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Una Strategia di Marketing sempre efficace: la Unique Selling Proposition per differenziarsi dalla concorrenza

La Unique Selling Proposition, traducibile come “argomentazione esclusiva di vendita“, è un concetto che sta alla base della teoria pubblicitaria ideata da Rosser Reeves negli anni ’40. In breve, l’USP è una frase che spiega cos’è che caratterizza il tuo prodotto/servizio che lo rende unico e, di conseguenza,  attraente agli occhi del consumatore.

L’USP è un concetto di Marketing a Risposta Diretta, ovvero una forma di Marketing Elementare, che è in grado di dare una risposta immediata alle necessità del consumatore.

Negli ultimi anni, però, si è messa in dubbio l’efficacia dell’USP nel Marketing contemporaneo, così come quella della leva del “Reason Why“. Niente di più sbagliato: La Unique Selling Proposition è una strategia che ancora oggi funziona e aiuta a differenziarsi dalla concorrenza.

Zoom su unico omino giallo sorridente

Lente di ingrandimento in primo piano con zoom su omino giallo sorridente in una fila di omini grigi tristi

Perchè USP e Reason Why sono ancora fondamentali

Il concetto di “Reason Why” è strettamente connesso a quello di USP. È “la ragione per la quale” un consumatore dovrebbe comprare proprio il vostro prodotto e risponde ad un’esigenza elementare della psiche umana, quella di dare una spiegazione razionale a qualsiasi azione.

Perciò, è impossibile dire che questo concetto, alla base del processo di acquisto nella mente del consumatore, non funzioni più. La scelta di una persona di spendere denaro per un prodotto o servizio è sempre condizionata da un’impulso emotivo, che ha poi però bisogno di essere giustificata a livello razionale. La Reason Why fornisce tutte le motivazioni che provano la veridicità del messaggio promozionale, o meglio, dell’USP.

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L’USP è in grado infatti di comunicare al consumatore l’unica e fondamentale cosa che gli interessa e che, di conseguenza, ricorderà. Spiega cioè il perché il tuo prodotto o servizio risolve i suoi problemi, esaudisce i suoi desideri o soddisfa i suoi bisogni. Questa sarà la spiegazione, la “Reason Why”, dell’acquisto.

Concetti “primitivi” del Marketing come Unique Selling Proposition e Reason Why risultano dunque essere non solo concetti ancora utili, bensì pilastri fondamentali nel processo di costruzione di una campagna promozionale.

 

Ombrello giallo su sfondo di cielo e ombrelli in bianco e nero

Ombrelli in bianco e nero su sfondo di cielo nuvoloso con focus su ombrello giallo

Le critiche alla Unique Selling Proposition che non stanno in piedi

Appare evidente già da quello che abbiamo anticipato che le attuali critiche verso il funzionamento dell’USP risultano sterili e irragionevoli. Esse si fondano principalmente sull’idea che essendo il mercato di oggi pieno di concorrenti che puntano a svalutare a affossare gli altri, ciò che diventa importante è come tu riesca a differenziarti rispetto a loro per primeggiare e vendere di più. In pratica, focalizzano la loro attenzione esclusivamente sul Posizionamento del Brand anziché sul reale motivo che li spinge a fare marketing, ovvero il loro prodotto.

L’USP e il Brand Positioning sono due concetti divergenti: FALSO

Il primo punto su cui le critiche risultano particolarmente inadeguate è il mettere l’USP e il Brand Positioning in contrapposizione. Infatti, sia l’uno che l’altro servono per comunicare ai clienti la tua promessa di vendita. Si può dire dunque che i due concetti hanno molti punti in comune e sono interconnessi tra loro; la principale differenza è ciò su cui focalizzano la loro attenzione.

  • L’USP è uno strumento nato in un periodo in cui la concorrenza non era agguerrita come oggi poiché il mercato lasciava scoperte molte nicchie: parlare esclusivamente dell’unicità del prodotto/servizio che vendevi era sufficiente per entrare nella mente del consumatore come risposta ai suoi bisogni.
  • Il Brand Positioning è invece un concetto nato in epoca più recente, dal momento in cui prodotti offerti e aziende concorrenti hanno iniziato a comparire sul mercato in gran numero e in poco tempo. Il focus del posizionamento si è spostato dunque sulla concorrenza: il punto di partenza diventa la comunicazione avversaria. Tu dovrai andare ad occupare il posto che il concorrente ha lasciato scoperto e differenziarti per essere l’unico del settore a produrre un certo prodotto/servizio e risolvere uno specifico problema del consumatore.

L’altra differenza è sulle tempistiche: se l’USP, essendo uno strumento di Marketing a Risposta Diretta ha effetti verificabili nel breve periodo, il Brand Positioning impiega più tempo per avere efficacia e ha obiettivi  a medio-lungo termine.

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L’USP non funziona in un mercato altamente concorrenziale: FALSO

L’errore in questo ragionamento sta nel non capire che nella definizione stessa di USP risiede il concetto di differenziazione. Ricordiamo infatti che secondo il suo ideatore, Reeves, l’USP deve rispettare tre criteri principali

  1. Deve dire all’acquirente: “Se compri questo prodotto, otterrai questo specifico beneficio“,
  2. Deve proporre qualcosa di diverso da ciò che offrono i tuoi concorrenti o qualcosa che loro non possono offrire
  3. Deve avere così tanta efficacia da riuscire ad attirare nuovi clienti verso il tuo prodotto/azienda.

Noi aggiungiamo un quarto punto, che è un cardine della comunicazione aziendale, ma che tuttavia non è mai scontato:

4. Devi idearlo avendo in mente il tuo potenziale cliente e ciò che interessa a lui

In poche parole, l’USP è la base per costruire tutta la tua Strategia di Marketing, perché è il modo più diretto e immediato di avvantaggiarti nel posizionamento sul mercato e dunque, di avere una possibilità di vendere più degli altri.

Diventa dunque uno strumento di differenziazione anche e soprattutto in un mercato altamente competitivo.

 

Lavagna con disegno di strategia

Lavagna con disegno di lampadine gialle sommato a disegno di ingranaggi colorati che sono uguali a un grafico in crescita

L’USP come strumento del Brand Positioning che sfida la concorrenza

L’evoluzione dei mercati ha fatto crescere ed evolvere l’USP, che si adatta perfettamente alle necessità di un mercato globale, concorrenziale e in rete. Questo strumento “primitivo” per gli impulsi che scatena nei consumatori, ha un valore particolare se considerato in una strategia più amplia in funzione del Brand Positioning.

Si potrebbe dire che l’USP rende operativo e funzionante nel breve termine il Brand Positioning. Questo perché, quando si utilizzano strategie di Marketing a Risposta Diretta, si comunica il proprio messaggio differenziante in modo immediato ed impattante e si mettono i propri fattori di unicità costantemente davanti agli occhi dei propri clienti.

E quelli che sono già tuoi clienti, che dunque seguono il tuo Brand e conoscono sia i tuoi prodotti che la tua Immagine Aziendale, si sentiranno ribadire continuamente perché proprio il tuo brand è perfetto per loro. È in questo modo, come “effetto secondario” di tante azioni di Marketing a Risposta Diretta, che realizzerai Brand Positioning.

