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Come utilizzare contenuti web e conversazioni social in dati ed insight utili per strategie future

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I dati che producono gli utenti, i clienti e i potenziali clienti sono fondamentali per un brand. Per questo un’azienda deve essere capace di ascoltare la rete e captare tutti i messaggi positivi e negativi del target. Ovviamente per farlo occorre essere sempre aggiornati, seguire gruppi sui social, hashtag e captare ogni segnale su ogni piattaforma disponibile. Certamente esistono anche degli strumenti che sono in grado di individuare, cercando determinate parole chiave, i vari contenuti web e le conversazioni in cui si parla del brand. In un secondo momento, però, occorre saper leggere e valutare questi dati perché possono rivelarsi molto utili sia sulla strategia marketing che sulla produzione.

I dati della rete perché sono importanti per il tuo brand

Chi parla di voi, dei vostri prodotti o servizi o del vostro brand è sempre una fonte utile a capire se la vostra strategia di marketing (e di mercato) sta funzionando bene oppure necessita di correzioni.

La rete negli ultimi anni ci ha dato accesso ad una moltitudine di dati interessanti per scoprire molte informazioni sul target (come i loro gusti o le intenzioni di ricerca) e, allo stesso modo, ci ha permesso di capire come il brand (o il servizio oppure il prodotto) viene percepito dagli utenti.

Questi dati si possono trovare andando a scovare le conversazioni tra persone sui social, facendo una ricerca manuale per esempio, oppure avviando determinati software che permettono di avere accesso a diverse opinioni tra persone su diversi canali come Facebook, Twitter o Instagram.

Questo è utile perché ascoltando ciò che la rete ha da dire si può avere una chiara idea di come venga recepito il marchio e si crea, quindi, la brand reputation. Non solo. Leggendo commenti, per esempio, sotto una campagna promozionale oppure un post pubblicato su Facebook, si può capire molto sia sull’interesse che sul gradimento del prodotto e sulla campagna stessa, oltre a valutare i prossimi passi da seguire sul piano editoriale.

Dai dati capisci anche il mercato

I dati che provengono dal monitoraggio della rete possono essere una grande risorsa anche per capire le tendenze di mercato. Basta solo inserire determinate parole chiave per cercare nella rete e nei principali social cosa la gente pensa di quel determinato mondo, di un determinato servizio o prodotto. In questo modo, per esempio, se diversi utenti a fronte di uno stesso prodotto richiedono più sicurezza, la vostra azienda che ha ascoltato le loro conversazioni in rete può lanciare un prodotto più sicuro e distaccarsi di molto rispetto ai concorrenti di mercato.

Una strategia che si rivela utile anche per capire come stanno agendo i vari competitor del vostro settore ed evitare di commettere gli stessi errori (se ce ne sono stati) o per arrivare sul mercato con un prodotto (o un servizio) migliore rispetto agli altri.

Grazie ai dati si fa una strategia marketing vincente

La raccolta dei dati dal web e dai social media come abbiamo visto, permette di osservare, tracciare trend e definire nuove e vincenti strategie di marketing per raggiungere obiettivi sempre più performanti.

Allo stesso modo, oltre ai dati raccolti dalle conversazioni in rete, è molto utile saper leggere anche le informazioni contenute negli Insight offerti automaticamente dai principali social. Facebook, Instagram, Tik Tok, Linkedin, Youtube, Twitter: tutte queste piattaforme, solo per citarne alcune, hanno una sezione dedicata ai dati in cui si può capire se la strategia messa in atto sta funzionando oppure occorrono dei cambiamenti. Si può inoltre capire, dalla lettura di queste informazioni, se hanno performato di più grafiche, post, immagini o video in base al numero dei click effettuati, delle impression, delle condivisioni, dei commenti o delle reazioni. In questo modo si riesce a sapere se si è arrivati al pubblico desiderato (i dati mostrano anche sesso, provenienza, età delle persone) oppure modificare la strategia per attirare l’attenzione di clienti che possono acquistare (e non solo mettere il like ai post).

In questo modo si può iniziare a costruire un piano editoriale dedicato per migliorare la percezione delle persone rispetto al brand, oppure al prodotto o al servizio.

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Trend di marketing 2021, ecco su cosa bisognerà puntare

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Sì alle nuove tecnologie

L’anno 2021 darà molto spazio alle nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale (AI) che potrà essere utilizzata per rendere perfetta la navigazione degli utenti nei siti e, allo stesso tempo, offrire dati interessanti all’azienda o a chi fornisce un prodotto o un servizio. L’AI, inoltre, potrà essere utile per dare un volto umano all’azienda utile ad entrare in contatto con il proprio target.

Personalizzare per arrivare al target che ti interessa

Una delle parole chiave su cui puntare nel 2021 è “personalizzazione”. Questo non vuol dire utilizzare il nome del cliente nella newsletter, in Sms o in chat bot, ma differenziare sempre di più le offerte dei prodotti in base alle reali esigenze e ai desideri delle persone. In questo modo, in base alle preferenze, agli interessi o alle intenzioni di acquisto manifestate da un utente occorre trovare una formula adatta per ognuno di loro e proporre solo offerte che possano realmente essere interessanti per loro.

Mettere al centro la persona

Tra le tendenze per il 2021 nel mondo del marketing c’è anche quella di migliorare l’esperienza dell’utente su un sito internet, sia che si tratti di un e-commerce che di un sito vetrina o di una landing page. Tutto andrà progettato nei minimi dettagli per offrire una user experience indimenticabile.

Sempre per quanto riguarda le persone, o meglio la collettività, ultimamente i brand stanno cercando di affrontare diverse tematiche sociali tramite la veicolazione, soprattutto sui social, di campagne particolari che vertono sulle emozioni delle persone. La tendenza, dunque, sarà veicolare queste campagne con serietà, monitorando il sentiment generato dai diversi messaggi.

Unisci digital ed esperienza fisica

Il 2020 è stato l’anno dei webinar e dei virtual tour, ora occorre spingere su questo settore della trasformazione digitale e cercare di far vivere un’esperienza unica a chi decide di provare questo mondo. Come farlo? Utilizzando tutte le migliori tecnologie, come la realtà aumentata capace di rendere protagonista anche l’utente.

In quest’ottica uno dei trend di quest’anno sarà anche la collaborazione tra i professionisti per mettere in piedi sinergie nuove e all’avanguardia.

A questo proposito una buona opportunità, soprattutto per coloro che hanno grandi desideri ma poco budget a disposizione per effettuare investimenti, è quella del franchising.

Contenuti multicanale

Il 2020 ha anticipato un trend di quest’anno ovvero la voglia, degli utenti, di fruire contenuti di alta qualità che devono differire di formato e canale. Per questo è sempre più importante investire nel digital e attrezzarsi per fronteggiare la concorrenza, trovare il modo giusto di comunicare il proprio brand su ogni piattaforma, sfruttandone al massimo le potenzialità e magari anticipando anche i trend. Da tenere bene a mente: no alla standardizzazione, sì alla differenziazione cercando sempre di capire e valutare i cambiamenti in real-time.

Ripartire dopo il Covid-19, quali strategie mettere in campo

Il 2020 ha messo a dura prova il mondo del marketing alle prese tra chiusure, aperture, divieti e concessioni presenti in ogni differente Dpcm lanciato dal Governo per far fronte all’emergenza da Coronavirus. Una situazione di grande incertezza per le piccole, medie e grandi attività che però ora devono ripartire anche sul fronte del mondo digitale.

Facciamo un esempio. Un’attività di ristorazione o un bar che in questi mesi ha potuto lavorare con consegne e asporto potrà ricominciare da un sito nuovo, contenente tutti gli aggiornamenti, un e-shop su cui prendere le ordinazioni in tempo reale, ricevere i pagamenti oppure prenotare i tavoli.

