoi obiettivi.

Grazie alla nostra esperienza decennale, che ci ha permesso di seguire molti studi legali, possiamo costruire insieme a te un piano strategico di marketing e comunicazione online per il tuo studio legale. Scopri di più su come possiamo aiutarti ad aumentare visibilità e clienti per il tuo studio >>

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Gestire i rapporti B2B e trovare nuovi clienti grazie a Facebook

Come usare al meglio Facebook, il social network con più utenti al mondo 

Non c’è bisogno di sottolineare che Facebook è il luogo per eccellenza dove comunicare con miliardi di persone anche lontane e sconosciute; di conseguenza oggi chi fa marketing non può prescindere dall’utilizzare questo strumento. Il social network fondato da Mark Zuckerberg si è accresciuto nel tempo non solo per via degli utenti che ogni giorno lo utilizzano, ma anche per le possibilità che offre: non soltanto le realtà B2C trovano terreno fertile, ma anche quelle B2B. Tuttavia in questo secondo caso le cose diventano un po’ meno immediate; rispetto al rapporto con un cliente finale, quando ci si rapporta con un altro business i meccanismi di interazione possono variare e ci può volere più tempo per arrivare a diventare partner.

Se il business to customer offre molte possibilità per monitorare gli utenti e i loro comportamenti online, analizzarli e costruire una strategia partendo da queste abitudini, nel caso del business to business la questione cambia, anche se l’approccio deve essere lo stesso.

Un buon esperto di social media marketing è in grado di gestire entrambe le situazioni e sfruttare al meglio il potenziale di una piattaforma social che è ormai parte integrante della vita delle persone e delle aziende stesse. Per questo basta aver le giuste competenze per impostare campagne adeguate sia che si parli di B2C che di B2B: vediamo come. 

1. Il pubblico e la concorrenza

Mai cominciare qualsiasi tipo di social strategy senza aver analizzato nei minimi particolari il pubblico di riferimento: che siano clienti o aziende. Lo studio della audience è necessaria e ti permette di capire che, anche se ti stai rivolgendo ad un’impresa, dietro a questa ci sono comunque persone che prendono delle decisioni. Sono le figure professionali che compongono l’organigramma aziendale a scegliere se acquistare un determinato prodotto o servizio; insomma bisogna rivolgersi comunque ad esseri umani.

Nello stesso tempo, proprio per la moltitudine di realtà presenti online, non puoi fare a meno di focalizzarti sulla concorrenza: come lavorano? Cosa fanno di diverso da te? Quali sono i loro punti di debolezza e quelli di forza? Usano bene Facebook o sono facilmente superabili?

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2. Questione di conversioni

Dopo che la tua analisi ha toccato tutti gli aspetti presi in considerazione, è il momento di creare un calendario editoriale mirato per offrire contenuti adeguati al tuo target. Il calendario editoriale è una risorsa importante per la corretta gestione di un social network. Per realizzarlo non puoi prescindere dall’individuare quelli che sono i tuoi obiettivi. Cosa vuoi fare attraverso Facebook? Dove vuoi arrivare? Chi vuoi colpire? Se la risposta a questa domanda è un cliente normale, i contenuti dovranno essere di un certo tipo: utili, accattivanti, informativi più che commerciali, che spingano però verso un’azione. Nel caso in cui invece il target sia un’azienda, l’obiettivo sarà quello di trasformare i contatti in conversioni: ma la cosa non è “facile” come nel caso del B2C. I passaggi da affrontare potrebbero essere diversi, prima di far sì che un’azienda scelga proprio i tuoi prodotti/servizi.

Un modo davvero ottimo per ottenere le tanto ambite conversioni, è quello di creare delle landing page, decisive per questo tipo di marketing. Le landing page sono delle pagine di atterraggio in cui le persone devono essere convogliate e trovare ciò che stavano cercando e il modo di acquistarlo o comunque di informarsi. Una landig dovrà essere: semplice, intuitiva, efficace, in modo che l’utente diventi un cliente; questo non succederà sempre e automaticamente, tuttavia gli strumenti da utilizzare una volta che l’utente si sarà dimostrato interessato possono essere molti: email marketing, free content, video marketing e molti altri. Tutti questi strumenti devono concorrere insieme a “far cadere” l’utente nell’imbuto fino a far sì che scelga proprio noi.

Ovviamente è importante utilizzare Facebook come tassello chiave del content marketing, sia con contenuti free, sia con annunci a pagamento. Leggete questo articolo per conoscere tutti i modi di utilizzare Facebook Ads. Come in tutte le attività di marketing fatte sul web, anche in questo cosa si deve prevedere un certo budget da investire: non c’è nulla di completamente gratuito e Facebook Ads, se utilizzato nel modo adeguato, garantisce risultati concerti.

L’unione di pubblico, concorrenza ed obiettivi da raggiungere è ciò che ti serve per costruire un calendario editoriale efficace.

3. Fare in modo che il pubblico sia dalla vostra parte

Non c’è campagna di Facebook efficace, se non viene fidelizzato il proprio pubblico: uno degli obiettivi primari è proprio quello di costruirsi un gruppo di persone o di partner molto fedeli alla tua azienda con cui interagire in maniera costante e profittevole. Questa nicchia può funzionare anche come cassa di risonanza per la tua attività e innescare altre relazioni. Come accennato in precedenza, per raggiungere questo scopo serve un perfetto bilanciamento di contenuti che offrono soluzioni ai problemi delle persone e altri più prettamente commerciali.

Solo in questo modo la tua azienda potrò diventare leader nel settore e spiccare nei confronti della concorrenza: saper utilizzare bene Facebook permette di essere un punto di riferimento per le persone.

Un social network come questo offre la grande possibilità di aumentare l’autorevolezza di un’azienda, di conseguenza la fiducia delle persone nell’affidarvisi: sia dal punto di vista dei clienti finali, sia per quanto riguarda altre aziende. Non bisogna infatti dimenticare il volto umano delle realtà imprenditoriali, per questo è sempre utile coinvolgere il proprio pubblico, interagire con quest’ultimo. Non soltanto post quindi, ma anche video ad esempio. Non a caso Facebook ha cominciato a puntare sempre di più sui contenuti dinamici: basta pensare che, dopo un’attenta ricerca biometrica, sono riusciti a capire che le persone sono attratte da contenuti di questo tipo 5 volte di più rispetto ai semplici post statici.

Secondo la ricerca, in cui sono stati studiati i comportamenti dei millennials, possono essere individuati 5 fattori che contribuiscono al successo dei video su Facebook:

  • gli smartphone, il dispositivo preferito per questa tipologia di contenuti
  • la scarsa attenzione delle persone: per questo sono sempre preferiti video di breve durata
  • il binge watching, cioè la capacità di guardare video in sequenza
  • il contesto, cioè il social network stesso
  • la novità che rappresentano i video in questo tipo di contesto

Insomma di carne al fuoco per l’uso professionale di Facebook ce n’è molta, e riguarda sia le realtà business to customer che quelle business to business. Una pianificazione delle attività sui social network è sempre indispensabile, così come una presenza costante e strutturata, tale da consentire dei riscontri in termini di conversioni, fidelizzazioni e contatti con partner commerciali.

Per fare in modo che tutto questo diventi parte integrante della vostra attività di marketing non vi resta che affidarvi ai professionisti di MG Group Italia: il social media marketing non si improvvisa, e il nostro team conosce bene le logiche di Facebook sia per il mondo B2B che B2C. Rivolgiti ai nostri professionisti di Social Media Marketing ad Arezzo è pronta a rispondere alle tue richieste: 0577 15 16 860.

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