Viceversa, si può dire che mentre costruisci la tua Immagine Aziendale e ti affermi come occupante di una certa nicchia di mercato, spingi le persone a fare costantemente qualcosa, nello specifico, a consumare il tuo prodotto.

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Siti web low cost: quali sono i pericoli che nascondono?

E’ difficile resistere alla tentazione di risparmiare, soprattutto quando stiamo acquistando un prodotto di cui non conosciamo davvero le caratteristiche tecniche e quanto lavoro sia necessario per svilupparlo al meglio: nel mondo competitivo del web design e dello sviluppo software sta accadendo infatti, che sul mercato vengono proposti (e acquistati) molti siti web a basso e bassissimo costo. Con questo articolo vi spieghiamo perché questi prodotti possono costare molto più di quanto si pensi.

Perché si, è vero che è possibile configurare rapidamente siti web usando modelli economici, ma sappi che con un sito così la tua azienda potrebbe entrare presto in cono d’ombra e diventare quasi invisibile. Template a basso costo possono lasciarti a bocca asciutta, con molti problemi e poche soluzioni.

Anche se è difficile vedere i pericoli nascosti del basso costo e riuscire ad immaginare i sacrifici che farai in futuro per il vantaggio sul prezzo acquisito oggi, con un po’ di riflessione e informandoti sulle esperienze di altri acquirenti potrai capire più di quanto immagini.

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Quali sono le possibili problematiche di in sito web Low cost?

1 In basso sui motori di ricerca

Il fattore di gran lunga più importante del marketing online è la capacità di un sito Web di classificarsi in alto nelle serp dei motori di ricerca e di essere trovato online, attirando così nuovi clienti verso l’attività di cui è la vetrina virtuale. Se non si è posizionati molto in alto nei motori di ricerca, è infatti molto improbabile che si possa esser trovati online da potenziali clienti. I modelli di siti web economici mancano di molti elementi fondamentali del SEO e in generale prestano poca attenzione ai requisiti di base di ciò che in sostanza è il ‘design del sito web per i motori di ricerca’. I siti che non sono conformi alle indicazioni di base standard del SEO non verranno mai visualizzati nella prima pagina di Google e i tuoi clienti verranno indirizzati alle armi della concorrenza.

2 Lento, gonfio e non protetto

Un template di un sito web è stato progettato tenendo conto di molti tipi di business diversi, e quindi sono modelli molto ricchi di funzionalità come tools per l’e-commerce, forum, blog e molto altro ancora. Tutto questo potrebbe colpirti, dandoti l’impressione che dietro vi sia molto lavoro accurato. In realtà non è così: la maggior parte di quelle funzionalità per la tua azienda potrebbero essere inutili, e quindi rimanere nel tuo sito come aree ferme e morte.

Non solo: quando si usa un template preordinato si carica tantissimo codice che non serve. E’ un enorme svantaggio per quanto riguarda la velocità: questi template sono dotati di centinaia di font e opzioni di stile che non ti serviranno mai, eppure i siti sviluppati male li caricheranno lo stesso anche se non potrai vederli. Di conseguenza, il tuo nuovo sito web sarà dolorosamente lento, difficile per chi si collega da mobile e sicuramente non sarà un favorito dai motori di ricerca.

Infine c’è il fattore sicurezza e protezione. Forse non sai che uno di questi modelli, uno tra i più usati per i siti internet, è stato installato su oltre 430.000 diversi siti web. Se anche volessimo trascurare il fatto che tutti questi siti hanno lo stesso design non possiamo trascurare invece che gli hacker attaccano questi siti proprio perché possono essere un obiettivo facile. Gli hacker cercano falle nella sicurezza dentro la grande quantità di codice che contengono: non è difficile perché possono scaricare il modello e apprendere quali allarmi disabilitare, semplicemente leggendo il codice come fosse una mappa che indichi dove si trova la cassaforte di una banca. Una volta scoperta la falla, l’hacker proverà a distribuire malware e virus, cercando di infettare tutti i siti che utilizzano quel template.
E’ questa la ragione per cui gli sviluppatori di template producono continuamente aggiornamenti di sicurezza e riscrivono quasi ogni settimana il codice esistente consigliandoti di installare sul tuo server quello nuovo.

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3 Design scadente

Solitamente chi ti offre un sito low cost non ti offre molte alternative sul design: le società di progettazione a basso costo propongono l’utilizzo di un template, che non trasmetterà adeguatamente le potenzialità del tuo marchio e del tuo brand.

Tutto questo si trasformerà in una posizione debole sui motori di ricerca e in un marketing debole: la tua azienda potrebbe avere un’immagine generica, senza carattere e personalizzazione, soltanto una vaga dichiarazione d’intenti.

I siti web low cost sono progettati male, il che significa che probabilmente funzioneranno male e non saranno in grado di convertire i visitatori in preziosi lead o acquisti. Con meno pagine interattive per i clienti e a causa della lentezza sui dispositivi mobili, il tuo sito web verrà seminato dai tuoi competitors che hanno investito saggiamente nel loro marketing digitale.

4 Hosting a basso costo

L’hosting non è solo un server web, e dietro c’è molto di più. E’ saggio assicurarsi che il proprio provider di hosting esegua backup regolari e disponga di un team di supporto che possa aiutarti a modificare il tuo sito web quando avrai bisogno di aiuto. Non è detto che questo servizio debba essere costoso, l’importante è che sia di qualità e devi accertarti che chi sviluppa il tuo sito internet cerchi un hosting di qualità.

La qualità prima di tutto

Noi di Mg Group Italia siamo convinti che dobbiamo dare un servizio di qualità ai nostri clienti, che sia necessario supportali nel loro business con tutti gli strumenti migliori che possiamo offrire, e infine che non dobbiamo dimenticare l’estetica e la qualità del design, perché come tutti sanno è anche il vestito che fa il monaco. Inoltre i professionisti di Mg Group comprendono perfettamente l’importanza dell’ottimizzazione SEO, la nostra manutenzione è efficiente, e garantiamo che non avrai problemi in futuro.

Creiamo ottimi siti web, sempre di qualità, per tutte le fasce di budget.

I nostri Siti Web Firenze, realizzati nella web Agency da professionisti del settore, è la soluzione alle esigenze tue e del tuo business.

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Il coccodrillo Lacoste è andato in ferie: nuovo logo con le specie in via d’estinzione

Lo storico coccodrillo di Lacoste ha dovuto cedere il passo a specie ben più deboli in nome del rispetto dell’ambiente e del futuro del pianeta.

Il brand famoso soprattutto per le polo ha scelto di rivolgersi ad una fascia di pubblico che da anni non accenna a diminuire, ovvero alla fascia sempre più alta degli ambientalisti, coloro che orientano i propri consumi su prodotti ‘green’ o, ‘vegan’, ecocompatibili, biodegrabili o semplicemente su aziende che dimostrano attenzione nei confronti dell’ambiente e degli animali.