Uno strumento, quello del sito, che può essere supportato al meglio da un’ottima pianificazione sul piano dei social network. Questo può essere fatto programmando frequenti uscite, sia su Facebook che su Instagram per iniziare. Tutto questo per aggiornare in tempo reale i clienti sugli orari, sulla disponibilità della merce, per promuovere nuovi prodotti o anticipare delle offerte. Del resto (e questa è una cosa da non sottovalutare) proprio questi due canali hanno attivato anche i propri shop in modo da accelerare e rendere più semplici le vendite.

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TikTok: le potenzialità del nuovo social per le aziende

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TikTok nasceva nel 2018 e da allora si è conquistato un posto di prestigio nel panorama dei servizi social media, grazie all’enorme possibilità di generare business per le aziende e non solo.

Con le porte della pubblicità spalancate, infatti, anche i Brand si stanno interessando sempre di più al social media.

Chipotle, Nike, Skittles, Fenty Beauty, Pepsi e Universal Pictures sono tra le molte aziende che sono già state attirate dal successo di TikTok.

Quindi, è tempo che anche la tua azienda inizi a sponsorizzarsi sul social network della musica!

Ma che cos’è TikTok?

TikTok si definisce come una social “per video mobile in formato ridotto”. In un certo senso è una versione di YouTube, con video che vanno dai 5 ai 60 secondi di lunghezza.

I creatori hanno accesso ad un assortimento di filtri ed effetti, nonché ad una vasta libreria musicale.

Le tracce su TikTok hanno un alto potenziale di meme, fattore che ha trasformato l’app in un hitmaker.

Come qualsiasi altro social network, TikTok ha una gamma di influencer che incassano in visualizzazioni, mi piace, commenti, condivisioni e monete virtuali.

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Una breve storia di TikTok

In Cina, TikTok è noto come Douyin, lanciato da ByteDance nel 2016. TikTok ha, quindi, fatto il suo debutto all’estero nel 2018, quando si è fusa con Musical.ly.

Il successo del social non è arrivato senza polemiche. L’app è stata, infatti, brevemente bandita dai legislatori in India lo scorso anno, a causa del degrado culturale attribuito alla piattaforma. Mentre negli Stati Uniti la Federal Trade Commission ha inflitto un’ammenda di $ 5,7 milioni per violazione della legge sulla privacy dei minori.

I problemi di sicurezza hanno, quindi, portato il governo degli Stati Uniti a lanciare una revisione dell’app.

Come funziona TikTok?

Ecco di seguito le azioni che è possibile compiere con l’app:

  • Aggiungere musica: la vasta libreria musicale di TikTok e l’integrazione con Apple Music sono ciò che differenzia l’applicazione delle altre piattaforme social. I creatori possono aggiungere, remixare, salvare e trovare brani e suoni tramite playlist, video e altro.

  • Interagire: gli utenti di TikTok possono seguire gli account che preferiscono e “mettere cuori”, distribuire regali, commenti o condivisioni sui video che preferiscono..

  • Scoprire: il feed Scopri è tutto basato sugli hashtag, ma gli utenti possono anche cercare parole chiave, altri utenti, video ed effetti sonori. E’, inoltre, possibile aggiungere amici cercando il loro nome utente o scansionando il loro codice Tik Tok unico.

  • Esplorare i profili: i profili TikTok mostrano un conteggio di follower e following, nonché un totale complessivo del numero di cuori che un utente ha ricevuto. Come su Twitter e Instagram, gli account ufficiali hanno segni di spunta blu.

  • Spendere monete virtuali: le monete possono essere utilizzate per donare regali virtuali su TikTok. Quando un utente li acquista, possono essere trasformati in diamanti o emoji. I diamanti possono essere scambiati con il denaro.

In che modo le persone usano tipicamente TikTok?

  • Trend TikTok: note anche come sfide TikTok, questi meme in genere coinvolgono una canzone o un hashtag popolare. Le canzoni e i tag di tendenza come #ButHaveYouSeen e #HowToAdult fungono da suggerimenti per tentare mosse di danza o creare la propria variazione su un tema.

  • Duetti TikTok: i duetti sono una popolare funzione collaborativa su TikTok che consente agli utenti di aggiungersi ai video di un altro utente.

I duetti possono variare da collaps, remix, spoof e altro. Artisti come Lizzo, Camila Cabello e Tove hanno usato questo formato per promuovere singoli e connettersi con i fan.

  • React Videos: i YouTubers hanno aperto la strada al genere di reazione, ma i TikTokers lo hanno perfezionato. Sotto l’opzione di condivisione del video di qualcuno, gli utenti possono selezionare React. Possono registrare la loro reazione, mentre il video viene riprodotto accanto all’originale.

  • Condivisione multipiattaforma: i meme TikTok non rimangono solo su TikTok. In molti casi, gli utenti condividono i loro contenuti su altri social network come Twitter, Pinterest, Snapchat e Instagram.

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Come usare TikTok per le imprese

Tik Tok è sempre più utilizzato anche dai Brand per promuovere i loro prodotti/servizi. Vediamo di seguito le strategie più utilizzate:

  • Hashtag challenge personalizzata: finora, le sfide di hashtag con marchio sembrano essere l’approccio più popolare per i Brand su TikTok. Numerosi musicisti e compagnie come la NFL, la Sunsilk e la Universal Pictures hanno organizzato campagne. Perfino TurboTax sta entrando in azione.

Queste campagne incoraggiano gli utenti a creare video intorno a un hashtag specifico, spesso utilizzando una canzone o un set di mosse di danza specifici.

Oltre al feed, gli hashtag con marchio vengono visualizzati nella sezione Tendenze della scheda Scopri. Quando un utente fa clic su di esso, viene portato a una pagina della sfida che include una breve descrizione. I marchi possono pagare un extra per garantire la posizione del banner superiore.

  • Annunci video in-feed: queste pubblicità di 5-15 secondi sono essenzialmente video TikTok promossi. Vengono visualizzati nel feed “For You” e possono indirizzare i clic a una pagina interna o esterna. Gli utenti possono condividere, commentare e fare clic sui profili allo stesso modo dei contenuti organici. Questi annunci sono disponibili attraverso il modello di asta.

  • Branded lens: i marchi possono collaborare con TikTok per creare obiettivi 2D e 3D che gli utenti possono “provare” e condividere.

  • Brand songs: le canzoni fanno parte di TikTok, quindi avere una buon jingle per il proprio Brand può davvero aiutare il decollo di una campagna.

  • Partnership tra influencer di TikTok: molti marchi hanno collaborato con influencer per promuovere hashtag challenge o semplicemente per sponsorizzare i propri prodotti.

Il futuro di TikTok

Cosa succederà nel 2020? Secondo quanto riferito, TikTok sta testando annunci pubblicitari acquistabili con influencer selezionati… ma la piattaforma ha ancora in molto in serbo per utenti privati e aziende!

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Instagram shopping: possibilità di acquisto diretto sul social

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Instagram Shopping è il nuovo strumento del social network delle immagini che consente a Brand, imprese e business di qualsiasi settore di taggare i propri prodotti direttamente sui post del feed, proprio come si usa fare con l’username degli utenti Instagram.

Inizialmente disponibile solo negli Stati Uniti, dove ha registrato risultati sorprendenti, l’integrazione Shopping si è estesa a macchia d’olio anche negli altri Paesi, raggiungendo la nostra Penisola nel corso del 2019.

Anche se in funzione solo da poco tempo in Italia, quindi, Instagram shopping si è già contraddistinto come una delle migliori funzionalità dell’app a livello business.

Permettendo agli utenti Instagram di acquistare i prodotti direttamente da questo social network, infatti, è capace di aiutare le aziende ad aumentare le vendite e ad attirare più clienti potenziali sul proprio sito web, senza incontrare ostacoli…

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Instagram Shopping: in cosa consiste?

Come si evince dal nome, la nuova integrazione della piattaforma social consente alle aziende di vendere i propri prodotti direttamente dall’app.

Basta, infatti, scegliere la foto che si desidera promuovere e taggare fino a cinque prodotti per immagine o venti prodotti per carosello.

Questo tipo di pubblicazione dà accesso ai dettagli del prodotto e al suo prezzo e mostra anche un link che porta gli utenti al sito Web, dove possono acquistare il prodotto.

Instagram Shopping: chi può utilizzare questa funzionalità?

I marchi, negozi o imprese che desiderano utilizzare questa funzione devono soddisfare i seguenti requisiti:

-avere un profilo aziendale

-avere una pagina su Facebook

-aver creato almeno nove pubblicazioni commerciali

-avere l’ultima versione dell’app Instagram

-vendere prodotti fisici da un sito Web ufficiale

-avere il proprio profilo Instagram collegato ad un catalogo di Facebook.

Instagram Shopping: come installarlo

Una volta soddisfatti tutti i requisiti, è possibile compiere il passo successivo: installare la nuova integrazione!

Per farlo basta semplicemente seguire i passaggi successivi che consentiranno di attivare questa nuova funzione sul proprio profilo business:

  • Andare alle impostazioni sul proprio account Instagram

  • Toccare la sezione shopping

  • Selezionare un catalogo prodotti

E il gioco è fatto!

Dopo averlo abilitato, sarà sufficiente caricare le immagini e taggare i propri prodotti sul post del feed, proprio come si usa fare con gli utenti del social network.

Per farlo, quindi, basterà toccare i prodotti che si desidera taggare, inserire i nomi e cliccare su invio.

Et voilà: i prodotti sono ora taggati! 🙂

Instagram Shopping: vantaggi per gli utenti

Questa nuova funzionalità è molto semplice per gli utenti, richiede solo un clic sul prodotto a cui sono interessati.

Le immagini che contengono collegamenti ai prodotti, infatti, includono un’icona “carrello”, situata nell’angolo in alto a destra dell’immagine.

Dopo aver fatto clic sull’immagine, il messaggio “tocca per visualizzare il prodotto” verrà mostrato in una piccola finestra.

Quando si tocca il prodotto, dunque, compare un pop-up con la foto del prodotto, un’opzione per acquistarlo ed altri dettagli relativi alla merce selezionata.

Cliccando su “acquista ora”, infine, Instagram porterà l’utente direttamente al sito Web del tuo Brand.

Il vantaggio principale? il cliente potenziale non sarà più obbligato ad andare in biografia per cliccare sul link di accesso al tuo sito Web per acquistare uno dei tuoi prodotti. In questo modo risparmierà tempo e non perderà l’entusiasmo di comprare dal tuo Brand!

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Instagram Shopping: Vantaggi per le aziende

Se sei il titolare o il Ceo di un’azienda sarai senz’altro interessato a utilizzare questa nuova funzione che consente di avere accesso ad un inedito ed efficacissimo canale di vendita per il tuo business.

  • Potrai ottenere più traffico dal tuo account Instagram al tuo sito Web e monitorare le vendite che arrivano dall’app semplicemente inserendo un link all’interno del tuo e-commerce. I tuoi clienti potenziali, infatti, verranno reindirizzati direttamente alla pagina di prodotto del tuo sito web non appena toccheranno su “acquista ora”.

  • Questa semplificazione porterà ad un maggior numero di ordini: gli utenti sono, infatti, portati ad acquistare di più quando la procedura di vendita risulta più snella. Con Instagram Shopping, dunque, potrai aumentare le vendite e sapere esattamente quali provengono da Instagram!

  • Avrai a disposizione un’altra fonte di posizionamento sui motori di ricerca: è possibile che il tuo marchio non abbia un posizionamento SEO favorevole su Google. Ora puoi concentrare i tuoi sforzi su Instagram per ottenere un migliore posizionamento complessivo.

Conclusione

Fare acquisti su Instagram cambierà il modo di vendere per moltissimi brand, che avranno ora accesso ad una funzionalità capace di snellire il processo di acquisto per i propri clienti e clienti potenziali e di incrementare, in tal modo, il proprio fatturato.

Con Instagram Shopping una nuova vetrina si è aperta al mondo e cambierà anche il modo di fare marketing su Instagram.

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Come migliorare la Reputazione dell’Immagine Online

Difendere la propria immagine online nella società contemporanea, quella dove sempre e comunque ‘the show must go on’, è diventato un obiettivo imprescindibile per chi vuole avere un business di successo, qualsiasi esso sia.
‘Non ti curar di loro e passa’, il vecchio adagio popolare italiano che invitata a ignorare le malelingue, non è più del nostro tempo e va ribaltato: oggi l’imperativo è ‘curati di chiunque parla male di te e fermati subito per convincerlo del contrario’. Perché? Il motivo è semplice: da quando esistono il web e i social media tutto ciò che viene detto resta, a futura memoria, scritto su pagine virtuali consultabili da chiunque in qualsiasi momento.
Per questo la reputazione online della tua azienda e dei tuoi prodotti è fondamentale se vuoi vendere online, convincere i clienti, generare un passaparola positivo.

Non trascurare la tua Immagine Online

Agire per avere un’immagine curata (andresti mai ad incontrare un cliente con i vestiti completamente sporchi di fango?) e puntare a conquistare quante più recensioni positive ai tuoi prodotti è possibile conquistare.

Cosa succede però se iniziano ad aumentare drasticamente le recensioni negative?

O se peggio ancora il nome della tua azienda viene associato a parole come “delusione” o “fregatura”? Succederebbe che il danno d’immagine sarebbe enorme, con colpi quasi mortali alla tua brand reputation e quindi alla futura curva del tuo fatturato.

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Web Reputation: é sempre meglio prevenire che curare

Meglio – ed è sempre bene ricordarsene – prevenire che curare: investire per monitorare la propria Reputation, ad esempio con il social listening o la sentiment analysis, e per migliorarla con scelte che puntano ad affermare la propria influenza su un territorio e a comunicare positività, impegno sociale, attenzione all’ambiente.

In ogni caso è possibile anche intervenire in seguito, quando il danno di immagine si è già prodotto, utilizzando strategie SEO e Web Marketing professionali orientate a rendere sempre meno visibili le notizie e i commenti negativi, e a migliorare la brand reputation del tuo marchio.

E’ giusto rispondere ai commenti negativi?

Facciamo degli esempi: quello perfetto è quello che conoscono tutti i ristoratori, i negozianti, gli organizzatori di eventi che ricevono recensioni negative da un cliente su piattaforme come TripAdvisor o su forum diversi. In questo caso si tratta di un problema di reputazione e di immagini di piccole proporzioni, da risolvere con tecniche semplici scegliendo una tra le strade diverse disponibili. Ciò che suggeriamo di fare ovviamente è di rispondere con un linguaggio semplice e chiaro, possibilmente gentile, perché una mancata risposta significa automaticamente ammissione di colpa.

Ricordatevi sempre di fare prima un’analisi dei motivi che possono aver spinto quel cliente a scrivere la recensione negativa: ha una qualche fondata ragione? Se pensate di si, e dovete essere onesti con voi stessi, allora intervenire subito per rimuovere o correggere il problema generato nella vostra azienda. E se è possibile spiegate nella risposta al cliente in che modo siete intervenuti per evitare che i disagi si ripetano.