E così Lacoste ha cambiato il suo coccodrillo per una delle 10 specie animali minacciate su una serie di polo a edizione limitata, progettate per attirare l’attenzione sullo stato globale della biodiversità.

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1775 polo Lacoste, tanti quanti sono gli animali delle 10 specie che restano sul pianeta

L’occasione per il lancio della linea di polo in edizione limitata, per la quale è stato scelto il suggestivo nome ‘SaveOurSpecies’, è stata offerta  il 1 ° marzo 2018 dalla Paris Fashion Week e ha fatto registrare il tutto esaurito immediatamente.
Sulla passerella, durante la sfilata del brand, sono state presentate le polo con i nuovi loghi, che rappresentano 10 animali in via d’estinzione, scelti tra mammiferi, uccelli, rettili insieme al partner del progetto, la IUCN, l’Organizzazione internazionale per la conservazione della natura.

Il marchio francese ha prodotto in totale 1.775 polo ed ognuna di esse è stata venduta la prezzo di 150 euro.

Per ogni specie, il numero di polo prodotte corrisponde al numero di individui noti ancora in vita e in libertà.

Ecco la lista degli animali e del numero delle polo prodotte.

 

  1. Iguana di Anegada, 450 polo
  2. La focena del Golfo di California, 30 polo
  3. La tigre di sumatra, 350 polo
  4. Il gibbone di Cao Vit, 150 polo
  5. Il kakapo, 157 polo
  6. Il condor della California, 231 polo
  7. Il lepilemure settentrionale, 50 polo
  8. Il saola (o bue Vu Qang), 250 polo
  9. Il rinoceronte di Giava, 67 polo
  10. La tartaruga rugosa birmana, 40 polo

 

Il ricavato della vendita delle polo sarà devoluto all’IUCN, che da 70 anni opera nel campo della conservazione della natura e dell’uso sostenibile delle risorse naturali.

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Chi ha deciso di sostituire il coccodrillo?

La collaborazione Save Our Species, che è stata avviata dall’agenzia pubblicitaria francese BETC che aiuterà l’organizzazione benefica a coordinare i progetti di prima linea in tutto il mondo per contribuire a garantire la sopravvivenza a lungo termine delle specie minacciate e dei loro habitat.

Il coccodrillo Lacoste è uno dei marchi più iconici del mondo, orgogliosamente esposto nelle famose polo del marchio negli ultimi 85 anni”, ha affermato Lacoste in una nota. “Per la prima volta nella storia del marchio, BETC ha proposto un cambiamento del logo.”

“Lacoste e BETC hanno lavorato a stretto contatto con gli esperti di IUCN per definire e selezionare dieci specie minacciate, e poi il disegno degli animali è stato progettato dal laboratorio di design della Lacoste, adottando esattamente lo stesso approccio incentrato sul ricamo che è stato usato per il coccodrillo storico”, ha continuato.

Le polo Lacoste per Save Our Species segnano l’inizio di una partnership triennale tra il marchio e l’International Union for Conservation of Nature.

In realtà non è la prima volta che Lacoste ha modificato il suo famoso logo. Il marchio di moda francese ha precedentemente ingaggiato il graphic designer Peter Saville e i designer brasiliani Fernando e Humberto Campana per creare gamme di polo che giocano con diversi coccodrilli ricamati. Una scelta coraggiosa ma di grande impatto: quando un logo storico cambia, anche solo per un’edizione limitata, fa molto parlare di se.
E in questo caso la Lacoste è sicuramente riuscita a far parlare bene, molto bene, di sé stessa, del suo marchio. Un obiettivo che tutte le aziende dovrebbero perseguire quando vogliono far diventare influente il proprio marchio, avvalendosi dell’aiuto di marketers esperti e grazie alla conoscenza del proprio territorio.

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Acquisti d’impulso: come possono far crescere le vendite?

Quanti sono gli acquisti d’impulso e non pianificati che facciamo ogni giorno? Negli Stati Uniti hanno provato a quantificarli con una ricerca che ha infine sancito che il costo annuale, di quelli che possono sembrare “pochi momenti spontanei”, potrebbe raggiungere anche 5.400 $ all’anno per ogni persona.

Il peso degli acquisti d’impulso sul conto in banca dei consumatori è così alto perché lo studio del sito americano slickdeals.net su 2.000 consumatori mostra infatti che essi fanno generalmente tre acquisti d’impulso a settimana, per quasi 450 $ al mese e 5.400 $ all’anno.

Primo in classifica tra le cause degli esborsi (e come poteva essere altrimenti?) è il cibo, il secondo posto invece va chiaramente ai vestiti, il terzo agli articoli per la casa. In alcune categorie merceologiche l’80% degli acquisti ha qualcosa a che vedere con l’acquisto d’impulso.

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Ma come funziona l’acquisto di impulso?

L’acquisto d’impulso si riferisce all’acquisto che un cliente fa anche quando il prodotto non era originariamente sulla lista acquisti predeterminata. Le caratteristiche di questo acquisto sono l’immediatezza e la non intenzionalità. Nello shopping compulsivo, il consumatore vuole impossessarsi di un oggetto causa della sua gratificazione e della funzione simbolica che l’oggetto può svolgere nelle dinamiche di costruzione identitaria e di espressione del self.

Facciamo un esempio:
un cliente entra in un supermercato per comperare gli ingredienti per fare un dolce per la cena con gli amici. Entrando trova al banco frutta delle castagne esposte, pensa che sono le prime dell’autunno e le compera (impulso puro). Accanto alle castagne è posizionata sullo scaffale una padella d’acciaio: il cliente pensa che forse dovrà cuocerle al focolare e infila anche questa seconda nel carrello (impulso da ricordo). Nel frattempo va avanti e al banco pasticceria nota una crostata, la prende decidendo che così risparmierà la fatica di preparare quel dolce che è il motivo per cui è entrato nel supermercato (impulso pianificato). Infine uscendo vicino alla cassa vede delle batterie elettriche che possono essergli utili per un elettrodomestico a casa e le compera (impulso da suggestione).

Sono 4 categorie diverse di acquisto d’impulso che producono benefici sui fatturati di quasi ogni negozio. Per questo le imprese usano tecniche diverse per sollecitare questi impulsi, tutte tese ad attirare l’attenzione del cliente con il posizionamento, il packaging attraente, la convenienza del prezzo.

Quali sono le strategie per aumentare gli acquisti d’impulso?

E ora vediamo alcune strategie che le aziende possono usare per sollecitare gli acquisti di impulso.

1 | Strategia di costruzione delle transazioni

Si tratta di esporre prodotti che incoraggiano il consumatore ad acquistare articoli complementari che vengono utilizzati insieme al prodotto: un classico esempio sono le fragole, per le quali può servire anche la panna e volendo anche delle coppette in cui servirle.

2 | Hai bisogno di riconoscimento

Quando comprendi il tuo cliente e le sue esigenze di acquisto, puoi fornire prodotti che soddisfano tali esigenze. Per anticipare i bisogni, è necessario avere una conoscenza approfondita dei tuoi clienti: quali sono i marchi che preferiscono, quanto sono attratti dalle promozioni, etc etc

La tua strategia di merchandising dovrebbe mostrare prodotti pertinenti ai bisogni e agli interessi del tuo mercato di riferimento.