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E’ possibile eliminare i lunghi post negativi?

In caso di post più lunghi contenenti giudizi negativi, ben indicizzati e in prima pagina sui motori di ricerca, la situazione è più complessa ma non sarà lo stesso impossibile intervenire. Si tratta in sostanza di produrre ulteriori nuove notizie, attraverso comunicati stampa, annunci, racconti o compagne di comunicazione, che possano far scendere in secondo piano quello negative che ora sono in cima alle SERP dei motori di ricerca.

Social network, siti internet, stampa amica: vanno utilizzati tutti i canali possibili per diffondere le nuove notizie. E’ fondamentale inoltre assumere un consulente SEO capace di creare una strategia per far in modo di occupare le prime pagine dei risultati di Google con articoli che parlano positivamente dei prodotti è una scelta saggia che consigliamo.

Cronaca negativa? La situazione è molto difficile ma va saputa affrontare in modo efficace

L’ultimo caso di cui vogliamo parlarvi è quello che vede le aziende coinvolte in qualche scandalo negativo, in qualche incidente in cui si siano feriti degli esseri umani o in qualche vicenda giudiziaria.

In casi come questi i commenti sui social o nei forum sono l’ultimo dei problemi perché a diffondere le notizie negative capaci di azzoppare definitivamente la brand reputation di un’azienda saranno direttamente le agenzie di stampa, le televisioni, più in generale gli organi di stampa. In casi come questi può essere d’aiuto aver predisposto prima un piano per la comunicazione di crisi e quindi affrontare le ore più difficili in maniera efficace.

Se invece la situazione diventa velocemente irrecuperabile allora poi non resta che tentare le strade più impervie:

  • In primis contattare il proprio team legale, o semplicemente il vostro legale: se siete convinti di essere finiti in una gogna mediatica, di essere innocenti e accusati ingiustamente, allora dovete querelare chi lo fa e intimargli di cancellare (o rettificare) i contenuti accusatori.
  • Come secondo passaggio cercate di fare appello al diritto all’oblio: anche se non è possibile far cancellare tutto a causa della tutela legittima del diritto di cronaca probabilmente potreste riuscire ad ottenere qualche miglioramento.
  • Infine inventate una nuova iniziativa, meglio se benefica, grande e molto visibile, che possa riabilitare l’immagine della vostra azienda e darvi una posizione migliore da cui ripartire.

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Boom! La Ricetta esplosiva del Pordenone Calcio sui Social Network

8 giorni di autoironia e divertimento: è stata questa la ricetta esplosiva con cui il social media manager del Pordenone Calcio  ha accompagnato i tifosi della squadra alla singolare sfida con l’Inter in Coppa Italia.
8 giorni in cui grazie ai post preparati dall’addetto stampa Marco “Mika” Michelin e del grafico Sebastiano Orgnacco il Pordenone Calcio ha visto crescere i suoi follower fino al 100%, raddoppiando su Facebook dove sono arrivati quasi fino alla cifra di 35.000 persone, passando su Twitter da 4.000 a oltre 6.000 e infine esplodendo su Instagram dove la pagina della squadra è passata da quasi 5.000 follower a 24.000.
Sul campo i neroverdi perdettero ai rigori, anche se nessuno lo avrebbe mai immaginato, ma tra il popolo del web i ramarri avevano già vinto da un pezzo.

La Storia della Campagna Social del Pordenone Calcio

«Abbiamo guadagnato migliaia di seguaci in una settimana – ha dichiarato Michelin -, ci scrivono tutti, siamo finiti sui giornali: pazzesco. E ho letto tantissimi bei commenti su di noi, ci fa un gran piacere». Lo stesso piacere che immaginiamo i due abbiano provato quando subito dopo la partita, visti i dati, il patron neroverde Mauro Lovisa ha promesso di aumentargli lo stipendio.
Ma vediamo ora alcuni dei post che la squadra dei ramarri ha pubblicato partendo esattamente da 8 giorni prima della partita e lavorando sul tema del countdown, accompagnato dal continuo appello ai tifosi a presentarsi allo stadio esattamente la domenica dopo. Uno dei primi ‘mai in serie B’ era già un piccolo capolavoro: quello che per l’Inter è un vanto (essere l’unica delle grandi squadre a non esser mai scesa in B) per il Pordenone calcio invece dovrebbe essere un demerito (essere un piccola squadra mai riuscita a salire in B). Ma i due social media manager dei neroverdi capiscono subito che invece la chiave autoironica è quella con cui affrontare questa stramba partita in cui una piccolissima si scontra con un gigante del calcio.

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I post continuano con lo stesso tono: quello sul confronto Berretoni-Icardi, passando per i video in stile Harry Potter, fino ai “30 sul campo”, cioè i trenta pullman di tifosi da schierare davanti alla porta per cercare di non perdere, fino al ‘se vince il Pordenone’ e l’uso divertente delle foto di Mourinho : i post del Pordenone Calcio sono diventati velocemente virali in tutto il web, guadagnandosi moltissimi like e condivisioni.

Anche il post sulla ‘partita che non si può giocare nemmeno alla playstation’ è stato gestito magistralmente, non solo perché ha individuato una battuta geniale su cui fare comunicazione ma perché poi grazie ad un team di sviluppatori on-line il Pordenone Calcio è sbarcato davvero su Pro Evolution Soccer, uno dei videogiochi sportivi più amati di sempre. A poche ore dalla partita infine, hanno chiesto alle squadre di Serie C di fare il tifo per loro: un appello accolto in varie parti d’Italia, da Livorno ad Agrigento, con condivisioni, like, cuori e quant’altro.

Un tono particolare, che ha trasformato il Pordenone in una ‘squadra simpatia’ e ha perfino cambiato le caratteristiche del pubblico della stessa, più leggero, più voglioso di scherzarci su e vivere lo sport con passione e leggerezza. Qualcosa che quasi nessuno era stato capace di comunicare prima di una partita (l’ammissione di debolezza nello sport è un tabù) è stato comunicato in questa particolare occasione con grande maestria tecnica e con una strategia che non si è limitata ad un solo post ma è diventata un tone of voice complessivo del brand.

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Sui social prima che sugli altri canali, perché come ha affermato lo stesso Michelin: “i social hanno sostituito la comunicazione ufficiale. Se dobbiamo annunciare l’acquisto di un nuovo giocatore, il primo annuncio parte dai social, non più dal sito o da un comunicato stampa. C’è stato un cambio di gerarchia, non solo nostro, sia chiaro”. Quello tra social, calcio e marketing è diventato infatti un connubio inscindibile che produce una gran parte del valore delle squadre di calcio, si pensi ad esempio alla vicenda del passaggio di Cr7 alla Juve.

Esattamente quel cambio di gerarchia che ogni azienda che commercializza servizi o prodotti dovrebbe mettere al centro della sua riflessione sul futuro. Mg Group Italia, web agency di Macerata (tra la varie sedi), è una società specializzata nel web marketing, che ha compreso già da molti anni che la comunicazione tradizionale, quella del cartaceo per intendersi, non è più assolutamente sufficiente e deve essere accompagnata, in alcuni casi persino sostituita, da nuove strategie basate sull’online. Se vuoi conoscere i nostri servizi e i pacchetti che offriamo non tentennare e chiedici una consulenza gratuita: siamo qui per aiutarti a vincere la tua partita

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Russiagate: tra fake e troll dei social di Russia e Iran

L’appuntamento più ravvicinato è quello con le elezioni di midterm in Usa e l’attenzione sulla possibilità che la Russia tenti di influenzarne il risultato si fa con il passare dei giorni sempre più alta. Solo qualche giorno fa il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, John Bolton, ha dichiarato alle agenzie di stampa di aver messo in guardia la controparte russa contro eventuali interferenze nelle elezioni a novembre, dopo aver incontrato a Ginevra Nikolai Patrushev, direttore del consiglio per la sicurezza nazionale russa. Ha detto: “Ho chiarito che non tollereremo interferenze nelle elezioni del 2018 e che siamo pronti a prendere le misure necessarie per impedire che ciò avvenga”.
Nel frattempo Facebook e Microsoft qualche misura hanno già da tempo cominciato a prenderla, dopo che sono emersi numerosi casi in cui è stata riscontrata una propaganda coordinata di disinformazione da parte di potenze straniere negli Stati Uniti e in alcuni paesi Europei. In questo articolo vi spieghiamo come Facebook ha scoperto i finti profili coinvolti nel Russiagate.