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3 | Cross Merchandising

Il merchandising trasversale suggerisce ai clienti un oggetto aggiuntivo che “va bene con” il loro oggetto principale; prodotti che funzionano bene insieme. Se acquisti una maglia perché non prendere anche quella gonna che sta così bene insieme?

4 | Mix di marketing

Gli acquisti d’impulso sono generalmente rappresentati da prodotti con un prezzo non troppo alto. Devi curare con molta attenzione tutti gli aspetti del marketing: l’aspetto dei tuoi prodotti nel negozio, gli sconti, il posizionamento sugli scaffali e tutti gli altri segni che attirano l’attenzione.

5 | Test delle strategie di merchandising

Quantifica la domanda degli acquirenti, analizzando a fondo i dati di vendita: questo ti aiuterà ad anticipare quali merci stanno aumentando e diminuendo la domanda. La pianificazione dello spazio basata sui dati garantirà che il tuo negozio possa tenere il passo con le mutevoli esigenze degli acquirenti. La tecnologia può aiutarti a individuare le lacune nelle opportunità, identificando i prodotti che non sono attualmente disponibili ma che stanno andando bene in altri rivenditori.

Vuoi far crescere le tue vendite? Ti aiutiamo noi.

Se si desidera aumentare l’acquisto di impulso nel proprio negozio, è essenziale implementare le giuste strategie di merchandising e marketing mix. Molto spesso i risultati di queste tecniche sono sopra le aspettative. Se hai una piccola attività commerciale e cerchi una consulenza su come solleticare gli acquisti dei tuoi clienti, contattaci subito e insieme cercheremo la soluzione migliore e più efficace.

Colori, scaffali, promozioni, posizioni, ricerca dei marchi migliori: siamo qui per aiutarti ad affrontare questa nuova sfida.

Noi ti consigliamo di affidarti alla nostra web agency a Macerata, la soluzione migliore per le tue necessità.

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Come ottimizzare la tua pubblicità: i test A/B

Il test A/B non è nuovo per il settore del marketing digitale e gli esperti di marketing lo utilizzano da tempo per migliorare le campagne di comunicazione, su molti canali diversi dalle e-mail fino alle grafiche advertising, passando per le pagine dei siti web, soprattutto quando si tratta di landing page.

I test A/B di marketing sono incredibilmente potenti e particolarmente importanti per gli inserzionisti display. Ogni agenzia di comunicazione e web marketing dovrebbe farli sui suoi prodotti, eppure anche coloro che ne sono convinti e credono in questo strumento possono essere scoraggiati dalla lista apparentemente infinita di elementi testabili, soprattutto se si è alle prime armi e si è cominciato da poco ad usare questi strumenti. Non è facile sapere da dove iniziare, per questo noi di Mg Group Italia vi suggeriamo alcuni test che possono aiutarvi ad orientarvi in un mondo complicato ma entusiasmante.

Ecco alcuni test che possono essere realizzati rapidamente per iniziare. Sono test da svolgere su banner per gli annunci della rete dispaly, di adsense e adword. Servono a capire cosa serve sul terreno del web marketing, cosa funziona e perché alcuni annunci hanno prestazioni migliori di altri. 

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1. Inviti all’azione

Gli inviti all’azione sono uno degli elementi più importanti di qualsiasi annuncio banner. Anche se non stai ottimizzando i clic (e non dovresti farlo), avere un CTA (call to action) efficace può migliorare notevolmente il rendimento della tua campagna.

Il miglior CTA per il tuo pubblico potrebbe non essere quello che pensi. In alcuni casi, un CTA più forte, più aggressivo come “Acquista ora” o “Agisci veloce” può essere il più efficace. In altri casi, una chiamata più morbida come “Ulteriori informazioni” potrebbe risuonare di più. L’unico modo per scoprirlo è testare.

Testare il tuo CTA esistente contro uno completamente diverso è un semplice test che può farti conquistare importanti miglioramenti nelle prestazioni. Basta essere sicuri di lasciare tutto il resto del banner invariato, altrimenti, non sarai in grado di determinare quale elemento del tuo annuncio è responsabile del conseguente cambiamento nel rendimento.

2. Colori, immagini e sfondi

Esistono prove contrastanti circa, nell’ambito della grafica pubblicitaria, l’opportunità di includere una foto, un elemento grafico o uno sfondo semplice come sfondo per gli annunci display.

Come di solito accade con la pubblicità di banner, non esiste una “risposta giusta”. Una fotografia potrebbe superare un elemento grafico, oppure una semplice texture o uno sfondo dai colori vivaci può superare entrambi. Lasciando immutato il testo, provare specifici elementi grafici di un annuncio può dare risultati impressionanti.

Se stai cercando un test più piccolo, puoi provare qualcosa di semplice come cambiare un colore di sfondo o anche il colore di un pulsante CTA.

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3. Proposta di titolo

I banner pubblicitari non includono molto testo. Dato il numero limitato di caratteri disponibili, in genere sei limitato a una proposta di titolo e al massimo due o tre slogan.

Se i tuoi banner sono incentrati sulla spiegazione della tuo titolo, testare leggere variazioni, anche senza modificare il messaggio principale, può comunque portare a notevoli cambiamenti nelle prestazioni.

Sebbene spesso la differenza di significato possa essere trascurabile, anche un piccolo cambiamento può far emergere un aumento delle visite alle pagine di destinazione.

4. Riduzione delle distrazioni

E’ molto facile cadere nella convinzione che un design accattivante incrementerà le conversioni, ma ciò non è sempre vero. La creatività non è tutto: una struttura dell’annuncio efficiente e diretta rende maggiori i benefit per una più  facile lettura, catturando l’attenzione del visitatore e trasmettendo rapidamente i valori ed i significati più importanti.

Quindi ad esempio fare un test tra due annunci contenenti un numero diverso di elementi potrà far emergere che quello più semplice è capace di far crescere il numero delle conversioni.

Che aspetti? Comincia i tuoi test A/B

Non c’è motivo di rimandare l’inizio dei test A/B. È una pratica molto semplice che può aiutarti a ottenere più valore da molti aspetti della tua attività, in particolare la visualizzazione. Se hai bisogno di aiuto e cerchi un’agenzia di professionisti che possa portare la tua azienda ad utilizzare i giusti strumenti puoi contattare noi di Mg Group Italia. Una delle nostre sedi è la web agency a Macerata, formata da professionisti del settore che sapranno attuare le migliore strategie possibili per migliorare il posizionamento della tua azienda. Prendi informazioni, abbiamo conquistato la soddisfazione e la fiducia di molti clienti. Contattaci e ti offriremo una consulenza gratuita iniziale per darti i giusti elementi di valutazione. Che aspetti? Comincia i tuoi test e fai crescere il tuo fatturato!

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Che differenza c’è tra Logo, Marchio e Marca?