Ancora 652 pagine fake legate al Russiagate rimosse da Facebook

Il 21 agosto 2018 la compagnia fondata da Mark Zuckerberg ha rilasciato un comunicato in cui spiega di aver individuato una campagna di disinformazione partita da Russia e Iran:

“Oggi abbiamo rimosso numerose pagine, gruppi e account per comportamento inautentico coordinato su Facebook e Instagram. Alcune di queste attività hanno avuto origine in Iran, e alcune hanno avuto origine in Russia. Si trattava di campagne distinte e non abbiamo identificato alcun collegamento o coordinamento tra loro. Tuttavia, hanno usato tattiche simili creando reti di account per ingannare gli altri su chi erano e cosa stavano facendo.

Mettiamo al bando questo tipo di comportamento perché vogliamo che le persone siano in grado di fidarsi delle connessioni che effettuano su Facebook. Stiamo facendo progressi sul contrasto a questo tipo di questo abuso, ma come abbiamo detto prima dobbiamo sapere che si tratta di una sfida continua, perché i responsabili sono determinati e ben finanziati. Dobbiamo costantemente migliorare per rimanere all’altezza. Ciò significa costruire una tecnologia migliore, assumere più persone e lavorare più a stretto contatto con le forze dell’ordine, gli esperti di sicurezza e altre società. La loro collaborazione è stata fondamentale per le nostre indagini, dal momento che nessuna azienda può combattere da sola.”

Si tratta in sostanza della rimozione in 4 continenti di 652 fra pagine, gruppi e profili rimossi che condividevano in maniera coordinata materiale a sfondo politico. Facebook stavolta si è mossa con tempestività, probabilmente per il timore di incappare di nuovo in casi come quello di Cambridge Analytica, altri scandali sul tema della privacy e in quello sui sospetti di interferenze sulle presidenziali Usa del 2016. Per questo Facebook ha preferito non aspettare che le indagini, le analisi e le verifiche del materiale considerato sospetto si concludano e ha bloccato le pagine e la diffusione dei messaggi.

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Lo schema delle connessioni sospette dall’Iran

Ad aver messo in allerta Facebook rispetto a quanto stava accadendo è stata la società di cyber security FireEye, che nelle sue attività di monitoraggio della rete ha riscontrato movimenti anomali. La società afferma di poter indicare con moderata fiducia in attori iraniani i responsabili di questa campagna di disinformazione e ha pubblicato lo schema delle connessioni sospette analizzate e rilevate.

Facebook dal canto suo ha indicato che il gruppo denominato Liberty Front Press cui fanno capo diversi account su Facebook e Instagram con circa 155mila follower, stando alle registrazioni del sito e agli indirizzi IP e degli amministratori risultava legato a media di Stato iraniani, con i primi account creati nel 2013 e con contenuti su Medio Oriente, Regno Unito e Usa. Dalle prime ricerche in effetti non si segnala tra gli obiettivi di questo gruppo quello di influenzare le elezioni di midterm, sebbene non si escluda “che tentativi in questo senso possano essere stati fatti”. Altri due gruppi sono stati segnalati con legami all’Iran.

Come funzionano le attività legate all’intelligence russa

La società di Mark Zuckerberg  ha rilevato anche un quarto gruppo, il cui obiettivo è diffondere notizie false su Siria e Ucraina, legato a fonti che secondo Facebook gli Usa considerano relazionate con l’intelligence militare russa.

Una delle piattaforme rimosse dal social network pare sia stata già al centro di precedenti ricerche: il gruppo  “Inside Syria Media Center diffondeva infatti ricostruzioni pro-Cremlino e pro-Assad raramente supportate da prove”.

Secondo Facebook “la terza parte dell’indagine ha portato alla luce un’altra serie di conti e pagine, la prima delle quali è stata creata nel 2011, che ha ampiamente condiviso contenuti sulla politica mediorientale in arabo e farsi. Hanno anche condiviso contenuti sulla politica nel Regno Unito e negli Stati Uniti in inglese. Abbiamo scoperto questo set per la prima volta nell’agosto 2017 e abbiamo ampliato le nostre indagini nel luglio 2018.”

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Si parla sostanzialmente dei seguenti dati:

Presenza su Facebook e Instagram: 168 pagine e 140 account su Facebook, oltre a 31 account su Instagram.

Followers: circa 813.000 account hanno seguito almeno una di queste pagine e più di 10.000 hanno seguito almeno uno di questi account Instagram.

Pubblicità: oltre $ 6.000 di spesa per annunci su Facebook e Instagram, pagati in dollari USA, lire turche e rupie indiane. Il primo annuncio è stato pubblicato a luglio 2012 e l’ultimo è stato pubblicato nell’aprile 2018. Non abbiamo completato la nostra revisione dei contenuti organici provenienti da questi account.

Anche in questo spesso accade che il contenuto non veritiero nato su questa o altre pagine viene poi ripreso da media legittimi e filogovernativi come Sputnik e RT (oltre che da un certo numero di portali cospirazionisti), per poi essere rilanciato su social network da troll (anche reti di bot, come quelle operanti dalla nota Ira di San Pietroburgo), influencer e utenti comuni.

Anche Microsoft e Twitter rimuovono account

In questi giorni in cui la guardia continua ad essere sempre più alta sui troll e i profili fake costruiti ad arte per diffondere falsi contenuti politici, anche Microsoft e Twitter hanno annunciato di aver bloccato e/o rimosso delle pagine. Microsoft ha rivelato l’esistenza di una nuova campagna di phishing – condotte negli Stati Uniti ai danni di organismi vicini ai repubblicani – che porterebbe la firma di Apt28, un famigerato gruppo informatico che molti addetti ai lavori collegano all’intelligence militare di Mosca. E Twitter ha comunicato di aver fermato ben 284 account (in questo caso ritenuti collegati a Teheran) coinvolti in operazioni di manipolazione dell’opinione pubblica.

Difendersi dalle fake news per difendere la democrazia

Questi e altri casi che stanno emergendo negli ultimi anni dimostrano quanto sia importante difendersi dalle fake news e quanto impedire gli abusi sui social network sia fondamentale per difendere la pienezza del funzionamento democratico delle nostre istituzioni. Non dimenticare mai di usare il web con consapevolezza, controllare le fonti, affidarti a testate affidabili. Il futuro dipende da tutti noi: usiamo la nostra intelligenza per migliorarlo.

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Facebook e Cambridge Analytica: cosa è successo

I retroscena di un caso che sta scuotendo l’opinione pubblica, e l’importanza dei dati al tempo del web

Facebook è di nuovo in prima pagina, da quando è stato scoperto che Cambridge Analytica, una compagnia di consulenza politica con sede a Londra, è stata capace di raccogliere milioni di dati personali dagli utenti del social network più utilizzato al mondo e venderli ai propri clienti, con l’intento di dargli una mano nelle loro campagne politiche. Tra le altre cose, Cambridge Analytica si è mossa per aiutare i propri clienti a identificare i comportamenti dei votanti, in modo che questi potessero influire sul comportamento di voto. In poche parole, attraverso questo meccanismo è stato possibile targettizzare gli utenti per avere la possibilità di ricavare profili psicologici molto precisi degli iscritti a Facebook, e poi di fornire a ciascuno di loro un contenuto costruito su misura.

BROGLI MADE IN USA?

Ad alzare ancora di più il polverone, il fato che Cambridge Analytica avesse collaborato alla campagna presidenziale di Donald Trump; ciò significa che i dati raccolti sarebbero stati utilizzati impropriamente per far sì che le persone fossero spinte a votare l’attuale presidente USA. Uno scandalo non da poco, che sta accendendo il dibattito pubblico e politico di questi ultimi giorni in tutto il mondo.

I numeri sono impressionanti: si parla di circa 50 milioni di persone cui è stata violata la privacy; ciò in se stesso non sarebbe poi così clamoroso. Infatti dobbiamo tenere conto che Facebook registra tutti i dettagli della nostra attività sulla piattaforma: quello che facciamo, ma anche quello che non facciamo, dove siamo e con chi siamo. Il social network è costruito così: il loro modello di business è vendere informazioni agli inserzionisti, e più queste informazioni sono precise più valgono. Il problema sta nel fatto che i dati sono stati poi utilizzati per fini propagandistici, cercando di influire sulle scelte delle persone: questo non è legale.

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COME FUNZIONAVA IL MECCANISMO

La strategia era semplice, e consisteva nel far apparire nelle bacheche “giuste” i post “giusti”, non solo prettamente slogan elettorali o manifesti legati alla campagna di Trump, ma anche articoli, video, altri tipi di contenuti. Ognuno di questi era creato per rispondere esattamente alle aspirazioni e soprattutto alle paure degli individui.

In secondo luogo poi, gli esperti di Cambridge Analytica, sapevano esattamente chi raggiungere; in base al sistema elettorale americano, per vincere bastano pochi voti di differenza in alcuni stati chiave. Per questo motivo CA ha focalizzato i suoi sforzi su Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, dove era cruciale convincere gli elettori a non votare per Hillary Clinton ma per Trump. Più che far cambiare opinione, era necessario convincere gli indecisi; Trump alla fine ha avuto meno voti della sua sfidante, ma ha vinto grazie a questo meccanismo.

Ma non soltanto l’elezione del Presidente USA sarebbe stata influenzata dalle manovre di Cambridge Analytica; secondo Christopher Wylie, autore della soffiata che ha scatenato la tempesta mediatica, anche il referendum per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sarebbe stato macchiato da scorrettezze simili.

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LE SCUSE E IL BOICOTTAGGIO

Sono stati fatti degli errori. Volevamo dare agli utenti la possibilità di costruire una rete basata sui loro bisogni e gusti”, ha ammesso Mark Zuckerberg, fondatore del social più usato al mondo; ma le scuse probabilmente non basteranno a chiudere lo scandalo Cambridge Analytica. I malumori e i timori degli investitori, si sommano a quelli degli utenti che hanno già imbastito una class action contro le due società. In particolare in molti hanno cominciato a chiudere i propri profili, guidati dallo slogan (o meglio dall’hashtag) #deletefacebook. A mettere benzina sul fuoco anche Brian Acton, uno dei due co-fondatori dell’app di messaggistica WhatsApp, che si è servito del suo profilo Twitter per invitare gli utenti ad una scelta drastica: cancellare il loro profilo Facebook, perché “è giunto il momento”, ha sentenziato.

SERVONO CHIARIMENTI

Intanto la Commissione Europea chiede chiarimenti sul caso; in particolare a Bruxelles vogliono sapere se sono stati utilizzati i dati personali dei cittadini europei e soprattutto “capire in che modo i dati degli utenti di Facebook sono caduti nelle mani di terzi senza il loro consenso”. L’esecutivo Ue pretende anche che il social network adotti misure in grado di evitare che uno scandalo di questo tipo si ripeta. Infine la Commissione si chiede se siano necessarie regole più severe per le piattaforme di social media e se debba cambiare l’approccio alla trasparenza nei confronti degli utenti e delle autorità di regolamentazione.

Per il momento Mark Zuckerberg ha deciso di testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti e, secondo fonti consultate dalla Cnn, dovrebbe comparire a Washington entro qualche settimana. Il CEO di Facebook si è invece rifiutato di presentarsi di fronte ai deputati britannici della commissione cultura, digitale e media che l’avevano convocato per rispondere sullo scandalo dei dati di 50 milioni di utenti usati a scopo di propaganda politica anche in Gran Bretagna.

Lo scandalo c’è stato, ed è stato enorme, probabilmente abbiamo bisogno di più sicurezza riguardo i nostri dati sensibili e i social network hanno bisogno di regole più severe ma soprattutto chiare e trasparenti, quando si parla di informazioni private. Tuttavia da questa storia abbiamo capito una volta di più quanto siano cruciali i dati delle persone, che se usati nella maniera corretta e legale, possono davvero fare la differenza in una campagna di marketing. Affidati alla nostra web agency a Prato!

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Google Analytics, l’importanza di saper interpretare i dati

Google Analytics, l’importanza di saper interpretare i report per ottenere un vantaggio competitivo

La gestione di un sito web, soprattutto se si affaccia nell’ambito dell’e-commerce impone la necessità di misurare i dati di accesso e delle azioni compiute dai visitatori, focalizzandosi su quelle per le quali il sito è stato progettato.

Avere accesso a questi dati consente di valutare con precisione l’andamento del sito e di ottimizzare le attività in modo costante, al fine di ottenere risultati sempre migliori nel tempo.

Una delle attività fondamentali che spesso viene sottovalutata da chi gestisce un sito web è la fase di analisi dei risultati

Monitorare il comportamento degli utenti che accedono al sito e la capacità di raggiungere gli obbiettivi preposti, è fondamentale per capire se si è lavorato bene durante la fase di sviluppo del sito e se sono state correttamente applicate le strategie di ottimizzazione.

Le informazioni più comuni, come conoscere il numero di visitatori, la quantità di pagine visitate o la frequenza di rimbalzo, non sono sufficienti per capire l’andamento del nostro progetto web. Questi dati sono assolutamente inutili se non contestualizzati in un progetto che stabilisca quali debbano essere gli obiettivi che il nostro sito dovrà raggiungere.

Bisognerà andare più in profondità per conoscere e misurare il comportamento degli utenti durante la navigazione del sito. Sapere se lo hanno trovato tramite ricerca organica, o tramite Social e se le keywords usate sono effettivamente efficaci. Il cliente ha acquistato un prodotto, oppure ha desistito all’ultimo momento?

La corretta analisi dei dati ci permetterà di capire quali sono le modifiche da apportare al sito web per indurre gli utenti a fare ciò che noi vogliamo, ma allo stesso tempo rendere gradevole e prolungata la loro permanenza sul nostro sito.

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Google Analytics è un tool gratuito potentissimo, ma deve essere configurato correttamente

Tutte queste informazioni possono essere monitorate tramite Google Analytics, il tool gratuito di Google che fornisce un ottimo sistema di statistiche con tutti i dati necessari per misurare le azioni e conversioni degli utenti mentre visitano le pagine del nostro sito.

Il processo avviene inserendo un codice di tracciamento, che dovrà essere presente in ogni pagina del sito web. La cosa più interessante, che consente di trarre da Google Analytics le informazioni più utili, è la possibilità di essere configurato in modo da fornire report personalizzati, per centrare appieno quelle che sono le nostre esigenze.