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Logo, Marchio e marca possono sembrare sinonimi anche se, in realtà, rispecchiano differenti elementi di un’azienda ed è importante conoscere la differenza.

Che differenza c’è tra Logo, Marchio e Marca?

Difendere il proprio nome è importante nella vita come nel mercato.

Quando si tratta di un’azienda il nome della stessa e quello dei suoi prodotti sono un grande valore su cui investire: il brand esprime un’identità, rende riconoscibili e costruisce relazioni con i clienti basate su un bene primario come la fiducia.

I nomi delle grandi aziende di un paese entrano nelle case, nel vissuto e nella memoria di milioni di persone. alcuni di essi definiscono persino le generazioni e gli stili di vita (pensate a cosa è stato El Charro per i paninari degli anni ‘80 a Milano!), altri caratterizzano nicchie sociali e diventano veri e propri status symbol (viene subito in mente la parola Rolex, no?) .

Questo vale solo per le grandi aziende?

La risposta è tutt’altro che scontata.

Troviamo la stessa forza comunicativa anche nelle aziende fortemente radicate nelle realtà locali, capaci di rappresentare tipicità produttive, enogastronomiche o perfino geografiche (sapete che Tiscali è un sito archeologico della Sardegna? E che dire della costa calabrese raffigurata sull’etichetta dell’Amaro del Capo?).

I migliori esperti di marketing del mondo da tanti anni si occupano del brand: come sceglierlo, quali significati deve comunicare, con quale stile grafico va realizzato, ma soprattutto con quali tecniche imprimerlo nella memoria delle persone, facendone crescere l’awareness, la visibilità e la reputation, e infine come difenderlo da eventuali errori comunicativi.

Nonostante tanto impegno progettuale e teorico spesso le aziende e i clienti dei marketers non conoscono il significato preciso dei termini che si utilizzano in questo ramo e fanno fatica a distinguere i diversi piani su cui si costruisce un brand di successo, ognuno dei quali va considerato dentro la relazione con gli altri, ma anche nella sua autonomia.

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Differenze

Logo, marchio e marca (o brand) non sono la stessa cosa, e di tutti bisogna occuparsi con cura e attenzione.

Il Logo

Il primo è il logo: un logo (abbreviazione di logotipo) è la scritta che solitamente rappresenta un prodotto, un servizio, un’azienda, un’organizzazione.

Il logo può essere formato esclusivamente dal logotipo ed essere rappresentato da un lettering che riproduce una parola o un acronimo, come accade in moltissimi loghi famosi, come ad esempio in quello della pasta Barilla.

Oppure il logo può essere formato esclusivamente da un Pittogramma, Ideogramma, monogramma oppure da una combinazione di due o più di questi con il logotipo.

  • Un pittogramma è un segno iconico che rappresenta in modo diretto un oggetto/servizio/attività, come nel caso del panino inserito nel logo di Burger King.
  • L’ideogramma invece è un segno svincolato dall’oggetto che vuole rappresentare, più astratto e non iconico o comunque a bassa iconicità, come nel caso della conchiglia della Shell.
  • Infine il monogramma è un simbolo grafico ottenuto sovrapponendo o combinando in altro modo due o più lettere del nome del marchio,  ad esempio come nel logo di Fendi.

Il Marchio

Diversamente quando parliamo di marchio parliamo di un qualunque segno che possa essere rappresentato graficamente (parole, disegni, lettere, cifre, design, combinazioni cromatiche) purché sia idoneo a distinguere i prodotti o i servizi di un’impresa da quelli delle altre. In sostanza con la parola marchio si intende quella combinazione di logotipo e simbolo riconosciuta legalmente come appartenente ad una data azienda.

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La Marca

Infine la marca o il brand sono parole che fanno riferimento ad un universo molto più ampio di quanto non si faccia con la parola logo e la parola marchio: la marca infatti è l’unione del logo alla storia dell’azienda, incarnata dai suoi prodotti, evocata nel suo packaging, viva nei suoi testimonial, forte nei suoi slogan e salda nei suoi valori. Chi si occupa di costruire un brand deve considerare la necessità di esprimere attraverso la comunicazione nel suo complesso il grande arco dell’esperienza aziendale e della percezione, sedimentata nel tempo, che di essa hanno i suoi clienti e l’opinione pubblica.

Chi ha un’azienda e voglia lavorare con cura sul proprio brand deve sapere che per farlo servono team di più professionisti con competenze diverse: affidarsi ad un semplice grafico, o fare campagne estemporanee e frantumate, pensate da tanti soggetti diversi con impostazioni differenti, potrebbe infatti provocare un danno alla riconoscibilità del logo e quindi alla reputazione della marca.

Rivolgersi ad agenzie specializzate è una scelta necessaria, che verrà sicuramente premiata in termini di ritorno dell’investimento economico e di qualità.

Noi di Mg Group Italia e la nostra web agency a Mantova, possiamo offrirti una consulenza gratuita per un progetto personalizzato sul quale mettere al lavoro le migliori energie in questo settore.

Che aspetti? Non si diventa qualcuno per caso, ci vuole volontà e competenza nel marketing: la prima puoi metterla tu, la seconda possiamo offrirtela noi.

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Le regole fondamentali per far diventare un marchio influente

Non è l’unico obiettivo, ma sicuramente è tra i più importanti. Un’azienda, qualsiasi cosa produca, dovrebbe avere a cuore il proprio nome (cioè il proprio marchio) e la capacità di questo di esser influente, cioè di avere con i clienti e l’opinione pubblica una relazione migliore e più solida degli altri. Un marchio influente è infatti prima di tutto un marchio conosciuto (brand awareness), con una buona reputazione (brand reputation) e di cui le persone si fidano, e per questo è capace e letteralmente di influenzarne i comportamenti e le scelte. Non è capace soltanto di far acquistare i prodotti a cui viene associato, ma fa qualcosa in più: evoca uno stile di vita e rappresenta i caratteri di una comunità, per questa via in qualche modo riesce a far parte dell’universo culturale e ad esprimere dei valori. Ovviamente tanto più un marchio è importante sul livello globale tanto più tutto ciò è vero: pensate ad esempio alla Nike e a quanta influenza eserciti non solo sul mondo delle persone che fanno sport ma anche su milioni e milioni di giovani del pianeta. Eppure non è difficile citare casi di marchi leader in comunità locali più piccole e circoscritte, oppure di marchi che sono partiti da piccole comunità per poi diventare noti a livello mondiale. Per fare soltanto un esempio potremmo citare Cucinelli, un marchio molto importante di abbigliamento in cachemire, che ha cominciato da un piccolo borgo umbro vicino Perugia, oppure la birra Guiness, che era inizialmente soltanto la birra di Belfast e oggi è famosa in tutto il mondo.

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Vediamo quali poche regole fondamentali è importante seguire per puntare a costruire un marchio influente.

1) Il territorio

La vostra comunità e il vostro territorio contano. Dovete avere cura dell’immagine del vostro marchio nella comunità locale che circonda i vostri stabilimenti o la vostra sede: i cittadini devono associare alla vostra azienda valori positivi, non soltanto per quanto riguarda lo spazio in cui tutti noi dobbiamo rispettare regole e leggi della convivenza civile, ma anche su un terreno più largo, ovvero quello in cui si dimostra di essere vicini alla collettività sociale e allo sviluppo economico locale. Un buon modo di farlo è finanziare attività di beneficienza, sostenere associazioni culturali o restauri di beni pubblici, o diversamente usare soltanto lavoratori e prodotti del territorio, a km zero o a basso impatto ambientale.

2) Comunicate quello che fate

Chiaramente fare non basta, bisogna anche raccontarlo. Per questo ogni vostra iniziativa rivolta alla comunità deve essere comunicata: conferenze stampa, immagini e foto, post sui social, video. Dovete avere un piano di comunicazione e una strategia precisa che vi aiuti ad arrivare al maggior numero di persone possibili, con una comunicazione chiara, semplice che non sembri troppo artefatta.

3) Fate ciò che dite

Ad un’azienda capita spesso di fare promesse con i proprio slogan: il miglior prodotto sul mercato, il più vasto assortimento, solo ingredienti sani e genuini etc etc. Ricordate sempre che ogni promessa è debito: non tradite la fiducia dei vostri clienti perché è la cosa più importante che avete. Pensate a quali conseguenze disastrose ha solitamente uno scandalo negativo che coinvolga un’azienda, come è accaduto ad esempio con la Volskwagen e il caso delle emissioni: in piccolo può accadere anche a voi.

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4) Abbiate il coraggio di fare tendenza

Ciò che si presenta sempre uguale per anni e decenni può rassicurare ma di certo non fa parlare di sé. Valutate con attenzione la possibilità di osare il coraggio dell’innovazione: chi innova, cambia, può arrivare a convincere altri a fare lo stesso e quindi – come si dice – ‘a fare tendenza’, che è il grado più alto della capacità di un marchio di essere influente. Se non volete o non potete innovare il prodotto, innovate la comunicazione o fate una versione speciale dello stesso prodotto che venderete solo per un preciso e ristretto periodo di tempo.

5) Non siete soli: coinvolgete chi vi sta intorno

Non potete essere gli unici a parlare di voi stessi. Servono idee e un piano di marketing ricco di iniziative orientate ad aprire un dialogo continuo con i vostri clienti: per strada e sulle strade virtuali dei social dovete essere presenti, far parlare di voi, fare in modo che i clienti vi mandino un feedback, una loro opinione, qualche suggerimento. Le emozioni dei vostri clienti sono importanti e voi dovete imparare a generarne di positive. Attenzione sempre alla customer care: avere un servizio clienti efficace non è un optional ma un fattore fondamentale del proprio successo e della soddisfazione degli utenti.

In sostanza prendersi cura del marchio della propria azienda significa prendersi cura del proprio nome e delle persone che vi circondano. Non fatelo in maniera superficiale, approssimativa e casuale! Sarebbe davvero un segno imperdonabile di trascuratezza e il segno che non state cercando la strada giusta per far crescere le vostre vendite e il vostro fatturato. Noi di Mg Group Italia siamo specializzati nel marketing sul web e possiamo aiutarti a comunicare nel modo migliore, dandoti i giusti suggerimenti e mettendo a tua disposizione creatività e professionalità. Contattaci subito, e studieremo per te una strategia personalizzata. Affidati alla nostra web agency a Mantova e all’esperienza dei professionisti interni all’agenzia. Non aspettare: ogni minuto perso è un minuto regalato ad un concorrente

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Non colpire nel mucchio, usa il target marketing!

Non c’è mai vento in poppa per chi non sa dove andare!  Questa è una regola fondamentale in molti campi della vita ma valida soprattutto quando si parla di business e di marketing. Avere un obiettivo, conoscerlo, puntare ed investire sulla possibilità che una specifica tipologia di persone possa essere convinta ad acquistare e poi fidelizzata è la logica fondamentale del target marketing.

Target marketing: cos’è?

Il target marketing è una tecnica di comunicazione commerciale che prevede la suddivisione del mercato in segmenti e quindi la concentrazione delle risorse di marketing su uno o pochi segmenti chiave costituiti da clienti i cui bisogni e desideri si avvicinano maggiormente al vostro prodotto o al vostra tipologia di servizi. Può essere la chiave per attrarre nuovi affari, aumentare le vendite e rendere la tua azienda un successo.

Quali sono i vantaggi del target marketing?

Il vantaggio del marketing target è che puntando le tue iniziative di marketing a specifici gruppi di consumatori si rendono la promozione, i prezzi e la distribuzione dei prodotti e/o servizi più facili e più convenienti.

Quindi, se, ad esempio, un’azienda di catering offre servizi di consegna a domicilio in uno specifico territorio, invece di fare pubblicità con un inserto di giornale che va a tutti, dopo aver identificato il mercato di riferimento per i loro servizi, la società di catering potrebbe usare una campagna di spedizioni postali o una consegna di volantini destinata solo ai residenti in una determinata area, o una pubblicità in Facebook rivolta a clienti all’interno di un’area geografica specifica, aumentando il ritorno sull’investimento e conquistando un pacchetto clienti più impostare.

Le piattaforme di social media come Facebook, LinkedIn, Twitter e Instagram hanno opzioni sofisticate per consentire alle aziende di scegliere gli utenti in base ai segmenti di mercato. Ad esempio, un’azienda di bed and breakfast potrebbe scegliere i follower di Facebook fidanzati per mostrare loro un annuncio riguardante un weekend romantico. LinkedIn è più orientato al B2B: puoi individuare le aziende in base a una serie di criteri come numero di dipendenti, industria, posizione geografica, ecc.

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Come segmentare il mercato e scegliere il target

La segmentazione del mercato può essere eseguita in molti modi diversi, a seconda di come si desidera suddividere la torta, ma tre tipologie sono più comuni di altre:

Segmentazione demografica

La segmentazione demografica è solitamente il criterio più importante per identificare i mercati target, rendendo cruciale l’acquisizione dei dati demografici per molte aziende. Essa infatti si basa su statistiche misurabili, come ad esempio:

Genere

età

livello di reddito

stato civile

formazione scolastica

religione

Un venditore di liquori, per esempio, potrebbe voler indirizzare i propri sforzi di marketing sulla base dei risultati dei sondaggi Gallup, che indicano che la birra è la bevanda preferita nell’età di 18-34 anni mentre chi ha 55 anni o più preferisce il vino.

Segmentazione geografica

La segmentazione geografica implica l’utilizzo della posizione. Gli indirizzi di casa sono un esempio. Tuttavia, a seconda dello scopo della tua attività, ciò potrebbe essere fatto da:

Quartiere

codice postale

prefisso

città

Provincia

Regione

paese (se la tua attività è internazionale)

La segmentazione geografica si basa sulla nozione che gruppi di consumatori in una particolare area geografica possono avere esigenze specifiche di prodotti o servizi; per esempio, un ristorante ha maggior vantaggio ad indirizzare i suoi sforzi su chi vive nella sua zona o su chi vi soggiorna. In questa direzione le campagne Adwords offrono possibilità molto interessanti.