Farsi un’idea sull’analisi quantitativa sul traffico, il numero di visitatori nel periodo, gli orari più o meno trafficati e conoscere se il nostro sito viene visitato da un computer fisso o da mobile, sono informazioni che tutti o quasi riescono facilmente ad estrapolare da Google Analytics.

Ben altra cosa è riuscire a tracciare le azioni che ci interessano. Questo comporta un’accurata conoscenza di Analytics per consentirne una configurazione precisa in base alle nostre esigenze.

E’ qui che entra in gioco la necessità di rivolgersi ad un’azienda specializzata, in grado di estrapolare i kpi realmente necessari per misurare l’andamento del nostro business e per pianificare una strategia migliorativa.

Il sistema di reportistica di Google Analytics è molto avanzato e non è facile riuscire ad interpretare i dati delle statistiche, Grazie alle tante funzioni di automazione è però possibile personalizzare i report con i dati che più ci interessano.

Google Analytics per chi usa l’e-commerce

Nella sezione Conversioni di Google Analytics è presente la parte dedicata all’ e-commerce. Da qui si controllano tutte le interazioni del cliente relative alle operazioni di acquisto. I prodotti venduti, i guadagni, gli accessi necessari prima che l’acquisto venga effettuato.

Analytics fornisce report dettagliati che aiutano a stabilire le strategie migliori per incrementare le vendite.

Grazie a questi dati sarà possibile valutare l’andamento della nostra attività e stabilire eventuali azioni di marketing.

Sono ancora tante le attività di e-commerce che ignorano queste possibilità, quindi l’opportunità di avvalersi di un’azienda specializzata che sappia sfruttare le potenzialità di Google Analytics a nostro favore, ci porterebbe un considerevole vantaggio competitivo.

Come Misurare il Successo di una Strategia SEO con Google Analytics

Google Analytics è fondamentale soprattutto per valutare e misurare le performance della SEO (Search Engine Optimization) di un sito web.

Tutta la strategia SEO si fonda proprio sul posizionare nel modo migliore possibile il sito web nella Serp (Search Engine Report Page) dei motori di ricerca, attraverso l’uso di parole chiave strategiche. Grazie a questo si genererà traffico organico, cioè visitatori che ci troveranno attraverso query immesse nei motori di ricerca.

Oltre a scoprire da dove proviene il traffico di un sito web, con Analytics è possibile identificare le parole chiave che hanno generato più ricerche. Questa è un’occasione per verificare che queste keywords siano sempre presenti nel sito.

L’analisi del traffico organico è la prima fase di una serie di altre osservazioni. Analizzando il traffico organico si avrà una selezione più ampia del traffico selezionato in base alla sua provenienza. Attraverso report periodici potremo renderci conto se c’è stato un calo di visibilità nei motori di ricerca dovuto a keywords non più attuali.

Prima di iniziare una strategia SEO con conseguente impiego di risorse, è consigliabile sfruttare Google Analytics per confrontare l’andamento del traffico, delle conversioni e l’efficacia delle parole chiave in periodi prestabiliti. Questa comparazione ci permette di analizzare l’andamento delle nostre keywords, individuare le più forti e le più deboli così da migliorare la strategia SEO, le eventuali campagne pubblicitarie a pagamento e ogni altro canale di web marketing.

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SEM e Google Analytics

Il SEM, (Search Engine Marketing ) indica l’insieme delle attività di web marketing svolte per incrementare la visibilità e la rintracciabilità di un sito web attraverso i motori di ricerca.

Siccome si tratta di attività marketing a pagamento come Adwords, è necessario valutare i ritorni delle singole azioni tramite Google Analytics per capire se le attività che stiamo intraprendendo sono efficaci o necessitano di una revisione.

I dati restituiti da Google Analytics, tecnicamente sono definiti Kpi (acronimo di Key Performance Indicator). Il Kpi sostanzialmente è un indice che permette di monitorare l’andamento di un processo.

Di seguito i kpi predefiniti di Google Analytics. Non richiedono particolari configurazioni ma allo stesso tempo forniscono dati indicativi che vanno integrati da una reportistica attentamente studiata e plasmata su misura.

  • Pubblico

Nella categoria “pubblico” possiamo trovare i report relativi ai visitatori del sito. Potremo vedere nel dettaglio i dati demografici, gli interessi, il comportamento, nonché il tipo di tecnologia che usano per navigare nel nostro sito.

  • Numero di Visitatori

Da qui si vede la fedeltà dei visitatori che ritornano a visitare il sito web. Potremo stabilire da dove provengono e quanti sono i visitatori abituali, avere una prima stima della popolarità del sito e conoscere il grado di soddisfazione degli utenti.

  • Rapporto nuovi visitatori/visitatori abituali

Grazie ai cookies Google Analytics stabilisce se un visitatore è già stato sul nostro sito oppure è la prima volta, mostrandoci tramite valore percentuale e rappresentazione grafica, il rapporto che c’è tra le due tipologie di utenti.

  • Durata della sessione

Sotto “Pubblico”, “Comportamento”, e “Coinvolgimento”, potremo vedere quanto tempo un visitatore resta sul sito.

  • Frequenza di rimbalzo

La frequenza di rimbalzo è un kpi molto importante da osservare. Questo valore sta ad indicare quando un utente visita una sola pagina del sito e poi lo abbandona. Trova quindi interessante solamente l’argomento trattato in quella pagina, ma non è interessato al resto dei contenuti.

  • Aquisizione

la sezione “Aquisizione” ci mostra da dove provengono le sorgenti di traffico del nostro sito. Potremo vedere quanti sono i visitatori provenienti da ricerca organica, diretta, oppure provenienti dai vari canali Social.

  • Comportamento

La sezione comportamento fornisce dettagli sulle sottosezioni del sito. E’ utile per capire quali azioni vengano eseguite a partire da una pagina a quella successiva. E’ un indice che ci permette di capire quali sono i contenuti che mantengono vivo l’interesse dei visitatori.

Bisogna sapere come raccogliere i dati forniti da Analytics, ma soprattutto, si deve essere consapevoli dell’importanza nel leggerli bene

La conclusione è che in molti consultano i dati forniti da Google Analytics, ma solo alcuni li sanno davvero interpretare e ancora meno li sanno applicare al loro modello di business così da intraprendere azioni di marketing efficaci. Google Analytics è lo strumento più potente che abbiamo per raccogliere informazioni relative al traffico generato dal nostro sito web. Lo fa sfruttando la potenza di ricerca di Google ed in oltre lo fa in modo del tutto gratuito.

I dati sul traffico del nostro sito sono indispensabili per cercare di capire cosa funziona e cosa non funziona ed intraprendere le necessarie azioni correttive.

Non esiste un modo univoco di usare Google Analytics. Questo perché le metriche necessarie per misurare le nostre attività, al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati non sono affatto universali, ma sono strettamente correlate alla nostra tipologia di business.

Se sei nella necessità di dover avere sotto controllo l’andamento del tuo sito web e vuoi che Google Analytics sia configurato su misura per la tua attività, non esitare a contattarci. Mg Group Italia, web agency di Treviso, è un’azienda specializzata che potrà fornirti tutto il supporto necessario per avere sotto controllo il tuo business.

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Web marketing per strutture ricettive e ristoranti

Come impostare una perfetta strategia online se si possiedono strutture ricettive

Il settore turistico e ricettivo è uno di quelli che più di tutti è stato rivoluzionato in senso positivo dal web: basta pensare ai vari servizi di booking online grazie ai quali sia i proprietari di struttura che gli stessi clienti hanno scoperto un nuovo modo di viaggiare, molto apprezzato e utilizzato.