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Segmentazione socio-economica

La segmentazione socio-economica divide il mercato di riferimento in base a classi socio-economiche o preferenze di stile di vita. La scala socio-economica spazia dai ricchi e altamente istruiti in alto alle persone non istruite e non qualificate in basso. Si può definire la classe sociale secondo le seguenti categorie:

Occupazione

Reddito

Livello di istruzione

La classificazione dello stile di vita comporta l’analisi anche dei valori, delle credenze e degli interessi di uno specifico gruppo. Alcuni esempi: si possono segmentare coloro che preferiscono uno stile di vita urbano rispetto a quello rurale o suburbano, o coloro che sono amanti degli animali domestici o hanno un vivo interesse per le questioni ambientali.

La segmentazione socio-economica si basa sulla teoria che le scelte che le persone fanno quando acquistano beni o servizi sono il riflesso dello stile di vita della classe socio-economica cui appartengono.

Investi le tue risorse nel marketing intelligente: punta il target giusto

Se sei interessato ad avviare un piano di marketing ma non vuoi rischiare lo spreco di risorse investendo in una comunicazione di tipo generico puoi scegliere la tecnica del target marketing: così sarai sicuro di parlare soprattutto ai tuoi potenziali clienti, a coloro che ti interessano, e di far crescere il tuo brand  tra le persone giuste.

Per fare target marketing è necessario inizialmente fare delle ricerche e delle analisi che solo un’agenzia di professionisti ti può offrire tra i tanti servizi di un piano di marketing che deve essere efficiente ed efficace. Mg Group , la migliore web agency a Mantova, da tanti anni si occupa di web marketing ed è specializzata nella comunicazione on-line e nelle tecniche più recenti. L’aggiornamento  dei nostri professionisti e delle nostre competenze è per noi un punto fondamentale. E tu? Che aspetti ad aggiornare la tua comunicazione e il tuo modello di marketing? Puoi contattarci in ogni momento scrivendo una mail o telefonando. Insieme troveremo la strada per raggiungere i tuoi obiettivi e i tuoi target.

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Dropshipping: come funziona e quali sono i vantaggi degli E-commerce

Per chi vuole organizzare un e-commerce ma non vuole gestire fornitori, merci, scorte e spedizioni, una soluzione c’è e si chiama dropshipping.

Questo modello di business per la vendita on-line prevede infatti come unico investimento iniziale il costo di realizzazione del sito internet, il quale deve essere di alta qualità e ben ottimizzato.

Questo tipo di soluzione è la preferita tra coloro che sono interessati a fare soltanto da tramite tra il fornitore, ovvero colui che possiede realmente i prodotti, ed il consumatore. Chiaramente per realizzare un progetto di dropshipping di successo sono necessarie due condizioni: avere un traffico importante sul proprio e-commerce (e quindi destinare un budget non irrilevante al marketing) e avere un grossista affidabile, chiamato anche “dropshipper“, che si occupi della logistica e dei prodotti secondo un accordo o una negoziazione precedente. Infine il proprietario dell’e-commerce deve essere in grado di far fronte senza disservizi alle funzioni puramente amministrative e contabili, come: la gestione degli ordini, le collezioni, il servizio clienti e il supporto delle potenziali parti interessate.

Come funziona in sostanza il dropshipping?

In sostanza un e commerce in dropshipping funziona così:

  1. L’imprenditore e-commerce (rivenditore) crea il suo sito web e individua una serie di fornitori disposti a fornire i loro prodotti con un contratto di dropshipping.
  2. Il rivenditore pubblica sulla sua piattaforma e-commerce i prodotti del fornitore in dropshipping.
  3. Quando un cliente effettua un ordine e paga per un articolo, il produttore viene informato di questo ordine e invia direttamente i prodotti dal proprio magazzino al consumatore finale, con i segni distintivi del proprio negozio (rivenditore), o anche senza badge visibili, a seconda del tipo di contratto di dropshipping con lui precedentemente concluso.

In questo modo, il produttore addebita solo il costo “netto” del prodotto, aggiungendo una commissione di dropshipper (grossista) al prezzo finale.

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I vantaggi del dropshipper

I vantaggi sono numerosi e da prendere in considerazione seriamente quando si sta progettando un business plan per un e-commerce. Vediamoli in rassegna più da vicino anche se velocemente:

1. Niente costi per il magazzino: aprire un e-commerce in dropshipping evita questo problema, eliminando il rischio di spendere soldi per oggetti che potrebbero non essere mai venduti, eliminando le tasse sulle giacenze e i costi di stoccaggio

2. Tempi più brevi: il rivenditore non deve aspettare fino a quando non ha ricevuto i prodotti per pubblicarli nel suo catalogo on-line.

3. Catalogo più ampio: con il dropshipping non c’è bisogno di preoccuparsi dei diversi colori o dimensioni da avere in stock o dove immagazzinarli. Tutto questo è solo un problema del grossista.

4. Nuovi prodotti senza il rischio di non venderli: aggiungere nuovi prodotti al catalogo con il dropshipping non comporta rischi. Farlo senza fare un investimento reale, è sempre un vantaggio competitivo.

5. Vantaggi per il produttore: il produttore che non ha strumenti per portare online la propria attività commerciale, quando trova qualcuno pronto a sponsorizzare al suo posto gli articoli realizzati, ha la possibilità di aumentare le vendite a costo zero.

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Riflettici: il dropshipping può essere un’occasione per avviare la tua impresa commerciale senza troppi rischi

Se stai cercando il modo di dare un futuro ad una tua idea commerciale il dropshipping può essere quel modo. Sopratutto può essere un’ottima occasione per cominciare a fare impresa senza la necessità di mettere a rischio troppi investimenti iniziali. Hai bisogno di un ottimo sito internet e di risorse importanti da dedicare al marketing on-line, sui social network, sui siti internet, con campagne Google Adwords continuative ed efficaci. Mg Group Italia è una società specializzata in questo settore, ed ha varie sedi tra cui la web agency a Mantova, con professionisti che operano da molti anni sui progetti di commercio on-line di clienti importanti. Hai bisogno di un’agenzia come la nostra per immaginare con serietà il progetto di comunicazione che porterà il tuo brand ad essere conosciuto e le conversioni del tuo e-commerce a crescere costantemente. Fai attenzione a scegliere i partner giusti: iniziative di marketing non professionali potrebbero essere controproducenti. Contattaci e senza impegno progetteremo per te una strategia personalizzata, capace di amplificare i punti di forza del tuo progetto e limitare i punti di debolezza. Che aspetti? Potrebbe essere una svolta per te e per la tua azienda.

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Russiagate: tra fake e troll dei social di Russia e Iran

L’appuntamento più ravvicinato è quello con le elezioni di midterm in Usa e l’attenzione sulla possibilità che la Russia tenti di influenzarne il risultato si fa con il passare dei giorni sempre più alta. Solo qualche giorno fa il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, John Bolton, ha dichiarato alle agenzie di stampa di aver messo in guardia la controparte russa contro eventuali interferenze nelle elezioni a novembre, dopo aver incontrato a Ginevra Nikolai Patrushev, direttore del consiglio per la sicurezza nazionale russa. Ha detto: “Ho chiarito che non tollereremo interferenze nelle elezioni del 2018 e che siamo pronti a prendere le misure necessarie per impedire che ciò avvenga”.
Nel frattempo Facebook e Microsoft qualche misura hanno già da tempo cominciato a prenderla, dopo che sono emersi numerosi casi in cui è stata riscontrata una propaganda coordinata di disinformazione da parte di potenze straniere negli Stati Uniti e in alcuni paesi Europei. In questo articolo vi spieghiamo come Facebook ha scoperto i finti profili coinvolti nel Russiagate.

Ancora 652 pagine fake legate al Russiagate rimosse da Facebook

Il 21 agosto 2018 la compagnia fondata da Mark Zuckerberg ha rilasciato un comunicato in cui spiega di aver individuato una campagna di disinformazione partita da Russia e Iran:

“Oggi abbiamo rimosso numerose pagine, gruppi e account per comportamento inautentico coordinato su Facebook e Instagram. Alcune di queste attività hanno avuto origine in Iran, e alcune hanno avuto origine in Russia. Si trattava di campagne distinte e non abbiamo identificato alcun collegamento o coordinamento tra loro. Tuttavia, hanno usato tattiche simili creando reti di account per ingannare gli altri su chi erano e cosa stavano facendo.

Mettiamo al bando questo tipo di comportamento perché vogliamo che le persone siano in grado di fidarsi delle connessioni che effettuano su Facebook. Stiamo facendo progressi sul contrasto a questo tipo di questo abuso, ma come abbiamo detto prima dobbiamo sapere che si tratta di una sfida continua, perché i responsabili sono determinati e ben finanziati. Dobbiamo costantemente migliorare per rimanere all’altezza. Ciò significa costruire una tecnologia migliore, assumere più persone e lavorare più a stretto contatto con le forze dell’ordine, gli esperti di sicurezza e altre società. La loro collaborazione è stata fondamentale per le nostre indagini, dal momento che nessuna azienda può combattere da sola.”

Si tratta in sostanza della rimozione in 4 continenti di 652 fra pagine, gruppi e profili rimossi che condividevano in maniera coordinata materiale a sfondo politico. Facebook stavolta si è mossa con tempestività, probabilmente per il timore di incappare di nuovo in casi come quello di Cambridge Analytica, altri scandali sul tema della privacy e in quello sui sospetti di interferenze sulle presidenziali Usa del 2016. Per questo Facebook ha preferito non aspettare che le indagini, le analisi e le verifiche del materiale considerato sospetto si concludano e ha bloccato le pagine e la diffusione dei messaggi.

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Lo schema delle connessioni sospette dall’Iran

Ad aver messo in allerta Facebook rispetto a quanto stava accadendo è stata la società di cyber security FireEye, che nelle sue attività di monitoraggio della rete ha riscontrato movimenti anomali. La società afferma di poter indicare con moderata fiducia in attori iraniani i responsabili di questa campagna di disinformazione e ha pubblicato lo schema delle connessioni sospette analizzate e rilevate.

Facebook dal canto suo ha indicato che il gruppo denominato Liberty Front Press cui fanno capo diversi account su Facebook e Instagram con circa 155mila follower, stando alle registrazioni del sito e agli indirizzi IP e degli amministratori risultava legato a media di Stato iraniani, con i primi account creati nel 2013 e con contenuti su Medio Oriente, Regno Unito e Usa. Dalle prime ricerche in effetti non si segnala tra gli obiettivi di questo gruppo quello di influenzare le elezioni di midterm, sebbene non si escluda “che tentativi in questo senso possano essere stati fatti”. Altri due gruppi sono stati segnalati con legami all’Iran.

Come funzionano le attività legate all’intelligence russa

La società di Mark Zuckerberg  ha rilevato anche un quarto gruppo, il cui obiettivo è diffondere notizie false su Siria e Ucraina, legato a fonti che secondo Facebook gli Usa considerano relazionate con l’intelligence militare russa.

Una delle piattaforme rimosse dal social network pare sia stata già al centro di precedenti ricerche: il gruppo  “Inside Syria Media Center diffondeva infatti ricostruzioni pro-Cremlino e pro-Assad raramente supportate da prove”.

Secondo Facebook “la terza parte dell’indagine ha portato alla luce un’altra serie di conti e pagine, la prima delle quali è stata creata nel 2011, che ha ampiamente condiviso contenuti sulla politica mediorientale in arabo e farsi. Hanno anche condiviso contenuti sulla politica nel Regno Unito e negli Stati Uniti in inglese. Abbiamo scoperto questo set per la prima volta nell’agosto 2017 e abbiamo ampliato le nostre indagini nel luglio 2018.”

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Si parla sostanzialmente dei seguenti dati:

Presenza su Facebook e Instagram: 168 pagine e 140 account su Facebook, oltre a 31 account su Instagram.

Followers: circa 813.000 account hanno seguito almeno una di queste pagine e più di 10.000 hanno seguito almeno uno di questi account Instagram.

Pubblicità: oltre $ 6.000 di spesa per annunci su Facebook e Instagram, pagati in dollari USA, lire turche e rupie indiane. Il primo annuncio è stato pubblicato a luglio 2012 e l’ultimo è stato pubblicato nell’aprile 2018. Non abbiamo completato la nostra revisione dei contenuti organici provenienti da questi account.

Anche in questo spesso accade che il contenuto non veritiero nato su questa o altre pagine viene poi ripreso da media legittimi e filogovernativi come Sputnik e RT (oltre che da un certo numero di portali cospirazionisti), per poi essere rilanciato su social network da troll (anche reti di bot, come quelle operanti dalla nota Ira di San Pietroburgo), influencer e utenti comuni.

Anche Microsoft e Twitter rimuovono account

In questi giorni in cui la guardia continua ad essere sempre più alta sui troll e i profili fake costruiti ad arte per diffondere falsi contenuti politici, anche Microsoft e Twitter hanno annunciato di aver bloccato e/o rimosso delle pagine. Microsoft ha rivelato l’esistenza di una nuova campagna di phishing – condotte negli Stati Uniti ai danni di organismi vicini ai repubblicani – che porterebbe la firma di Apt28, un famigerato gruppo informatico che molti addetti ai lavori collegano all’intelligence militare di Mosca. E Twitter ha comunicato di aver fermato ben 284 account (in questo caso ritenuti collegati a Teheran) coinvolti in operazioni di manipolazione dell’opinione pubblica.

Difendersi dalle fake news per difendere la democrazia

Questi e altri casi che stanno emergendo negli ultimi anni dimostrano quanto sia importante difendersi dalle fake news e quanto impedire gli abusi sui social network sia fondamentale per difendere la pienezza del funzionamento democratico delle nostre istituzioni. Non dimenticare mai di usare il web con consapevolezza, controllare le fonti, affidarti a testate affidabili. Il futuro dipende da tutti noi: usiamo la nostra intelligenza per migliorarlo.