Le piattaforme di prenotazione o di comparazione prezzi di alberghi, residence, villaggi turistici, campeggi, b&b e ristoranti hanno rivoluzionato un mondo. È proprio per questo motivo che la presenza online va gestita e curata nei minimi dettagli perché possa dare i risultati sperati. Il discorso vale per tutte le tipologie di strutture e per qualsiasi fascia di prezzo: dagli hotel di lusso ai bed & breakfast in centro città.

Tutto parte da una consapevolezza: bisogna essere capaci di sfruttare il web per far crescere il proprio brand e quindi la propria attività ricettiva. Come farlo? Proveremo a rispondere a questo importante interrogativo nei paragrafi di questo articolo.

NON ESISTE UN’UNICA VIA

Dobbiamo subito chiarire un punto fondamentale: non esiste una strada unica per fare marketing, ma una combinazione di percorsi diversi da seguire per arrivare agli obiettivi che si stabiliscono alla partenza.

Solitamente tutto parte da un sito web, il vostro ristorante o albergo, deve avere un luogo preciso dove essere presentato in tutte le sue caratteristiche. Il sito web è l’elemento attorno a cui ruotano tutte le altra azioni di web marketing; pensiamolo come un porto sicuro dove l’utente trova tutte le informazioni di cui ha bisogno.

Nel realizzare una pagina web, è necessario curare i dettagli e soprattutto strutturare i contenuti in modo che siano chiari, precisi e esteticamente appaganti. Altro parametro fondamentale, il fatto che il sito sia responsive, cioè adattabile alla visione sui dispositivi mobile (smartphone, tablet). È da questi infatti che la maggior parte delle persone cercherà una sistemazione o un posto dove mangiare.

Tuttavia un buon sito non funziona se non viene trovato tra le migliaia di siti presenti sul web.

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USARE LE PAROLE GIUSTE

Per rendere un sito visibile alle ricerche delle persone occorre ottimizzarlo per i motori di ricerca. Per farlo uno dei metodi migliori (perché a costo zero) è l’utilizzo delle tecniche di SEO. La posizione sui motori di ricerca dipende da diversi fattori, uno tra i più importanti è costituito dal corretto uso di keyword strategiche. Il termine utilizzato non è casuale: la scelta di due parole generiche da inserire nei proprio contenuti online è piuttosto inutile in quanto la concorrenza sarà spietata. In questo caso però, quali sono le parole che una persona potrebbe digitare, nel caso volesse trovare un albergo o un ristorante?

Poniamo che un ospite voglia passar le sue vacanze in montagna con la famiglia: la sua ricerca sarà “hotel montagna (nome località)”, ma non ometterà l’altra informazione cruciale “per famiglie”. Molti studi infatti confermano che gli utenti sono sempre più specifici quando effettuano una ricerca. Per questo motivo sarà importante inserire nel proprio sito o negli articoli del proprio blog, frasi come “hotel in montagna adatto alla famiglia”. Solo così si potrà avere un posizionamento migliore e battere i competitors.

Il tipo di parole chiave che abbiamo appena visto sono chiamate long tail keyword (a coda lunga): si tratta appunto di frasi specifiche e che, sebbene abbiano un volume di ricerca più basso rispetto a quelle generiche, tuttavia hanno un livello di conversione più alto. In parole semplici: meno pubblico raggiunto ma potenzialmente molto più interessato al tuo albergo.

 

L’IMPORTANZA DEL CONTENT MARKETING

Una volta pensato alle parole chiave, dobbiamo scegliere dove inserirle. Di sicuro non possono mancare nei contenuti statici del sito: descrizioni, servizi offerti, indicazioni stradali, offerte, articoli blog creati con un sapiente uso del copywriting.

Altro fattore connesso al content, è quello delle recensioni delle persone che visitano la struttura o cenano nel vostro locale. Si tratta di UGC, cioè contenuti generati dagli utenti. Questi ultimi sono importantissimi non solo perché garantiscono un posizionamento migliore sui motori di ricerca, ma anche perché sono tra le sezioni più visitate di un sito web. Dopotutto qualsiasi persona vorrebbe sapere cosa aspettarsi da un hotel, sulla base delle esperienze altrui. Il passaparola non muore mai!

Il marketing dei contenuti è un mondo redditizio se gestito bene e può generare nuove possibilità. Ma come attrarre i clienti attraverso ciò che pubblico e scrivo? Prima di tutto cominciamo con un’importante verità: quando si parla di contenuti non si deve pensare solo ai testi scritti su un blog, ma anche alle immagini, ai video, ad ebook informativi, a infografiche. Alla base di tutto ci deve essere un’ottima qualità nella realizzazione e la capacità di dare informazioni importanti e molto utili per le persone che interagiscono con i contenuti stessi.

Nel caso di un ristorante ad esempio, quali possono essere dei contenuti rilevanti? Si parte da una conoscenza approfondita del proprio pubblico di riferimento; solo così sarà possibile intercettare i bisogni latenti delle persone. Se ad esempio gestisci un ristorante sul mare e vuoi avere un’ottima affluenza anche in inverno, potresti creare delle guide turistiche online dove mostrare alle persone cosa possono fare durante i mesi più freddi, quali sono le attività più interessanti e le possibilità che offre il mare anche quando non si sta sotto l’ombrellone.

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LA STRATEGIA DI MARKETING SUI SOCIAL

La spalla destra di un buon sito, non possono essere i social network. Impostare una campagna social, scegliendo le piattaforme giuste, può davvero fare la differenza. Prima di tutto partiamo da un presupposto: i social non sono nati per vendere (anche se negli ultimi tempi si stanno facendo esperimenti anche in questa direzione) ma per semplificare le relazioni tra persone.

Ecco su cosa puntare quindi, sfruttando la natura stessa di queste piattaforme.

Creare legami per aumentare la consapevolezza del brand e la fiducia che le persone hanno riguardo ai tuoi servizi. Anche in questo caso è una questione di contenuti: freschi, giusti, innovativi e sempre al passo con i tempi. In più c’è il fattore customer care, la gestione della relazione con gli utenti per mostrare a tutti la tua efficienza e tempestività nel risolvere i loro dubbi e le loro problematiche.

PARTIRE DA UNO STUDIO ATTENTO

Un’analisi di chi sei, come vuoi pubblicizzare il tuo ristorante o albergo e soprattutto che tipo di risultati vuoi raggiungere, sono passaggi necessari prima di intraprendere qualsiasi azione pubblicitaria; ciò ti consentirà anche di correggere gli eventuali errori e proteggere il tuo business in caso di situazioni critiche.

Per aiutarti a fare tutto questo viene in soccorso un piano marketing ben strutturato; anche per una piccola attività serve tutta questa programmazione? Senza dubbio! Partire da un calendario e un piano editoriale, ideare i contenuti da pubblicare in base al pubblico di riferimento, alla filosofia della tua cucina, ai prodotti che utilizzi, alle ultime novità culinarie, ad esempio.

In sostanza è importante creare contenuti ad hoc per le persone che potrebbero essere interessate alla tua proposta. La strutturazione è la base di una perfetta comunicazione e, attraverso delle azioni pianificate con regolarità, l’utilizzo del social diventerà molto più efficiente.

L’esperienza della nostra agenzia di comunicazione nel settore alberghiero e in quello della ristorazione, ci permette di elaborare piani di web marketing all’avanguardia per qualsiasi tipo di attività. Vuoi riempire le tue stanze disponibili, vuoi occupare tutti i posti a sedere? MG Group ha le competenze per aiutarti a farlo.

Facci sapere cosa pensi dei nostri consigli compilano il form qui sotto o contattaci al numero di telefono 0577 15 16 860.